Gli operai lottano contro le fiamme mentre si susseguono le esplosioni

Gli operai lottano contro le fiamme mentre si susseguono le esplosioni Vn violento incendio in una fabbrica nei pressi di Collegno Gli operai lottano contro le fiamme mentre si susseguono le esplosioni Coraggiosa abnegazione per isolare il fuoco e salvare le macchine e gli impiantì - Scoppia una caldaia; le lampade al neon esplodono come bombe: un giovane ustionato e alcuni contusi Molto allarme ieri pomeriggio in frazione Santa Maria di Collegno; è scoppiato un violento Incendio in una fabbrica e ne sono seguite drammatiche scene di panico, fortunatamente non si devono registrare vittime, se si eccettuano un ustionato e alcuni contusi: i danni, invece, sono rilevanti. La fabbrica è la « Larex », in strada di Francia 183, un grande laboratorio moderno per la costruzione di pannelli brevettati, ove, complessivamente, sono impiegati cinquanta operai, fra uomini e donne. Il sinistro si è sviluppato in un vasto ambiente al pianterreno: in questo locale vi sono tre presse di grosse proporzioni, una caldaia che alimenta le presse e numerose cataste di tavole di legno, non più consistenti di un foglio di carta. Ieri, verso le 15,80, accanto ad una pressa erano il capo-reparto signor Mario Sesia di 32 anni, domiciliato a Caselle, e l'operaio Francesco Petrarca di 22 anni. Ad un tratto i due uomini, allibiti, scorgevano uscire da una catasta di fogli di legno, che distava dalle macchine un paio di metri, vorticose lingue di fuoco e iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiB spire di fumo. Subito davano l'allarme ad alta voce e si precipitavano ad afferrare gli estintori: e tutti gli altri dipendenti, con presenta di spirito veramente ammirevole e lodevole, cercavano di organizzarsi per far fronte all'Incendio che, con una rapidità sconcertante, attaccava il. legno grezzo e i manufatti. Incuranti delle fiamme e del fumo (che si faceva di minuto in minuto più acre e più denso e toglieva il respiro e accecava) i coraggiosi operai maneggiavano gli estintori e tentavano di utilizzare tre lande da pompieri, In dotazione della fabbrica. Purtroppo le tre lande non riuscivano a funzionare perfettamente per mancanza di acqua. D'improvviso, mentre il caporeparto Sesia azionava un estintore in difesa di una pressa, esplodeva con cupo fragore la caldaia. L'esplosione era più terrificante per il fracasso che per gli effetti : comunque brandelli di lamiera volavano per aria e un getto di vapore ad altissima temperatura colpiva, sia pure di striscio, il Sesia ustionandolo al viso, alle mani e alle braccia e bruciacchiandogli gli abiti un po' in tutto il corpo. Quasi nello stesso tempo le fiamme, che si levavano sino a tre o quattro metri dal. suolo, raggiungevano i tre tubi ài neon che, appesi al soffitto illuminavano d'una luce vivida l'intero locale. Inaspettatamente i tubi, al contatto con il fuoco, scoppiavano e la triplice detonazione era simile alla deflagrazione di una bomba ad alto potenziale. Lo scoppio provocava la caduta della maggior parte dell'intonaco del soffitto e la rottura simultanea di tutti i vetri del laboratorio. Grossi calcinacci piovevano sugli operai e schegge di vetro: dieci o dodici restavano feriti, ma nessuno rinunciava ad adoperarsi nella lotta contro il sinistro. Intanto In corso Francia passava un'autoambulanza della Croce Verde di Rivoli, guidata dall'autista Bisagno e avente a bordo gl'infermieri Maria Sperone e Vittorio Bruno. Immediatamente l'autoambulanza si fermava dinanzi alla fabbrica e il Bisagno, la Sperone e il Bruno accorrevano nell'interno e prodigavano le prime cure ai feriti. Colpito da un calcinaccio alle gambe restava contuso l'autista Bisagno. Poco dopo giungevano sul posto due distaccamenti dei vigili del fuoco di Torino i quali in un'ora circa di lavoro domavano l'incendio e scongiuravano ogni pericolo. Il bilancio, alla fine, non era confortante: le presse semi-distrutte, la caldaia a pezzi,, grande quantità di legno bruciato e il soffitto del laboratorio che intaccato in più punti minacciava di crollare. Gli operai, sporchi e arrossati dal caldo delle fiamme, guardavano tristemente il disastro. I danni, da un primo bilancio dei titolari della ditta, assommano a non meno di sei milioni. arfsszvetddcsUIIIIIIllllllIItlllllISIlllllllIflillllllllltItllillllllìil

Persone citate: Bisagno, Francesco Petrarca, Maria Sperone, Mario Sesia, Vittorio Bruno

Luoghi citati: Collegno, Rivoli, Torino