I due guardacaccia trovati morti nella neve in fondo a un canalone

I due guardacaccia trovati morti nella neve in fondo a un canalone Erano scomparsi da lunedì netta riserva di Demonte I due guardacaccia trovati morti nella neve in fondo a un canalone Furono travolti da una slavina - Due bracconieri si sono prodigati nelle ricerche, con le squadre di soccorso (Dal nostro inviato speciale) Demonte, 21 dicembre. Dopo quasi sessanta ore dalla loro ■partenza, oggi alle 16-,30 Alfonso Eccher e Giovanni Battista Allietta hanno fatto ritorno alle loro case- Vi hanno fatto ritorno infilati in sacchi di tela impermeabile, portati a braccia dai valligiani che erano andati a recuperare le loro salme. I due guardacaccia sono morti nel compimento del dovere, uccisi da una slavina che si è staccata sotto i loro piedi da un vallone del monte Savi che essi stavano perlustrando nel consueto giro di servizio. Non si tratta dunque dei soliti scriteriati ohe in montagna; si gio-, cano la vita per spavalderia o per imperizia. Eccher e Allietta erano andati lassù, perchè questo era il loro mestiere, sono caduti al loro posto di-lavoro. Ed erano esperti della montagna, ne conoscevano le molteplici insidie, alle quali si aggiungevano quelle inerenti al loro mestiere di guardie, d'una 'vasta riserva di caccia. Erano conosciuti come uomini ligi al dovere, e tuttavia equi. Li stimavano gli stessi bracconieri da essi <■ pizzicati ». Due anni fa Eccher sorprese due bracconieri. Liinseguì fino a Vinadio; li raggiùnse nelle loro case, scovò i tre camosci che essi avevano ucciso, e naturalmente li denunziò. Oggi essi hanno partecipato, con gli altri valligiani, alle operazioni di ricerca e al recupero delle salme. Diciamo i loro nomi: sono i cugini Ferdinando e Guido Coccordano, due uomini che conoscono la legge della montagna, quella dell'affratellamento nel pericolo al di sopra d'ogni altro sentimento. Stefano Eccher era nato 54 anni fa a Valcava in provincia di Trento. Era sposato con una trentina, Graziella Broseghini, di 43 anni, dalla quale aveva avuto 'due figlie, Elsa di se anni (sposatasi da poco a Demonte con Costanzo Mossola, custode della centrale elettrica di S. Giacomo di Demonte) e Noemi di 11. Sette anni /a si era trasferito con la famiglia nella vicina frazione Trinità, di Demonte, ed era stato assunto come capo-guardacaccia della riserva Viridio, appartenente a una diecina di soci del Cuneese. Giovanni Battista Allietta era di Demonte e aveva 32 anni; dal '51 era guardacaccia della riserva Viridio. Poco più di due anni fa si era sposato con la compaesana Lucia Allione, di 26 anni, e avevano avuto una bimba di 16 mesi,' Maria Teresa. Anch'essi vivevano nella frazione Trinità. Nei giorni scorsi Eccher e Allietta avevano notato che il rifugio della riserva, adibito a casa di caccia, era stato infestato dai topi. Lunedi mattina partirono per recarsi anzitutto al rifugio e disporvi delle esche avvelenate. Sul registro di servizio Eccher ha lasciato scritto: * I9.ie.55 - Alle ore 6,30' si parte tutti e due per Viridio a posare il veleno per i topi nelle camere a piano terreno >. Giunsero al rifugio dopo un paio d'ore di marcia, e collocarono le esche avvelenate. Verso le nove si rimisero in cammino iniziando uno dei normali giri di perlustrazione nella riserva. Si avviarono ver. so il monte Savi, a quota S300. Si levò il vento, entrambi furono avvolti dalla tormenta. Non erano uomini da indietreggiare per questo. Proseguirono per un canalone. Erano le 11. Dieci minuti dopo avvenne la sciagura: se ne conosce l'ora esatta perchè gli orologi di entrambi sono stati ritrovati fermi alle 11,10. Percorrendo una crosta di neve gelata, i loro passi provocarono uno slittamento. Ifna caduta fulminea, un rotolare per un centinaio di metri lungo il fianco del canalone fra un rovinio di pietre e neve, trascinati dalla slavina che essi involontariamente avevano provocato. La morte dev'essere stata immediata, per gravissime lesioni interne. Il viso di entrambi presenta poche contusioni. Giacevano accanto, bocconi, quasi affioranti dalla neve; le loro braccia erano piegate contro il viso; nel disperato e vano gesto di difenderlo. Alla sera di lunedì le rispettive mogli noti li videro rincasare, ma non si allarmarono supponendo che essi, a causa del cattivo tempo, pernottassero al rifugio. L'allarme ebbe inizio al mattino di martedì, non avendoli visti rientrare. E mentre qualcuno scendeva a Demonte ad avvertire i carabinieri, una prima squadra preso il sentiero di Viridio. Fu raggiunta poco dopo da una pattuglia di carabinieri della atazione di Demonte. Le ricerche furono seguite sulle loro tracce lasciate nella neve, ma dovettero essere interrotte verso sera a causa del buio. L'allarme intanto si era diffuso per tutta la vallata, era giunto a Cuneo. Martedì sera una squadra di otto uomini del C.A.I., ai quali si erano aggiunti alcuni soci della riserva, giunse a Demonte. Da qui proseguì per Viridio; pernottò al rifugio, e questa mattina alle sei si rimise in marcia. Li accompagnavano, in varie squadre, i carabinieri di Vinadio e di Pietraporzio, i vigili del fuoco di Demonte e di Vinadio, e un gran numero di valligiani dei tre centri. Stamane alle 11 le squadre giunsero al vallone, notarono le tracce della slavina. Non c'erano più dubbi. Eccher e Allietta erano li sotto. E li furono ritrovati poco dopo. Bocconi sotto un lieve strato di nove; accanto come per quattro anni erano stati; e le braccia inutilmente piegate, e irrigidite, contro il mortale pericolo. Hanno messo le salme nei sacchi di tela impermeabile, le hanno trasportate al rifugio. Più tardi, su due macchine arrampicatesi fin lassù, sono state discese a Trinità, e alle 16,30 Eccher ed Allietta sono rientrati, rioidi e paonazzi, dal loro ultimo turno di servizio, per prender posto in una camera ardente, circondati da parenti straziati. Giuseppe Faraci Le squadre'di soccorso tornano con le salme dèlie vittime iiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiii Le vittime della sciagura: Alfonso Eccher (in alto) e Giovanni Battista Allietta