Nuovo veto sovietico al Giappone

Nuovo veto sovietico al Giappone Nuovo veto sovietico al Giappone (Dal nostro corrispondente) New York, 15 dicembre. L'ambasciatore Alberico Casardi, sino a ieri osservatore italiano all'ONU e da oggi suo rappresentante straordinario, è stato invitato dai presidente dell'Assemblea Generale, il cileno José Mano, a prender posto nell'assemblea pochi minuti dopo le ore 10 di stamane. In quel momento J» partecipazione dell'Italia all'organizsar eione internazionale divenne un fatto oompiuto, ■ <■■ ■ I posti assegnati ai delegati delle sedici nazioni ammesse ieri erano già «tati fissati personalmente da Mona seguendo l'ordine alfabetico inglese, in vigore in ogni organo delle N. V. L'Italia siederà così fra Israele e Giordania (Jordan in inglese), due nazioni divise da un fiero conflitto: è un posto quindi che esprime anche topograficamente la funzione che l'Italia dovrà assumere negli schieramenti mediterranei i cui problemi preoccupano tanto, proprio in questi giorni^ le Nazioni Unite. Casardi che, come il suo predecessore ambasciatore Guidotti, ha brillantemente contribuito al successo di ieri, è stato accolto dai molti amici dell'Italia con particolari manifestazioni di amicizia e di interesse, specialmente vive da parte delle nazioni latino-americane. Molto cordiale l'accoglienza anche delle nazioni arabo-asiatiche: unica fra le grandi nazioni europee, l'Italia non ha problemi coloniali che possano dividerla dal blocco anticoloniale. Da notare il cordiale atteggia/mento dell'Etiopia. Questa notte la delegazione abissina non potè intervenire a tempo per il voto all'Assemblea Generale; il rappresentante etiopico stamane ha fatto mettere a verbale che approvava senza condizioni l'ingresso dell'Italia, che ha così avuto l'unanimità dei 60 voti. Nè Casardi, nè gli altri rappresentanti dei Paesi eletti ieri hanno però avuto modo di esprimere all'Assemblea l'atto di adesione dei loro governi all'ONU perchè alcuni dei Paesi ammessi ieri, come il Nepal e l'Albania, non hanno rappresentanti qui in America; dovendo attendere il loro arrivo, il presidente Maza ha deciso che per oggi l'insediamento avvenisse senza le solennità di prammatica. Queste vengono riservate ad altra occasione; forse saranno fissate per domenica o lunedì, e quindi non è affatto, escluso che i ministri degli Esteri dei nuovi Paesi (incluso Von. Martino) possano trovarsi a 'New York in tempo. Ma questi problemi di forma, che hanno pure una loro importanza, sono già oscurati da preoccupazioni d'ordine politico. « Come voteranno i nuovi membrit >, si chiede oggi l'Assemblea. Il problema è urgente, perchè domani l'Assemblea Generale dovrà riprendere in esame la elezione al Consiglio di Sicurezza di un membri non permanente (soltanto t « Cinque Grandi > hanno un seggio permanente). Come si sa, esistono due- candidature: alcune nazioni, guidate dagli Stati Uniti, propongono le Filippine, altre, guidate dall'Inghilterra, seguita dal blocco sovietico e arabo-asiatico, propongono la Jugoslavia. Dopo sette ballottaggi, nessuno dei due Paesi ha ottenuto i prescritti due .terzi di voti Ora U problema è complicato dall'ammissione delle sedici nuove nazioni. Da alcune parti si è già avanzata là proposta di indurre Filippine e Jugoslavia a rinunciare alla propria candidatura e. ad appoggiare quella di uno fra i nuovi Paesi ammessi. La delegazione francese, anzi, starebbe compiendo sondaggi del tutto preliminari per determinare quale appoggio troverebbe la proposta di candidatura dell'Italia. Le grandi potenze mantengono un atteggiamento riservato; oggi sono state impegnate soprattutto nel problema del Giappone, escluso ieri dall'ONU. Il portavoce del Dipartimento di Stato ha denunciar to stamane, in termini assai forti, la « patente ingiustizia » commessa dalla Russia ponendo ieri il veto all'ammissione dell'Impero nipponico, ed il delegato americano ha chiesto una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza, in cui ha chiesto alla Russia di rovesciare il suo veto, per rendere possibile la ammissione anche del Giappone prima della fine della sessione, cioè entro domani sera. In linea subordinata, la Russia avrebbe dovuto almeno assumere l'esplicito impegno di approvarla nella prossima sessione, nella primavera del 1956. Ma il delegato sovietico Sobolev ha opposto un nuovo duplice veto: è chiara l'intenzione di Mosca, di conservarsi una moneta di scambio nelle trattative di pace con il Giappone, che riprenderanno il mese prossimo a Londra, e di prepararsi a negoziare, l'anno venturo, l'ammissione del Giappone contro quella della Cina comunista. Gino Tomajuoli l'ingresso dell'Italia nelle Nazioni Unite». Da qualche parte si è espresso qualche dubbio sulla opportunità del richiamo al passato, ora che la vicenda è andata a buon fine. Esso pare, peraltro, determinato esclusivamente i da ragioni di politica interna, per bloccare sul nascere l'inevitabile polemica tra comunisti e democratici sulle « responsabilità > del ritardo nell'ammissione nell'Organizzazione dèlie Nazioni Unite. - Dopo poche ore, infatti, ha provveduto lo stesso Togliatti ad aprire. la polemica con un articolo che uscirà domattina su l'Unità. Si intitola: Un ministro degli Esteri non deve rendersi ridicolo, e basterà questo titolo, pensiamo, a farsi un'idea del contenuto. Il leader comunista vi riassume tutte le critiche che per anni ha rivolto alla condotta della nostra diplomazia, che avrebbe dovuto insistere perchè .gli niiiiiinuiiiiiiiiiiitiiiiiimimiiiiiimiiiiiiiiiui è l è , l a i i a i n a e à e i a i Stati Uniti abbandonassero la < discriminazione » tra gli Stati che avevano chiesto l'ammissióne, e ne aggiunge di nuove, espresse in tono particolarmente villano contro Mar-, tino («Scuota e spezzi il guinzaglio americano, e soprattutto si ricordi che un ministro degli Esteri .deve sforzarsi sempre di non far ridere la gente alle proprie spalle >). . Là verità, come al solito, è molto distante dalle esasperate contrapposizioni polemiche, Se tempo tutta la sua azione sulla possibilità di una ammissione isolata del nostro Paese, è altrettanto vero — come risulta da indiscutibili dati di fatto — che quando dovette prendere atto dell'alcatorietà di questa speranza spostò risolutamente la sua azione .verso la soluzione delle « ammissioni collettive » e ne fu, anzi, in un certo senso, la promotrice. .. » im

Persone citate: Alberico Casardi, Casardi, Gino Tomajuoli, Guidotti, José Mano, Maza, Sobolev, Togliatti