Vantaggi reali

Vantaggi reali Vantaggi reali L'ammissione del nostro Paese all'ONU ha indubbiamente offerto a tutti gli italiani un motivo di grande soddisfazione morale: la nostra minorità internazionale è finalmente cessata, dopo una lunga quarantena che non era in nostro potere abbreviare. Anche maggiore del significato morale dell'avvenimento è quello politico; l'ingresso all'ONU segna infatti un mutamento decisivo nella posizione internazionale dell'Italia, con effetti che si faranno sgmpre più sentire nella nostf a condotta negli affari estlri. Nuovi diritti e doveri, nuove responsabilità in genere, spettano da oggi all'Italia: è la contropartita necessaria della partecipazione ad una comunità ormai veramente mondiale. Dopo la guerra fascista e la conseguente sconfitta, l'Italia rientrò quasi subito nel consesso internazionale, attraverso l'inserimento nel sistema occidentale. Elementari esigenze di difesa, da un latòj libera elezione degli alleati congeniali, dall'altro, non le consentivano ovviamente altra scelta. Accanto agli inestimabili vantaggi così conseguiti, vi era però anche un lato negativo ; precisamente, il fatto che in tal modo l'Italia acquistava per forza di cose una posizione unilaterale, aggravata poi dal crescente irrigidimento della « guerra fredda » e dalla relativa scissione del mondo in due. Con l'ammissione all'ONU proprio nel momento in cui la « distensione » — sia pure tra molte difficoltà —• si viene sviluppando. l'Italia trova ora un foro internazionale creato apposta per annodare contatti diretti fra tutti gli Stati. La nostra politica estera acquisterà quindi un più largo respiro; ai nostri rappresentanti si aprirà un campo nel quale potranno ottimamente esplicare la missione propria dell'Italia: la ricerca della maggiore e migliore intesa possibile fra i popoli tutti. L'allineamento con l'Occidente, che rimane sempre la base della nostra politica estera, non inciderà affatto negati? vamente su questa futura attività di mediazione e di avvicinamento ; al contrario, se sarà fatto valere abilmente, offrirà un buon punto d'appoggio ai nostri interventi. All'ONU, del resto, non vi sono i due soli blocchi occidentale e orientale, ma anche un blocco arabo-asiatico e uno latino-amer'cano; senza contare poi i Paesi neutrali e quelli che non hanno una posizione rigidamente predeterminata. Data inoltre la grande ricchezza e varietà dei problemi trattati, esiste veramente una larga possibilità di manovra, come dimostra, per esempio, l'opera preziosa spiegata dal Canada per le ultime ammissioni. D'altra parte, occorre anche sapersi assumere le proprie responsabilità, fare delle scelte che non sempre saranno facili. Se l'Italia fosse stata presente ai lavori dell'attuale Assemblea, avrebbe dovuto, per citare un caso tipico, votare prò o contro la Francia nella questione dell'Algeria; potrà domani essere chiamata a pronunciarsi sul problema di Cipro o su quello di Formosa. L'assenza dall'ONU poteva sembrare un comodo porto di rifugio dalle più spinose questioni internazionali; iù realtà ci relegava in un limbo politico, sovente più spettatori che attori. Queste accresciute responsabilità avranno poi un effetto altamente benefico sul piano interno, perchè l'opinione pubblica italiana sarà costretta a interessarsi da vicino di grandi problemi, che oggi solo giudica remoti o marginali. Una delle peggiori eredità del fascismo — il provincialismo autarchico inseparabilmente congiunto alla retorica nazionalistica — sarà definitivamente liquidata solo dal contatto diretto con la realtà complessa dei numerosi problemi che travagliano il mondo. Nell'era atomica il mondo è davvero uno, e ogni popolo è intimamente cointeressato alle vicende di ciascun altro, per piccolo e remoto che sia; inutile e vile, quindi, rifiutarsi di «mourir pour Dantzig» (come certi francesi nel settembre 1939), se a suo tempo ci si è disinteressati dell'andamento delle vicende internazionali. L'Italia democratica rifiuta energicamente la sciocca derisione antisocietaria che guidò la politica estera del fascismo. Essa sa, invece, che le organizzazioni internazionali sono l'intelaiatura vitale del mondo moderno, massima e prima di tutte l'ONU. Se non altro, nei dieci anni di esistenza, le Nazioni Unite hanno esercitato quella forza centripeta che ha impedito a un mondo diviso di andare completamente a pezzi; hanno permesso agli avversari di continuare a discutere in una sede comu- ne- f. v. L'ambasciatore Alberico Casardi (a sinistra) rappresentante Italiano alle Nazioni Unite, ed il delegato Tornetto, seduti dietro li banco assegnato all'Italia (Radiofoto)

Persone citate: Alberico Casardi