Il governo deciso a intervenire contro lo sciopero nelle Borse di Enzo Forcella

Il governo deciso a intervenire contro lo sciopero nelle Borse Se lunedì non saranno riprese le contrattazioni Il governo deciso a intervenire contro lo sciopero nelle Borse / ministri tecnici a colloquio con Menichella • Si pensa di creare an mercato dei tìtoli utilizzando il sistema bancario - Discusso dal CIR il preventivo delle spese per il '55-56: si parla di 2900 miliardi • Le tabelle per gli statali e l'incognita di nuove imposte - Segni contrario ad una proroga alla commissione per la legge-delega Roma, 29 dicembre. L'anno politico sta, finendo con l'attenzione tutta rivolta al problemi .economici ed amministrativi. Anche oggi se ne è trattato a lungo ed in diverse sedi: Segni ha presieduto due riunioni del Comitato Interministeriale per la Ricostruzione, la Commissione parlamentare consultiva ha continuato ad esaminare dal mattino fino a tarda sera le proposte governative per la riforma della Pubblica Amministrazione, Gonella e Gava hanno preso posizione sull'eventualità di una proroga dei termini fissati per l'attuazione della legge-deie.ga. Diremo subito, poicl i ci sembra l'elemento di più immediato interesse emerso dalla giornata, che nel corso delle riunioni del C.I.R. — dedicate all' impostazione del bilancio per il prossimo anno finanziario — alcuni ministri e il governatore della Banca d'Italia hanno avuto occasione di procedere ad uno scambio di idee sull'agitazione delle Borse che paralizza ormai da quindici giorni il mercato azionario. Ne è emerso un chiaro indirizzo: il governo non può e non vuole rimanere indifferente allo sciopero degli operatori e, se esso non cesserà il 2 gennaio, come da qualche parte si è ventilato, è deciso di intervenire. « Può intervenire? », abbiamo chiesto al Ministro del Bilancio. < Certo che lo può — ha risposto Vanoni — e lo farà al momento opportuno >. Eguale avviso hanno espresso il vicepresidente Saragat, il sottosegretario Ferrari Aggradi, il governatore della Banca d'Italia, Menichella. Gava si è mostrato più riservato, ma proprio negli ambienti del suo Mi nlstero si è raccolta qualche indiscrezione sulle modalità dell'Intervento, « Visto l'avvicinarsi della data fissata per l'annuale consueta emissione del Buoni del Tesoro novennali ■— scrive in proposito l'Agenzia Economica Finanziarla — è stata ventilata la possibilità di creare un mercato dei titoli di Stato In un primo momento e dei titoli azionari in un secondo momento utilizzando il sistema bancario italiano >. Lo stesso Menichella ha fatto capire che la procedura potrebbe essere iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiti niiiiiiiiii agevole, modliticando con un decreto-legge la legge in vigore sulle Borse. Negli ambienti borsistici, ovviamente, si è reagito con forte disappunto a questi orientamenti. Si dice ohe cosi si instaurerebbero prezzi d'imperio, specie per i titoli di Stato, che si sovvertirebbe lo spirito delle leggi che regolano i mercati finanziari e cosi via: si trascura di aggiungere, però, che l'origine di questo presunto sovvertimento sta proprio nel reale sovvertimento provocato dallo sciopero degli operatori. Il governo non farebbe, che adottare gli estremi rimedi per il male estremo. Le riunioni del C.I.R., come si è detto, sono state dedicate all'impostazione del prossimo bilancio preventivo. Nelle settimane scorse Vanoni e Gava avevano già svolto le loro relazioni per le parti di loro pertinenza. Oggi è stata la vòlta di Andreotti che ha ampiamente ragguagliato i colleghi sulle previsioni delle entrate. La previsione per l'anno finanziario in corso era stata di 2463 miliardi circa: quella per il prossimo sembra che sarà notevolmente superiore, ma v'è da tener presente che notevolmente superiore è anche la previsione della spesa. Si parla per quest'ultima di una cifra aggi' rantesi sui 2900 miliardi, e, a prescindere dal disavanzo per l'esercizio in corso che si vorrebbe, sia pure di poco,, compensare, le possibilità illustrate da Andreotti sono ancora lontane da questo traguardo. Come è noto, sul prossimo bilancio graveranno i nuovi oneri che lo Stato è disposto ad accollarsi per esaudire parziataiente le richieste avanzate dagli statali nell'ultima fase di attuazione della legge-delega, Si ricorderà ohe, con l'approvazione delle «tabelle definitivo, H Consiglio, del Ministri portò il maggior onere previsto dà' 16?" miliardi a*221. Ma per la verità la copertura di questo aumento rimase assai vaga e continua a rappresentare una grossa incognita per 1 Ministri che stanno lavorando attorno al bilancio. Non si vogliono aumentare le imposte — delle quali si è ripetutamente detto ohe sono arrivate al livello massimo — e non uiniiitiiiiiiiiiiiimiiiiniiiiiiiiiiiiiiMiiitiiiiim ci si può affidare, oltre un certo limite, alla speranza del maggior gettito derivante dalla riforma dell'accertamento fiscale. Si tratta, quindi, di ripartire meglio le spese tra le varie voci e di ispirarsi ad un rigido criterio di economie per le spese non assolutamente necessarie. E' ciò che il sottosegretario Ferrari Aggradi ha definito il problema della « riqualificazione » del bilancio. Si è concluso con l'istituzione di un comitato ristretto, compósto da Vanoni, Gava, Campili! e Andreotti, che terrà una serie di riunioni • per analizzare in qual modo si possano ridurre le spese. Entro una settimana 11 comitato ristretto riferirà le sue risultanze al C.I.R. Nelle riunioni del comitato in cui si tratteranno i problemi dei singoli dicasteri ai quattro ministri si aggiungerà ovviamente il titolare del dicastero. Un aspètto abbastanza paradossale della vicenda sta in ciò: che, per quanto i maggiori imbarazzi nella preparazione del bilancio derivino dai miglioramenti proposti per i dipendenti pubblio!, questi non sono affatto soddisfatti di ciò che si è fatto e si vuol fare per loro. Di qui la tesi avanzata in taluni ambienti parlamentari ed alla quale qualche Ministro non si mostra indifferente: si vuole al tempo stesso soddisfare completamente le esigenze degli statali, non aumentare le imposte e mantenere o addirittura accrescere le altre spese di bilancio; non si può chiedere al governo di realizzare questa quadratura del cerchio, e tanto vale «Mora porre il Parlamento di fronte alle sue responsabilità riproponendogli tutta la materia relativa alla riforma bù rocratica. Il Presidente del Consiglio è contrario, perchè il calendario del lavori parlamentari dei una discussione del' genere ritarderebbe l'esame di tutti gli aìtrl provvedimenti che il Governo, realizzando il programma annunciato all'atto della costituzione, ha già presentato. Gava si è detto anche lui favorevole a che il capitolo statali venga chiuso entro 11 10 gennaio, com'era previsto, ma forse in cuor suo non sarebbe contrario ad una soluzione che gli risparmierebbe la fatica di trovare i miliardi necessari a far fronte ai nuovi, impegni derivanti dalle « tabelle definitive ». Gonella, invece, è per la via di mezzo, rappresentata dalla concessione di una proroga dei termini concessi al Governo ed alla Commissione parlamentare. La tesi è stata illustrata quest'oggi in una nota ufficiosa, e in un primo momento si è pensato che fosse questo l'avviso dell'intero Gabinetto; poi si è precisato che erano soltanto opinioni del ministro per la riforma burocratica, e più tardi Segni ha affermato che « il Governo era e rimane contrario alla proroga >. Domani probabilmente interverrà alla seduta della Commissione per ribadire tali concetti. La Commissione sta lavorando' senza pause, anche oggi ha proseguito l'esame dello stato giuridico, ma resta assai dubbio che possa esaurire il lavoro entro il 10, e 11 Governo dovrà decidere se emanare egualmente 1 provvedimenti o accettare una sia pur breve proroga. E' ancora da notare, a proposito dei lavori della Commissione, che il testo originario del Governo continua ad essere notevolmente modificato, sempre con 11 criterio di cancellare o at- tenuare le norme che accen- tuavano 1 poteri dell'esecutivo [nella vita della pubblica am- ministrazione. Gonella, in un breve intervento con cui ha aperto le sedute di oggi, si è detto perfettamente concorde con tali criteri: «Nessuna discriminazione — ha dichiarato —' per le idee politiche e religiose vi dev'essere nei confronti degli impiegati. Si è combattuto il tot alitar ìaaio ed il razzismo proprio per le sue interferenze nelle libertà individuali. Si tratta di principi! sanciti nella Costituzione, cui il nuovo stato giuridico intende rigorosamente uniformarsi». Enzo Forcella

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