L'Italia e altri diciassette Paesi non sono stati ammessi all'ONU di Gino Tomajuoli
L'Italia e altri diciassette Paesi non sono stati ammessi all'ONU Uopo una drammatica discussione al Consiglio di Sicurezza L'Italia e altri diciassette Paesi non sono stati ammessi all'ONU La Cina nazionalista pone il veto all'ingresso della Mongolia Esterna - Per rappresaglia il delegato sovietico si oppone alla domanda di tutti gli Stati proposti dall'Occidente - Amari commenti a New York ("Dal nostro corrispondente) New York, 13 dicembre. L'Italia e le altre diciassette nazioni, che avevano presentato la candidatura per l'ammissione all'ONU, non sono potute entrare nell'organizzazione Internazionale. La Cina nazionalista ha posto il veto alla Mongolia Esterna, patrocinata rtajr l'URSS; subito dopo, il dele- gato russo, come -già era-previsto, ha posto li veto «di rappresaglia» contro i paesi raccomandati dalle potenze occidentali. L'ostinazione di Ciang Kaiscék, il generalissimo di Formosa che ancora detiene il posto di € Grande » alle Nazioni Unite, e la rappresaglia sovietica hanno fatto fallire una lunga, paziente e lenta opera diplomatica, che era stata condotta soprattutto dal Canada, dal Brasile e dalla Nuova Zelanda. E la sorpresa è stata tanto più amara, in quanto la giornata era cominciata con una nota relativamente ottimistica. Il delegato sovietico aveva sostanzialmente accettato il sistema di procedura proposto dagli ultimi due « mediatori » e si poteva sperare che il Consiglio potesse procedere su quella base e votare (secondo gli accordi precedenti) in favore di tutte le diciotto candidature, chiedendo all'assemblea generale, già ben disposta, di ratificare questa decisione. Ma a questo punto è intervenuto il delegato cinonazionalista. Dopo aver condannato come < immorale e indegno dell'OM.U.y il negoziato concluso da cinquantadue Paesi con la Russia, per l'ammissione dei cinque satelliti sovietici (Romania, Bulgaria, Ungheria, Albania e Mongolia Esterna), egli propose che — ai diciotto candidati — ne venissero aggiunti subito altri due: la Corea del Sud ed il Vietnam. Era chiara l'intenzione di sabotare tutto il precedente lavorio diplomatico e di rendere impossibile l'accordo: Vietnam e Corea meridionale sono Stati dalla personalità internazionale discussa, e gravati da complessi problemi tuttora aperti. Per quanto colpiti sfavorevolmente dalla manovra cino-nazionalista, i grandi Paesi occidentali dichiaravano- di accettare la proposta: Francia, Inghilterra e Stati Uniti avrebbero dato voto positivo. Ma l'atteggiamento sovietico apparitici subito negativo: Mosca non riconosce nè la Corea del Sud ne il Vietnam. Dopo un'aspra e drammatica discussione, il Consiglio di Sicurezza passa al voto. Si cominciava con l'Albania (le votazioni avvenivano secondo la data di presentazione della domanda alla Segreteria generale): il piccolo Stato europeo otteneva 9 suffragi favorevoli e 4 astensioni, ma nessun veto e quindi <passava». Subito dopo era la volta della Mongolia Esterna; come era ormai chiaro, immediatamente il delegato cino-nazionalista metteva il veto. Era l'Inizio di una disastrosa < reazione a catena ». Sarebbe inutile seguire le singole votazioni: ad ogni Paese sostenuto dall'Occidente, il delegato russo opponeva il suo veto. Pertanto, secóndo la procedura del Consiglio di Sicurezza, il conto dei voti favorevoli e di quelli contrari appariva inutile. L'Italia è stato il settimo Paese ad affrontare l'esame dell'organizzazione; ed era eliminata dal cho» russo. Alla fine, il Con¬ siglio decideva di non raccomandare l'ingresso all'O.N.U. di nessuno dei diciotto Paesi: Italia, Spagna, Austria, Giappone resteranno (assieme agli altri quattordici Stati) fuori delle Nazioni Unite. I commenti che si ascoltano stasera nel < Palazzo di vetro » ove ha sede l'ONU, sono amari ed assai aspri. Se il veto russo a paesi come l'Italia (il sesto cnoy sovietico in sette anni) appare assurdo ed ingiusto, viene vivacemente- rimproverata a Ciang Kaiscelc non solo la sua ostinazione, ma anche la tortuosa manovra impiegata per sabotare il lavoro dei < mediatori ». Nei riguardi della politica interna ed internazionale degli Stati Uniti, è di eccezionale importanza la riunione dei capi parlamentari, convocata oggi da Eisenhower alla Casa Bianca. Il Presidente ha assistito al convegno per tre ore filate; poi, obbedendo al consiglio dei medici, si è ritirato per riposare, e la seduta è continuata sotto la direzione di Dulles. Erano presenti, con i capi di tutte le più importanti commissioni delle due Camere, i Segretari agli Esteri, alla Difesa ed al Tesoro. Gran parte della discussione è coperta, ovviamente, dal più stretto segreto. Tuttavia un breve comunicato ufficiale ed alcune indiscrezioni consentono di riassumere le più im¬ portanti decisioni. Esse sono: 1) la politica estera americana darà particolare cura all'assistenza economica e tecnica ai Paesi del Medio. Oriente e dell'Asia, reagendo alla nuova azione sovietica; 2) il bilancio della Difesa resterà molto alto: H miliardi di dollari (quasi SS mila miliardi di lire); 3) sarà cercato l'equilibrio del bilancio, nonostante un imponente programma di lavori pubblici, soprattutto per la rete stradale. Dopo la riunione, Eisenhower è tornato nella sua fattoria di campagna a Gettysburg e Dulles è partito in aereo per Parigi, dove interverrà ai lavori del Consiglio Atlantico. Gino Tomajuoli
Persone citate: Ciang, Ciang Kaiscelc, Dulles, Eisenhower
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