I "profitti di regime" confiscati in Argentina

I "profitti di regime" confiscati in Argentina I "profitti di regime" confiscati in Argentina Congelati i beni di 72 società (fra cai "Mercedes e Alfa Romeo,,) • di centinaia di privati - Il nuovo ambasciatore a Roma (Nostro servizio particolare) Buenos Aires» 9 dicembre. Un provvedimento draconiano, il più severo dal giorno in cui fu rovesciato il regime di Perón, è stato adottato dal governo di Aramburu, allo scopo di ricuperare allo Stato le ricchezze, che la dittatura peroniata aveva sciupato e dissipato. Da tale provvedimento non sono colpiti solo i «profittatori del regime > in senso stretto, che vanno dalla madre dell'exdittatore al generale Franklin Lucerò, il ministro della Guerra che salvò dalla caduta il regime peronista nella rivolta del 16 giugno; ma anche molte ditte argentine e straniere. Fra queste, la filiale della fabbrica automobili italiana c Alfa Romeo >, la < MercedesBenz >, la < Fahr > (costruttrice di trattori, tedesca) e la «Capehart > (produttrice dì apparecchi televisivi, americana). L'ordine per l'incameramento dei beni di queste persone ed enti è contenuto in un decreto di 1-1 pagine, che ufficialmente parla di < congelamento degli attivi > di 72 società commerciali e 242 persone. Il decreto prevede pure la costituzione di una « Giunta per il ricupero delle attività nazionali >, formata da cinque persone, ed incaricata di amministrare i fondi dello Stato Il decreto dice: « Uno degli scopi del Movimento rivoluzionario di Liberazione è quello di restituire alla nazione tutti i beni mobiliari ed immobiliari, che sono stati sperperati dal decaduto regime... Durante il corrotto governo abbattuto dalla rivoluzione, sono sorti organizzazioni ed enti che ledevano gli interessi nazionali; è noto a tutti che, sotto il regime caduto, fortune favolose erano state costruite fuori degli ambiti di uno sforzo onesto e di un lavoro che possa giustificare e dare dignità ad un possesso ». «Ora, un arricchimento ingiustificato impone il dovere nazionale di restituire allo Stato i beni acquistati per vie illegali. Quanto è stato indebitamente guadagnato - prosegue il decreto — dovrà, quindi, essere restituito al Tesoro della nazione ». Segue quindi l'elenco degli «sfruttatori»: fra questi figura anche Jorge Antonio, il socio di Perón, che da squattrinato fattorino di ospedale era diventato un plutocrate; il suo nome, anzi, segue subito quelli di Perón stesso e di Evita. Con ogni probabilità, i beni ricuperati saranno impiegati nello sviluppo dell'industria petrolifera, che ha urgente bisogno di fondi. Con un altro decreto, Aramburu ha nominato ambasciatore u Roma il generale Dal- miro Videla Balanguer, uno dei capi della rivoluzione antiperonista. Il generale raggiungerà la sua sede verso la metà del prossimo gennaio: lo ha annunciato egli stesso durante il solenne ricevimento offerto stasera dall'Ambasciata italiana a Buenos Aires per festeggiare l'arrivo del cinquantamillesimo emigrante italiano del dopoguerra. Già si sapeva che Balanguer avrebbe avuto assegnata la rappresentanza del suo paese presso il Quirinale, ma soltanto oggi, con la pubblicazione del decreto, la nomina è diventata ufficiale. a. p. —

Persone citate: Aramburu, Balanguer, Franklin Lucerò, Jorge Antonio, Videla Balanguer

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Roma