Un giorno di tregua elettorale nell'aspra compagna francese di Sandro Volta

Un giorno di tregua elettorale nell'aspra compagna francese Un giorno di tregua elettorale nell'aspra compagna francese L'invio di rinforzi in Algeria e l'aumento del deficit nel bilancio motivi di seria preoccupazione - Martedì pubblico contraddittorio a Parigi tra Mendès e Duclos (Dal nostro corrispondente) Parigi, 24 dicembre. Trecentomila parigini hanno lasciato la città per andare a cercare la neve in alta montagna o il sole sulla Costa Azzurra. Però le vacanze quest'anno saranno più brevi, a causa dell'inconsueto calendario elettorale che ha portato le elezioni al giorno dopo Capodanno. La tregua di Natale Inter- romperà per ventiquattro orela polemica elettorale che si è svolta intensissima fino a stasera e riprenderà lunedì più aspra che mai. La penultima settimana della campagna si è chiusa con una clamorosa smentita alle affermazioni fatte l'altro giorno dal Presidente del Consiglio, smentita che ha visto i partiti della coalizione governativa in. una situazione di serio imbarazzo. Giovedì scorso Edgar Faure aveva infatti dichiarato ufficialmente che < niente nella situazione attuale impone l'invio di rinforzi in Algeria >. mentre il governatore generale dell'Algeria, Jacques Soustelle, ha fatto pubblicare un comunicato in cui afferma di aver chiesto già da diverso tempo l'invio di tali rinforzi. Commentando stamane questa smentita sull' Express, Pierre Mendès-France scrive: c Ciò prova, senza equivoci, che il governo e i suoi portavoce hanno mentito ogni volta che hanno ripetuto che la situazione dell'Algeria non esige forze supplementari. Come possono gli uomini responsabili, se hanno il minimo ri? spetto delle funzioni che occupano, ingannare il Paese con tale cinismo? Viene il momento in cui il machiavellismo, confina con l'alto tradimento >. Nella imminenza delle elezioni, questa smentita ad una affermazione che, tanto il Presidente del Consiglio quanto il ministro della Difesa Nazionale avevano ripetuto in più occasioni, ha vivamente emozionato l'opinione pubblica, The teme il propagarsi d'una vera e propria guerra in Algeria. La prova che il governo cerca di nascondere la verità, viene interpretata come una manovra elettorale, che aumenta l'allarme nella popolazione, preoccupata dagli sviluppi di una situazione di cui non si può fare a meno di constatare le affinità con ciò che accadde in Indocina. Nello stesso tempo della smentita sulle necessità militari per l'Africa del Nord, Pierre Mendès-France ne ha rivelata un'altra relativa alla condizione reale del bilancio nazionale. < Il governo — scrive il capo del partito radicale — aveva dichiarato il mese scorso che il deficit del 1956 sarebbe stato appena superiore a quello del 1955 e che non ci sarebbe stato perciò bisogno di ricorrere a nuove entrate. Invece il ministro delle Finanze ha pubblicato finalmente la relazione contabile della Nazione, da cui risulta che il deficit del bilancio che era di 720 miliardi nel 1955 si eleverà a 1030 miliardi nel 1956: ossia una differenza di 310 miliardi. Il ministro delle Finanze ha dichiarato pure che bisognerà prevedere "misure di compenso": ossia — bisogna parlare chiaramente — nuove imposte >. Richiamo di soldati e tasse: ecco dunque i due grandi temi per l'ultima settimana della campagna elettorale. Il blocco delle destre, responsabile della politica seguita durante la scorsa legislatura, avrà non poche difficoltà a dover trattare questi argomenti davanti agli elettori. Forse è per questa ragione che Antoine Pinay non ha accettato 1* invito rivolto da Pierre Mendès-France ai capi dei grandi partiti avversari del Fronte repubblicano, lPer ,un contraddittorio da te nersl con lui 11 27 corrente in una pubblica piazza di Parigi. L'invito è stato accettato, invece, da Jacques Duclos: il confronto fra i due uomini di opposto temperamento promette di essere appassionante, perchè il segretario del partito comunista con la sua oratoria tribunizia ed i suoi slogali di facile presa sulle masse, è in grado di tener testa ai ragionamenti lucidi e freddi del leader radicale. Ciò che sarebbe riuscito forse difficile al capo delle destre. Sandro Volta

Persone citate: Antoine Pinay, Duclos, Edgar Faure, Jacques Duclos, Jacques Soustelle