Barricata in casa vittima di allucinazioni è trovata morente dopo 2 mesi di digiuno

Barricata in casa vittima di allucinazioni è trovata morente dopo 2 mesi di digiuno Pietosa follia di una donna che subì gravi sevizie dai fascisti nel 1944 Barricata in casa vittima di allucinazioni è trovata morente dopo 2 mesi di digiuno Distesa sul letto, vestita di una maglia di ferro e avvolta in catene - L'impressionante episodio invia Saluzzo - L'esaltata respingeva l'aiuto degli inquilini accusandoli d'essere spie dell'Orca Undici anni fa venne portata in via Asti perchè osò difendere un ragazzo percosso da un repubblichino In uno stato di esirema debilitazione fisica, con il corpo martoriato da catene eh" le cingevano le braccia e le gambe, fili di ferro che le incidevano ' solchi intorno ai polsi e alle dita, una maglia intessuta di punte metalliche aguzze che le rodevano la carne ad ogni minimo movimento, una donna di 55 anni è stata trasportata ieri pomeriggio alle Molinette. In quelle condizioni era stata trovata poco prima, chiusa nel suo appartamento In via Saluzzo 9, dal quale non usciva da circa due mesi. Due agenti, l'amministratore della casa e un parente erano entrati nell'appartamento dopo avere forzata la grata di un finestrino che dalla scala dà nel bagno dell'alloggio. La poveretta era stosa a terra nella sua camera, di fianco al letto dal quale era caduta nel tentativo di fuggire La sua mente, ottenebrata dalla follia, l'aveva allontanata dagli uomini. Non voleva vedere nessuno, presa come era dalla ossessione degli spiriti maligni che le davano l'assalto e che ella tentava, appunto con quelle torture sul proprio corpo, di allontanare. Il triste episodio sta a conclusione di una pietosa vicenda dominata dalla lenta ma inesorabile psicopatia che minava la salute della poveretta. Costei si chiama Teresa Barbero ed 6 vedova dal 1938 di un noto ipnotizzatore. Nei; tempi in cui suo marito era ancora in vita era una donna normalissima, allegra, loquace e bella; ma quando egli mori, lei mutò di carattere, si la¬ 1m11 [ i 111111111111 f 111 : e i : 111 m 1111111 f 1111 Illl sciò vincere da cupe malinconie. Costretta dalle ristrettezze finanziarle dovette poi affittare parte del''allogglo e ciò l'avvili maggiormente. Incominciò ad apparire strana. A volte, mentre stava parlando con qualche persona con tono normalissimo, si animava e agitava improvvisamente per interessarsi di argomenti o oggetti che con quel discorso non avevano minimamente a che fare. Le sue condizioni peggiorarono sensibilmente durante l'ultimo periodo della guerra. Un giorno trovandosi ad assistere al funerale di tre repubblichini prese le parti dì un ragazzo che era stato schiaffeggiato da un milite perchè non aveva fatto il saluto romano. Lo difeso alla sua maniera, con uvla e strepiti. La sera stessa fu prelevata e accompagnata nella sede dello brigate nere In via Asti. La tennero prigioniera per una decina di giorni durante I quali la sottoposero a sevizie. Finalmente, grazie all'intervento di un vicino di casa, potè riacquistare ia libertà. Ma rincasò sconvolta e cosi rimase per lungo tempo; non voleva vedere alcuno, nemmeno gli stessi suoi Inquilini coi quali pure doveva avere rapporti quotidiani. Due anni fa la malattia sfociò m una prima grave crisi. Già gli spiriti maligni turbavano le sue notti insonni. Una mattina cacciò di casa gli stessi pensionanti gridando che erano spie dell'Ovra e dèmoni e si chiuse in casa. La portinaia, preoccupata per la sua salute, si interessò di procurarle llllllllllllllllllllliililllllllllllllllllllllllllllllllll il cibo, ma doveva farlo senza farsi vedete: la Barbero si chiudeva in camera lasciando nell'Ingresso un poco di denaro e la lista di quanto le occorreva e l'altra, dopo avere acquistato lo vivande, le posava al posto dei soldi Un medico, Il dott. Bima, che aveva conosciuto anche il marito e che godeva perciò particolare stima da parte della donna, riuscì un giorno ad entrare In casa. La trovò avvolta In fili di ferro e in catene. Quando seppe che la poveretta ricorreva a quel rimedi per scacciare gli spiriti, cercò di aiutarla stando al suo gioco. Le disse che non erano necessarie tutte quelle ferraglie pesanti < fastidiose, bastava tenere In mano due piccoli bacchetti di eba nite. E la donna segui quel consiglio: incominciò a rlpresentarsi ,n pubhltcoj seppure munita delle cannucce di ebanite; poi tornò addirittura ad ospitare pensionanti nelle sue camere. I sintomi della nuova, più grave crisi sono riapparsi circa sei mesi fa. La Barbero ha incomin ciato col far funzionare, la radio, anche in piena notte, a volume al tissimo. Gli altri Inquilini protestavano, ma' lei diceva che doveva allontanare I dèmoni. Poi, una sera, Tlpetè la scena di due anni prima: buttò in strada due stu denti che avevano in affitto "due camere, urlando loro Insolenze terribili e accuse di essere della brigata nera. Da allora si fece vedere sempre meno dagli Inqul Irai. Da due mesi, poi, si chiuse definitivamente in casa e si rifiutò dì aprire a chi andava per chie derle se avesse bisogno di qualcosa. Di tanto in tanto si udiva ancora la radio suonare a volume massimo, ma ai primi di dicembre anche questa voce cessò perchè la società erogatrice dell'energia mandò a tagliare i fili non ijvendo la Barbero pagato le boiHette da sei mesi. Il portinaio preoccupato delle sorti della povera donna avverti l'amministratore dello stabile, signor Pierino Caroslo, il quale andò a cercare un parente dr lei, 11 signor Antonio Almo di 58 anni, abitante in via Vassalli Eandi 7. Anche costui cercò di convincere ■ la donna ad aprirgli, ma pure le lIIIIIIIIIIIIIllllIlllllllllllllllllllllllItlllllllllllIllli sue preghiere rimasero senza risultato. Intervenne allora la polizia che con un grimaldello riusci a far girare la serratura; all'interno c'era però la catenella e gli agenti non poterono entrare. Attraverso quello spiraglio parlarono alla donna ma essa, dalla sua camera, rispose che la lasciassero in pace e che si occupassero dei fatti loro; gli agenti non insistettero. Passurono cosi altri giorni e mal la Barbero usci. Gli inquilini e l'amministratore pensavano che ormai bisognava prendere una decisione per salvarla dalla morte per denutrizione cui andava incontro. Avvertito un altro suo parente — Giovanni Natta abitante a Ch'eri — e 11 commissariato di Salvarlo, Ieri pomeriggio si effettuava un nuovo Intervento. Poiché la donna non rispondeva assolutamente ai richiami, i soccorritori decidevano di forzare la grata di una finestra del bagno e attraverso ad essa penetravano nell'alloggio. La povera donna giaceva a fianco del letto, pallida emaciata, con il corpo torturato da una enorme quantità di filo di ferro e d catene. In più punti le estremità arrugginite del filo avevano causato lesioni alle carni che sanguinavano o< apparivano ricoperte da grosse croste. La Barbero, quando ha visto gli uomini, ha tentato di rialzarsi per fuggire, ma le sue gambe noti la reggeva¬ niiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii no ed ella è nuovamente stramazzata sul pavimento. E' sfinita, ha la febbre, il suo cuore batte lievissimo, eppure ha la forza di gridare. Nella corsia delle Molinette dove è stata portata ha continuato a gridare a lungo fino a tarda ora contro chi le aveva tolto 1 ferri che la cingevano tutta per proteggerla dagli spiriti maligni. I medici le hanno praticato iniezioni cardiotoniche e altre di sostanze nutrienti; hanno anche cercato di farle ingerire qualche cibo ma lo ha rifiutato recisamente. Vuole solo combattere contro 1 fantasmi che popolano la sua niente malata e che sono ancora nelle vesti dei militi della brigata nera che la torturarono nel '44. Teresa Barbero ved. Berio

Persone citate: Antonio Almo, Berio, Bima, Giovanni Natta, Pierino Caroslo, Teresa Barbero