Bulganin parla di coesistenza e Kruscev attacca gli occidentali

Bulganin parla di coesistenza e Kruscev attacca gli occidentali II rapporto dei due ministri al Soviet Supremo Bulganin parla di coesistenza e Kruscev attacca gli occidentali Dura polemica contro il «nuovo colonialismo» fondato sugli aiuti e sui prestiti - Eisenhower criticato per il messaggio sulla liberazione dei «satelliti» - L'URSS ha costruito telearmi intercontinentali (Dal nostro corrispondente) Mosca, 29 dicembre. Bulganin e Kruscev hanno riferito sui recenti viaggi in India, Birmania e Afganistan alle Assemblee riunite del Soviet Supremo. I due discorsi, durati press'a poco un'ora e mezzo ciascuno, non hanno mutato le linee generali dell'attuale politica sovietica. Alle 10 e due minuti, accolti dai battimani dei deputati, sono entrati in aula gli uomini che divido7io il supremo potere dell'U.B.S.S. Stamane è apparso anche l'undicesimo, Ponomarenco, appena tornato da un^iaggio in Unghe.ria che l'aveva tenuto lontano dalle sedute del Soviet dei giorni scorsi: Ponomarenco è il cadetto del Praesidium, essendovi entrato solo nell'estate scorsa. La sua presenza in aula ha su. citato il problema della undicesima poltrona. Come abbiamo detto, il banco riservato agli uomini del Praesidium conta dieci saggi che formano uri rettangolo appartato. Ai cinque seggi davanti han preso posto Voroscilov, Kruscev, Bulganin, Kaganovlo e Mikoian, precisamente nell'ordine in cui apparvero all'apertura del Soviet; dietro a loro han preso posto Molotov, Maleiikov, Pcrvukin, Staburov e Suslov, occupando i posti più ambiti dell'U.B.S.S. Ponomarenco non ha potuto sedere tra i colleghi del Praesidium ed ha dovuto rassegnarsi a un posto di minore spicco. Alle 10,10, il Primo ministro Bulganin si è avvicinato al leggìo ed ha cominciato a leggere la relazione del viaggio in India. Ai nostri occhi borghesi l'aspetto signorile del « premier » sovietico é il più lontano dall'immagine convenzionale del capo rivoluzionario: i capelli argentei, ma ancora folti, e il pizzo candido danno al suo viso paffuto un aspetto aristocratico e mite. Il suo discorso ha ripetuto i concetti che già sono stati espressi dai dirigenti dell'U. B. S. S. a proposito del viaggio in Asia. I rapporti di amicizia fra i'Unione Sovietica ed i popoli dell'India, della Birmania e dell'Afganistan — egli ha detto — rispecchiano il principio comunista della coesistenza pacifica fra i Paesi ret ti da diversi sistemi sociali. Bulganin ha poi parlato del colonialismo occidentale in Asia: si tratta di un tema lllllllllllllfllllllltllllllllllllllllllllllllllllllllllll particolarmente caro agli attuali dirigenti del Cremlino, che aspirano ad allargare la influenza dell'U.B.S.S. in quell'immenso continente. Il Primo Afinistro dell'U. B. S. S. ha naturalmente parlato della rivoluzione della Cina comunista ed ha detto che l'affermazione del nuovo Stato ha esercitato un influsso anche in altri Paesi, specialmente nell'India e nella Birmania, e poi nei popoli arabi ed africani. Bastano questi pachi cenni per intuire la vastità del disegno politico che attualmente sembra guidare i leaders sovietici, e gfljfl .costituir sce il motivo essenziale del viaggio asiatico. Bulganin non ha mancato di alludere alle alleanze favorevoli all'Occidente che negli ultimi tempi si sono affermate in Asia, e cioè alla S.E.A.T.O. e al Patto di Bagdad. Nella mente dei dirigenti sovietici, queste alleanze sono una forma moderna di colonialismo occidentale, che impediscono ai popoli asiatici di 'evolvere verso l'emancipazione e, aggiungiamo noi, di trasformarsi in a?nici dell'Unione Sovietica. Il Primo Ministro dell'U.B.S.S. ha sostenuto quindi le aspirazioni indiane sul territorio di Goa e le aspirazioni cinesi sull'isola di Formosa. Sul disarmo, Bulganin ha confermato la tesi già nota: il suo Paese chiede la cessazione della corsa agli armamenti e H bando agli ordigni atomici; poi ha aggiunto che < ciò vale anche per le telearmi, di recente trasformate in armi di portata intercontinentale ». Questo annuncio rappresenta un'assoluta novità. Dopo circa mezz'ora d'intervallo si è avvicinato al leggìo il primo segretario del partito comunista sovietico, anch'egli, come Bulganin, vestito di blu. Kruscev aveva una voce velata dalla raucedine, e forse anche per questo i suoi toni sfioravano a volte la rudezza. Anche il discorso di Kruscev non ha cambiato in nulla i principi dell'attuale politica sovietica, ma è apparso più- polemico di quello del Primo ministro, che rappresenta il punto ni vista ufficiale del Governo. Nessuno dei due leaders, in questo momento i più autorevoli dell'UBSS, si rivela familiare alle risorse dell'oratoria: tanto Bulganin che Kruscev leggono i loro discorsi sollevando raramente gli occhi dai fogli. Quando l'Assemblea ap plaude, si comportano in un modo identico: tengono il capo chino sul leggìo e aspettano immobili che il clamore si spenga. Quando agli applausi dell'Assemblea si aggiungono quelli dei vari ministri e dei membri del Praesidium del partito, abbiamo potuto notare che i battimani di Kaganovic sono i più generosi. Alla compostezza 'degli oratori corrisponde quella dell'Assemblea, che solo ad occhi maliziosi potrebbe sembrare fredda. I volti dei deputati, oggi come nei giorni scorsi, apparivano impassibili, come scolpiti 7iel marmo, e illuminati da una luce gialla, che piove dal soffitto del Soviet. I rappresentanti dello Stato mosaico hanno aspetto vario: molte deputate recano sul capo scialli a colori sgargianti ettnolti deputati tengono £ pra la nuca una papalina variopinta che richiama alla memoria il folklore asiatico. Anche Kruscev non ha mancato di parlare del colonialismo. Abbandonandosi ad uno scordo di esegesi storica, il segretario del partito ha detto che in due secoli di domttiazione gl'inglesi non hanno da' to nulla all'India, 2a cui civiltà è più antica di quella europea. Il colonialismo britannico, al contrario, è responsabile del ritardo industriale ed economico del Paese. Kruscev ha voluto accennare ai malumori che i suoi discorsi indiani hanno suscitato in Gran Bretagna, dove insieme a Bulganin dovrebbe recarsi la primavera prossima. Egli se l'è cavata in modo sommario. Ha detto che nelle parole dei due leaders sovietici non c'era nulla di offensivo per U popolo inglese. Noi crediamo — egli ha aggiunto — che solo una parte degli inglesi siano colonialisti; nel complesso, noi amiamo e rispettiamo il popolo inglese. Il segretario del partito comunista sovietico, esaurito il capitolo inglese, ha voluto allargare il tema del colonialismo occidentale. Egli ha detto che il colonialismo moderno ha cambiato metodo. Non occupa più i territori con le armi, -,na li lega con gli aiuti e con i prestiti. Egli ha dichiarato, fra l'altro, che i colonialisti moderili, « danno un dollaro per guadagnare dieci dollari*, rivelando così la loro natura capitalista e sfruttatrice. Si tratta, come ognuno può giudicare, di parole assai dure e non si comprende perchè vengano pronunciate da chi si professa in favore dello spirito pacifico e della collaborazione tra i due mondi. Nikita Kruscev, alludendo ai patti asiatici filo-occidentali, ha detto che non possono essere considerati difensivi per la semplice ragione che l'UBSS non ha piani di conquista. L'Unione Sovietica, egli Ha dichiarato, non ha mire aggressive ed ha dato una prova di ciò all'indomani della seconda guerra mondiale, quando il suo esercito, il più potente del mondo, avrebbe potuto inghiottire l'Europa con un boccone. Senza entrare in merito alle intenzioni di pace del governo sovietico, crediamo che si tratti di un esempio discutibile. Nel 'iS, infatti, i sovietici non possedevano ancora le armi nucleari che gli americani, invece, avevano già provato in Giappone. Parlando detta Germania, il primo segretario del partito ha ribadito le posizioni risultate a Ginevra. Una sua frase riassume bene il pensiero dei governanti di Mosca: « Noi non vogliamo rafforzare il blocco antisovietico con le nostre mani». Kruscev ha parlato anche del messaggio natalizio del presidente Eisenhower, nel quale si esprime la speranza che i satelliti possa?io cambiare il loro regime di governo. Il segretario del partito ha detto che simili dichiarazioni non 3ono conformi allo spirito conciliativo di Ginevra. L'argomento della liberazione dei satelliti rende particolarmente sensibili i dirigenti sovietici, che in Asia hanno deciso di sostenere la causa dell'autodecisione dei popoli. Il segretario del partito ha voluto abbandonarsi a qualche precisazione di infransi-^ genza ideologica. Egli ha ripqh. tuto il principio, spesse vol£~ annunciato dagli attuali genti sovietici, secondo ci > socialismo trionferà p'Jjl tutti i Pae-ii per legge st,«— inevitabile. Questa certìi secondo i leaders sovietici, rii. . contrasta, anzi favorisce la t si della coesistenza pacif?f. tra i due blocchi. Kruscev h detto, tra l'altro: «Gli Ocot% dentali non si aspettino il disarmo ideologico .dei comunisti sovietici». Il segretario del partito ha voluto fare un cenno al Cominform, la cui azione politica difficilmente si concilia con la tesi della coesistenza e con l'altra, così spesso ribadita dai leaders dell'UBSS, della non ingerenza nei sistèmi di governo dei Paesi altrui. Nikita Kruscev ha girato al targo a ha detto che il Cominform è un affare interno dei vari partiti comunisti europei. In complesso, il discorso del segretario del partito comunista sovietico, benché non abbia modificato la linea ufficialo del Cremlino, ha suscitato per i suoi toni polemici molte preoccupazioni presso gli osservatori occidentali di Mosca. Alfredo Todìsco