Trapianti di pelle sulle piaghe del ragazzo bruciato nella cantina
Trapianti di pelle sulle piaghe del ragazzo bruciato nella cantina Un estremo tentativo per strapparlo alla morte Trapianti di pelle sulle piaghe del ragazzo bruciato nella cantina L'operazione a un mese dalla tremenda sciagura di via Vanchiglia - Si tenta tuttora di evitare il pericolo del blocco renale - Crede che il compagno sia vivo in altro ospedale - Lo strazio dei familiari A un mese esalto di distanza dalla gravissima sciagura accaduta in una cantina di via Vanchiglia 3», dove trovò orribile morte tra le fiamme il diciassettenne Alfredo Cortese, il suo amico di sventura Martino De Felice di dodici anni sta ancora soffrendo pene inenarrabili per le vastissime ustioni che gli hanno martoriato il corpo. Ieri all'istituto Maria Adelaide egli è stato sottoposto ad un nuovo difficile intervento chirurgico, il secondo da quando è ricoverato. Lunedi scorso era stato sot- a o e a e o e , - 1 a o a i e o e a e a e i a o e n a e ì toposto al raschiamento della pelle della gamba sinistra che In seguito alle gravissime ustioni aveva perduto la propria vitalità. Ieri, a distanza di cinque giorni, i medici gli hanno effettuato 11 trapianto cutaneo. Al povero ragazzo sono state asportate vaste zone di pelle sana, dalla schiena, dalla coscia interna destra e dalle parti interne di entrambe le braccia; e questa pelle è stata trapiantata sulla gamba sinistra. I medici sperano di salvarlo, ma tuttavia non lo considerano fuori pericolo. Il suo organismo deve ancora lottare a lungo e faticosamente contro 11 male che può da un momento all'altro sopraffarlo. Il ragazzo soffre terribilmente avendo ogni parte del corpo macerata dal dolore, sia per le ustioni e sia per l'asportazione della pelle vitale. Si alternano al suo capezzale il padre, la madre e uno zio. Spesso, tra un lamento e l'altro, Martino chiede dell'amico Alfredo. Non conosce ancora la sua tragica fine. I familiari gliel'hanno tenuta nascosta per evitargli uno « choc » che, date le sue condizioni già gravi, potrebbe essergli fatale. Gli hanno detto che si trova in un altro ospedale e che soffre anche lui, molto. Talvolta il ragazzo sembra incredulo. Chiede : € Ma è proprio vero che è in un altro ospedale?». Lo rassicurano e lui dice che è molto preoccupato perchè non lo vide uscire dalla cantina. In certi momenti le atroci sofferenze gli annebbiano la mente, lo fanno vaneggiare. E allora egli rivive il terribile attimo in cui l'esplosione della latta di solvente lo spinse verso la porta con gli abiti in fiamme : « La porta è da questa parte — mormora — da questa parte ». II particolare della ubicazione della porta lo ossessiona anche quando la sua mente è lucida. Racconta Infatti che come 11 solvente si Infiammò ed egli si trovò sulla soglia della cantina, si preoccupò subito di Alfredo che non riusciva più ad lntravvedere. E gli diceva: < Vieni, vieni da questa parte, è di qua che si esce ». Poi corse nel cortile, come una torcia, e perse i sensi. Adesso non sa se l'amico usci o non usci da quella cantina e chiede notizie, dubita, torna a chiedere. I familiari lo tranquillizzano con la pietosa bugia: « Soffre molto anche Alfredo — dicono — ma ti manda a salutare ». Se 11 trapianto della, pelle darà esito positivo le probabilità di salvezza di Martino De Felice iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiniiiiiiiiliiiiiiiiiiiiii potranno aumentare sensibilmente. Intanto, però, nello strazio del suoi familiari c'è anche 11 timore che tutte queste sue sofferenze siano inutili.
Persone citate: Martino De Felice
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