Tra Mendès-France e Duclos pubblico contraddittorio a Parigi di Sandro Volta

Tra Mendès-France e Duclos pubblico contraddittorio a Parigi Tra Mendès-France e Duclos pubblico contraddittorio a Parigi La campagna elettorale dominata dall'angoscioso problema dell'Algeria 200.000 soldati non riescono in duri combattimenti a piegare il terrorismo (Dal nostro corrispondente) Parigi, 27 dicembre. Il problema algerino è ormai al centro della campagna elettorale che si chiude alla fine della settimana. Finora i comizi si erano svolti In modo piuttosto confuso, dominati dalle violenze e dalle volgarità degli squadristi di Pierre Poujade, che ne impedivano 10 svolgimento regolare, oppure da risentimenti di carattere locale e dalla difesa di interessi particolari, come la coltivazione delle barbabietole o la distillazione dell'alcool. Ma ormai la polemica fra 11 blocco delle destre e il Pronte repubblicano ai svolge sul giù urgente e più grave proteina nazionale: quello dell'Algeria. Edgar Paure non ha potuto sottrarsi più a lungo alle insistenze dell'opposizione e, pur deplorando « l'odioso sfruttamento di questa disgraziata questione algerina, per guadagnare qualche voto o qualche seggio», ha dovuto occuparsene lui stesso, in un discorso pronunciato ieri a Parigi. Enormi misure di sicurezza erano state prese per proteggere la sala in cui ha parlato 11 Presidente del Consiglio. Ventisei camion carichi di polizia sono arrivati sul posto, prima che avesse inizio la riunione, e un severissimo servizio d'ordine è stato stabilito per controllare rigorosamente l'ingresso di chiunque. Edgar Paure, a proposito del quale Herriot ha detto in un ' comizio a Lione: «Come vecchio repubblicano, constato che l'atteggiamento di Edgar Paure è estremamente pericoloso per la Repubblica >, ha pronunciato un discorso brillante, sebbene il suo programma per l'Algeria non sia sembrato molto preciso. Il Presidente del Consiglio ha annunciato che in questo momento 326 mila soldati francesi sono nell'Africa Settentrionale, duecentomila del quali in Algeria. « In quanto al problema politico algerino — ha aggiunto — è delicatissimo. Nessuna riforma ha placato sinora i terroristi. C'è un compito economico e politico: bisogna cercare di combattere la paura,. trovare un terreno favorevole affinchè la grande maggioranza della popolazione si allontani dal terrorismo. La Francia non deve in nessun caso separarsi dall'Algeria». A questi propositi, alquanto generici, Mendès-France ha risposto con un piano preciso per riportare la pace e la collaborazione in Algeria, come è ormai avvenuto tanto in Tunisia quanto nel Marocco. Nel momento in cui furiosi combattimenti si stanno svolgendo ogni giorno nella zona di Costantina e di Orano, il leader radicale ha affermato che bisogna trovare ad ogni costo una soluzione al problema algerino prima del mese di marzo, perchè, uoll'inizio della primavera, se la pace non sarà stata ristabilita, la guerra rlschierà di assumere drammatiche proporzioni. Il capo del futuro governo (secondo Mendès-France) dovrà avere pieni poteri per risolvere questo problema. «II Presidente del Consiglio — ha detto — tenuto conto del carattere estremamente urgente della questione, dovrà assumersene personalmente tutta la responsabilità. Dovrà andare ad Algeri, e rimanervi Anche sia necessario per sormontare, sul posto, le resistenze amministrative e costringere alla ragione le feudalità militari e finanziarle che ora dettano legge ». Al contrarlo di Edgar Faure che ha detto di non ritenere, per ora, possibili le elezioni In Algeria, Mendès-France ha detto che « elezioni generali, completamente Ubere e controllate In modo indiscutibile, dovranno avere luogo sei mesi dopo lo scioglimento dell'assemblea algerina ». Tali elezioni dovranno esprimere i rappresentanti popolari, autorizzati a trattare col Governo francese. Ha poi concluso che non. bisogna aspettare che la situazione diventi insanabile «come accadde In Indocina e come stava per accadere in Tunisia » Il capo del partito radicali j ha tenuto stasera a Parigi, davanti a migliaia di ascoltatori, l'annunciato contraddittorio col segretario del parti- to comunista (Pinay e Bldault non avevano accettato l'invito). Mendès-France ha detto che « bisogna costruire una repubblica democratica e sociale: se, da un quarto di secolo, una gran parte della classe operaia è stata attratta dal partito comunista, è perchè l'interesse superiore è stato troppo spesso subordinato agli interessi particolari. Il nostro dovere (ha aggiunto) consiste nel riconciliare lo Stato repubblicano e la classe operala ». Jacques Duclos ha risposto confermando la nota tesi, che non può esistere una politica di sinistra senza una collaborazione diretta con 11 partito comunista. Sandro Volta a r 11 i i 1111111111 ! 111 ; i m 1111 i 11 : i [ i l 11111 ; i ] ; j i j 111 [ i

Persone citate: Duclos, Edgar Faure, Edgar Paure, Herriot, Jacques Duclos, Pierre Poujade, Pinay