Kruscev appare il "numero 1" anche nelle sedute del Soviet

Kruscev appare il "numero 1" anche nelle sedute del Soviet Kruscev appare il "numero 1" anche nelle sedute del Soviet Quand'è presente in aula, dà sempre il segnale degli applausi -1 ministri non portano più uniformi; vestono in borghese con un'eleganza un po' vecchiotta - Calorose espressioni d'amicizia per Tito (Dal nostro corrispondente) Mosca, 28 dicembre. Stamane i deputati alla Camera delle 'Nazionalità, riuniti nell'aula del Soviet Supremo, hanno approvato una diecina di decreti nel giro di pochi minuti. Le votazioni si seguono in modo identico. Il presidente della Camera sente l'articolo da approvare, e poi chiede ai deputati: « Cfti è favorevole? ». A questo punto, immancabilmente, i parlamentari levano la mano con mirabile simultaneità, e subito la riabbassano. Il gesto è rapido e somiglia a un saluto militare. Il presidente, se avesse buona vista, potrebbe: prendere atto della votazione unanime, ma non si può pretendere un controllo ottico perfetto quando si tratta di qualcosa come seicerto mani. Egli allora domanda: <Chi è contrario t >, invitando cosi gli eventuali oppositori ad esprimere la loro volontà. Ma, immancabilmente, nessuna mano si leva, i rappresentanti restano immobili come statue. Segue la terza domanda di rito: < Chi si astiene t ». Anche in questo caso i parlamentari non danno alcun segno di vita. Non si potrebbe essere più d'accordo di così. Gli osservatori occidentali, abituati ai contrastati dibattiti parlamentari dei loro paesi, ne rimangono stupefatti, e si domandano se un parlamento privo di opinioni diverse e che accetta entusiasticamente le decisioni dell'Esecutivo non sia per caso inutile. Stamane ha parlato il presidente della Camera delle Nazionalità, Lazis. Egli ha accennato, tra l'altro, all'aumento degli scambi turistico-culturali tra l'URSS e gli altri Paesi avvenuto negli ultimi cinque anni. Nel 1950 visitarono l'Unione Sovietica 156 delegazioni estere; quest'anno ne sono arrivate 678. Lazis ha ciato qualche cifra anche sull'aumento del tu,rismo. Egli ha dichiarato che nel corso del '55, circa seimila turisti stranieri hanno visitato l'URSS. Non si tratta, come ognuno può notare, di una cifra-alta, se si pensa che una città come Roma ne chiama ogni anno alcune centinaia di migliaia, ma bisogna pur sempre compiacersi del progresso rispetto al passato, quando il numero dei visitatori esteri ammessi a visitare l'Unione Sovietica era irrile¬ vtnamcmlZspcsipccsupctdlrPrAshcKtitjvtppaSpsdpKeklfcispetmnsCndtnvctpaulllllllIlllllllllllItlllllllllillllItllllllItlllllItllllllIItl vante. Lazis non ha parlato del turismo 1956, I cittadini sovietici che hanno avuto il permesso di recarsi all'estero, durante il '55, ammontano a millesettecento. Anche qui si tratta di un numero microscopico, se si pensa che l'Unione Sovietica conta più di ZOO milioni di abitanti. Il presidente della Camera non ha precisato quanti dei millesettecento hanno visitato i paesi satelliti e quanti hanno avuto il permesso di spingersi nei paesi occidentali. Riteniamo che questi ultimi siano una piccola minoranza, ma che ci sia stato pur sempre rappresentato un miglioramento rispetto al passato. Hanno parlato in seguito alcuni deputati che hanno visitato i paesi esteri nel corso dell'anno, tra cui la Finlandia, la Polonia, l'Albania, l'Ungheria, la Bulgaria, la Repubblica Popolare Tedesca. Di qualclie rilievo il.discorso del deputato Avchinovic, che ha riferito sul suo viaggio in Jugoslavia. Egli ha parlato dei benefici effetti che il viaggio di Bulganin o Kruscev ha avuto sui rapporti tra i due paesi, e ha detto che il rafforzamento dell'amicizia tra l'URSS e la Repubblica jugoslava potrà influire positivamente nella situazione politica del Sud europeo. Non si è potuto capire meglio il senso preciso di questa allusione. Nel pomeriggio si è riunita, alle quattro, l'alta Camera del Sovirt, quella dell'Unione. Si potevano notare, nel banco riservato ai membri del Praesidium del Comitato centrale del partito, Voroscilov, Kruscev, Kaganovic seduti in prima fila, e dietro a loro Molotov, Malenkov, Staburov e Suslov. Se l'aula del Parlamento sovietico fosse una nave, questo banco, che conta dieci posti, sarebbe il ponte di comando. Esso non si trova, tuttavia, al centro del palco dove siedono i dirigenti, e che dispone di ottantaquattro seggi riuoifi all'Assemblea; ma è un po' spostato sulla sinistra, ed è in fondo, con le spalle per dir così al muroCome abbiamo avuto occasione di dire, il banco del Praesidium forma una isoletta rettangolare, e riunisce le poltrone più ambite dell'Unione Sovietica. E' sempre motivo di curiosità vederlo occupato dai titolari che assommano tutti i poteri di un immenso paese abitato da duecento milioni di uomini, esteso come un conti- tlflIllllllllllllllllllllllllllllIlllllllllIIMIllllllllilI nenie, il cui più piccolo fiume è lungo come l'Italia. I 7 membri del Praesidium presenti alla seduta pomeridiana vestivano tutti abiti blu. Sono passati i tempi in cui, forse dietro l'esempio di Stalin, i dirigenti sovietici portavano^ volentieri quella specie di uniforme nè militare nè borghese, che Malenkov ha reso famosa. In questi giorni di sedute parlamentari, l'aspetto dei supremi capi del partito, e quindi del Paese, è debitamente occidentalizzante: si direbbe che vestono una uniforme borghese, tanto sono uguali. Qualche differenza, tuttavia, si deve al colore delle camicie. Kruscev, Bulganin, Voroscilov, Molotov, che 30no più anziani, ne portano sempre di colore bianco, ciò che dà loro una particolare distinzione. Il primo segretario del partito, che è anche membro del Praesidium del Soviet Supremo, si distingue da lontano per i candidissimi polsini che escono per un buon tratto fuor delle maniche, come usavano gli uomini eleganti della generazione passata. Qualche particolare forse trascurabile, svela l'autorità di Kruscev in mezzo al gruppo del Praesidium. Di quando in quando, se qualche frase degli niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii oratori che si avvicendano al leggìo gli sembra degna di nota particolare, il primo segretario del partito comunista batte le mani. Si tratta come di un segnale: subito gli altri membri del supremo organo del potere sovietico e i deputati dell'Assemblea si uniscono all'applauso. Quando è in aula, è sempre Kruscev che dà il via ai battimani. Nella seduta pomeridiana egli ha voluto approvare alcune frasi del vice-presidente della Camera dell'Unione, Mgievanaze, che alludevano ai continui miglioramenti dei rapporti tra l'Unione Sovietica e la Jugoslavia. Kruscev ha battuto le mani anche quando Mgievanaze ha voluto citare una frase di Voroscilov, secondo cui l'amicizia tra Mosca e Belgrado è una primavera che diventerà presto estate. Domani alle 10 il Soviet Supremo ascolterà la relazione sul viaggio in India di Kruscev e Bulganin. Non si sa quale dei due leaders prenderò la parola. Si crede che in serata i lavori saranno conclusi e il Parlamento dell'Unione Sovietica scioglierà la sua quarta sessione della presente legislatura. ■ Alfredo Todisco