Chi può pagarli?

Chi può pagarli?Chi può p Il film «medio», normale, è diventato un riccone ■ Possibilità dei mercati interni e di quelli stranieri - Spedizione nel Darien- Una enciclopedia che deve essere proiettata - Il «vecchio e il mare*, da Hemingway - Consultiva in Giappone Ricorre sovente, nel quasi gergo della produzione cinematografica, il termine di film < medio ». Significa un film di non molte pretese ma diligente e decoroso, dotato di un suo discreto comfort spettaaolare, e oculato, anzi oculatissimo, per ciò che riguarda preventivi e consuntivi. Dopo la fine della guerra un film medio costava sui cinquanta-sessantu milioni; sono poi saliti a cento, a centoventi; e per poco che vi siano poste in atto non smodate ina legittime ambizioni, si può ora anche giungere ai centocinquanta-duecento. Tutto è rincarato ma le massime e preponderanti incidenze sono dovute a poche « voci », a pochi compensi: quelli del regista, delle attrici e degli attori. Ma si tratta pur sempre di un film medio in formato normale e in bianco e nero. Ad ascoltare parecchi produttori si direbbe che tale film medio stia diventando minimo, poiché ora i pretesi gusti del pubblico andrebbero decisamente verso le riprese a colori e in grande formato. Si tratti di Technicolor o d\ Eastmuncolor o di Ferraniacolor, si tratti di Cinemascope o di Vistavision, quei costi vanno allora raddoppiati e anche più, srfca dai trecentoottanta ai quattrocentosettanta milioni. E poiché il film « normale », ad ascoltare quelle voci, dovrebbe ormai essere di codesto tipo, u costo normale, di questa nuovissima < me dia », si avvicinerebbe quindi al mezzo miliardo. Il costo di un film, come di qualsiasi altro prodotto, non è mai eccessivo se poi il suo reddito netto lo supera soddisfacentemente. Ma chi può pagarli, quei costit II mercato italiano, quando offra ottimi incassi, pud in media dare dai centocinquanta ai trecento milioni. La differenza, e il guadagno, dovrebbero essere dati dai mercati stranieri. Ci sono stali casi fortunatissimi, ma troppi altri si sono dovuti accontentare di cèspiti modesti, e persino di briciole. Non è allora almeno azzardato tendere a intelaiare una produzione su moduli eccessivi, quando il nostro film non passivo è tutt'oggi una frequente eccezione, ma sempre un'eccezione t . I produttori di Hollywood possono seguire quelle vie, da essi stessi escogitate e attuate (colore più grandi formati), anzitutto perché il loro < mercato » interno è tanto vasto quanto redditizio, e poi perché hanno in ogni Paese, e da tempo, organismi di diffusione assai potenti e radicati (in Italia, circa due [ terzi dei film che si proiettano sono americani). D'altra parte gli incassi nelle nostre sale sono quest'anno diminuiti per i film a grande schermo; e recentemente, a Roma, il noto produttore americano Stanley Kramer ebbe a dichiarare: <Temo -che il cinema italiano stia diventando troppo ricco. La sua tendenza verso'i grandi spettacoli farà prima o poi rimpiangere i grandi film umani che ha saputo esprimere nel passato ». Be?i vengu la nuova legge sulla cinematografia a riassestare il nostro ambiente; ma la legge non servirà a molto se t più direttamente interessati non sapranno imporsi consapevoli e proporzionati criteri di produzione. * * Avremo una Beatrice Cenci di Riccardo Freda, in cinemascope e a colori, da un copione di Jacques Rémy. — Percorrendo lo stesso itinerario percorso nel 1875 dal francese Weys, incaricato dal Congresso delle Scienze di Parigi di studiare un tracciato per la apertura del canale di Panama, una spedizione italiana cinematografica attraverserà la ancora selvaggia zona del Darien, traendone uh ampio documentario a colori, che avrà l'appoggio del governo panamense. — Sono in preparazione: Benito Cereno di Alberto Lattuada, Messico di Luciano Emmer, Le quattro naiadi della fontana dell'Esedra di Leonardo Cortese. — Due interessanti temi per documentario sono affrontati da Roberto L. Savarese, entrambi dj ambiente aeronautico: Rotta nord e Volo di notte. — < Sarà il mio secondo film storico, ha detto Gloria Swanson, parlando del Nerone per il quale è da qualche tempo a Roma, che avrà per regista Steno e, fra gli altri interpreti, Alberto Sordi. — Intanto lo stesso Sordi ha Anito di essere Lo scapolo, per la regia di Pietrangeli, con Fernand Gomez, Madeleine Fischer, Abbe Lane e Xavier Cugat. * * Si sa quato valido strumento didattico possa essere il cinema, per qualsiasi scolaresca di qualsiast scuola.' Nell'anteguerra la Germania, avendo perduto il meglio degli uomini della sua cinematografia in seguito a persecuzioni razziali, e avendola quindi r.dotta a schemi edulcorati o di propaganda, manteneva una ina ragguardevole posizione nel campo, più tecnico e amorfo, dal film didattico; alla cine- mateca centrale scolastica di Berlino si poteva scorrere un ricchissimo repertorio, che andava dalle scuole elementari ai corsi universitari. Da noi, in tale campo, non si è fatto gran che; deve essere quindi segnalata un'iniziativa della « Filmeco » che, dopo quasi due anni di non facile lavoro, ha ora ultimato un primo gruppo di brevi documentari, in bianco e nero e a colori, facenti parte di una sua vera e propria Enciclopedia, Conoscere. Ogni documentario si iscrive sotto una lettera dell'alfabeto, è di circa trecento metri, e raggruppa al massimo tre «voci» (per esempio: A: Acqua - Alluvione - Antico/i^ Le uarie voci trattano argomenti scientifici, artistici, sociali, geografici, sportivi, ecc.; tra quelle finora realizzate si trovano « Barometro» e «Culla termostatica », « Camorra napoletana » e « Lorenzo Lotto », « Nuraghe » ed « Equitazione», «Rotocalco» e «Quirinale ». * * Verso la metà del prossimo anno dovrebbe essere posto in vendita, negli Stati Uniti, un nuovo tipo di pellicola cinematografica, di una particolare maggiore resistenza e soprattutto di una maggiore stabilità dimensionale nei confronti dei precedenti. — Nelle acque di Cuba si sono iniziate le riprese de II vecchio e il mare, dal romanzo di Hemingway, protagonista Spencer Tracy. — La commedia Berenice, opera poco nota di Robert Brasillach, fucilato per collaborazionismo nel 1945, diventerebbe un film unicamente perché la sua vicenda è molto simile a quella recentemente vissuta dalla principessa -Margaret. — Tempo d'assassini, il nuovo film di Duvivier, vedrebbe -riunirsi ancora una volta il regista e il suo interprete preferito di un tempo, Jean Gabm (La bandera, Pépé-le-Moko). — Dovrebbe prossimamente insediarsi a Tokio un Comitato nazionale giapponese che avrebbe compiti consultivi nei confronti di tutti i problemi di quella cinematografia (importazione di film stranieri e loro incassi <; congelati >, cinematografia per ragazzi, ecc.) Il nuovo Comitato, e la notizia è stata accolta con profonda soddisfazione, non dovrebbe avere la minima ingerenza nella censura. — Si annuncia un nuovo sistema, a grande formato beninteso, il Naturuma * * Cattiva stri.i.a. — A Huamantla, una piccola località dell'interno del Messico, si sta lavorando a un film, La eacon dida, che proprio non si direbbe nato sotto una buona stella. Prima tocca alla protagonista, Maria Felix, ferirsi, e non poco, cadendo sopra una grossa giara di terracotta. Qualche giorno dopo fa controfigura di Armendariz, l'altro protagonista, si rompe una gamba. Quattro altri attori sono poi improvvisamente costretti a letto. Un settimo, Andrea Soler, dovendo partecipare all'assalto di una locomotiva, per un'inavvertenza del fuochista ha il volto gravemente ustionato da un getto di vapore. E il povero regista? Da una settimana è in preda a una profonda depressione nervosa. m. g.