Einaudi ritornato ai Senato

Einaudi ritornato ai Senato Einaudi ritornato ai Senato II saluto di Merzagora e Segni e hi risposta dell'ex-Presidente tra alti applausi : " Sono convinto che in quest'aula si è tornati alla vera garanzia della libertà politica,, Roma, 13 dicembre. Una lieta parentesi s'è inserita oggi nell'austero ordine del giorno del. lavori del Senato con 11 ritorno In aula di Luigi Einaudi, senatore a vita. L'annuncio si era diffuso fin dall'inizio della seduta ed era valso ad affollare l'aula e le tribune, in una delle quali era donna Ida in compagnia della consorte del segretario generale del Senato, aw. Picella. Luigi Einaudi mancava da Palazzo Madama dalla primavera del 1948. L'ultimo suo atto quale senatore di diritto, prima di essere eletto alla suprema magistratura dello Stato, era stato quello di partecipare alle votazioni per la Costituzione dell'ufficio di presidenza, che si conclusero con l'Insediamento di Ivanoe Bono mi. Poi vi fu la seduta solenne del Parlamento l'8 maggio ed Einaudi andò al Quirinale. Oggi l'ex-PreBidente è ritornato a Palazzo Madama accompagnato ^ei senatori Zanottl Bianco e Bertone. Vestiva di bleu, aveva un lieve sorriso sul volto minuto, e gli occhi vivissimi dietro le lenti. L'assemblea s'è levata in piedi applaudendo a lungo. Ringraziando con brevi cenni del capo, Luigi Einaudi ha raggiunto un seggio del settore di centro-destra e si è seduto, imitato dai colleghi. Merzagora gli ha allora rivolto fervide parole: < Luigi Einaudi è con noi e noi gli rivolgiamo un deferente cordiale saluto. Egli interviene per la prima volta ai lavori dell'assemblea dopo la cessazione dalla suprema magistratura della Repubblica nella quale ha prodigato le sue insigni doti di studioso e di statista. Da lui 11 Senato attende, come per il passato, un prezioso contributo di scienza e di saggezza politica». Nuovi applausi e nuove parole di benvenuto, questa volta dall'on. Segni, a nome del Governo: c Con Luigi Einaudi ebbi l'onore di collaborare In un momento molto difficile della situazione monetarla italiana. A lui va il debito riconoscente della Nazione per la stabilità, della nostra moneta, bene tra 1 più preziosi. MI auguro che egli possa a lungo collaborare nel Senato con quello spirito di solidarietà sociale, con quella nobiltà e sapienza con le quali egli resse in questi ultimi anni il governo dello Stato ». Chiara e pur venata di com¬ mozione s'è levata la voce di Einaudi per ringraziare Merzagora e Segni: « Sono orgoglioso di rientrare in questa aula nella quale feci ingresso la prima volta il 9 dicembre 1919. Allora fui accompagnato al banco della presidenza da due carissimi amici: i senatori Francesco Ruffini e Luigi Albertini. Confesso di aver provato una certa soggezione nel vedermi circondato da tante teste canute. Ma questo sentimento andò pian plano scomparendo allorché potei persuadermi che nell'aula dominava la più ampia ed illimitata libertà di discussione. Ed è ben vero che, se questa libertà illimitata non esiste, manca la ragione del Parlamento, manca la ragione della libertà politica. « Successivamente, un po' per volta, la libertà di discussione s'illanguidì, si converti gradatamente in libertà oggettiva. Ma durante questi ultimi anni, seguendo i dibattiti dell'assemblea, dalla quale non mi sono mai idealmente staccato, ho tratto la persuasione che si è tornati alla vera garanzia della libertà politica, alle migliori tradizioni, di un'epoca passata ». Rinnovati applausi hanno suggellato queste parola.

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