Fratello e sorella morti nel camion precipitato per la nebbia in un canale

Fratello e sorella morti nel camion precipitato per la nebbia in un canale Sono annegati in poco più che due metri d'acqua Fratello e sorella morti nel camion precipitato per la nebbia in un canale Lui aveva 18 anni, lei 26-Al momento della sciagura la visibilità era ridotta a tre-quattro metri: se l'autocarro fosse uscito di strada un istante prima si sarebbe rovesciato solo in un prato (Nostro servizio particolare) Carmagnola, 9 dicembre. Sullo stradale Cuneo-Torino, a pochi chilometri da Carmagnola, stamane all'alba i fratelli Romualdo e Olga Galvagno, di 18 e £6 anni, sono tragicamente periti nella cabina d'un camion. Sono morti annegati dentro le acque del canale S. Grato, un piccolo corso d'acqua largo quattro o cinque metri e profondo poco più di due. Una disgrazia assurda, causata indubbiamente dalla nebbia, che tuttavia riesce difficile spiegare. Sembra impossibile che Romualdo Galvagno, un ragazzo di soli 18 anni ma che aveva notevole esperienza come, camionista, sia uscito di strada in un rettilineo cosi regolare qual è quello che unisco la frazione Salsasio di Carmagnola alle prime case di Carignano. E soltanto una crudele fatalità ha voluto che egli, uscendo di strada, sia andato esattamente a finire nel canale S. Grato. Qualche metro prima si sarebbe rovesciato in un prato senza gravi conseguenze. I due fratèlli erano partiti atte lifSO da Narzole — dove la loro numerosa famiglia risiede in via Martiri della Libertà — a bordo di un camion Fiat 6S1 targato GN 27257. L'automezzo appartiene alla stessa famiglia Galvagno che gestisci un'azienda di legnami con sede a Narzole ed a Torino. A Torino, in via Federico Paolini 20, vi è il magazzino e l'abitazione del figlio primogenito, Francesco, di 27 anni. L'automezzo sul quale si trovavano Romualdo ed Olga (anche quest'ultima era esperta di autotrasporti e molto spesso accompagnava il fratello) era carico di tronchi d'albero, un peso di parecchi quintali, che in mattinata doveva essere scaricato a Torino. Ad una media molto bassa, data la fitta nebbia che riduceva la risibilità ad un raggio di 3-4 metri, Romualdo procedeva sicuro lungo la strada che, si può dire, conosceva a memòria, La disgrazia di cui nessuno è stato testimone è accaduta presumibilmente tra le 645 e le 6,30, pochi chilometri oltre Carmagnola. Qui — in pieno rettilineo — il giovane autista usciva di strada sulla destra. Forse egli fu ingannato dalla palina bianco-nera mes¬ llllllIIIlItlllllllllllllllIIIIIHIIIIIIIIlllIIIIIIIMIllItll sa a segnalare un ponticello; forse si era assopito e risvegliandosi di colpo, diede una sterzata troppo brusca. Il camion divelse un paracarro, percorse uno scosceso pendio fangoso e quindi si abbattè quasi perpendicolarmente nelle acque del canale; poi si capovolse. La sorte dei fratelli Galvagno era segnata. Probabilmente rimasero tramortiti in conseguenza dell'urto. Comunque non era facile aprire le portiere e salvarsi nella rapida corrente. Entrambi vennero som?r.orsi dalle acque e morirono prigionieri nella cabina di guida. L'allarme fu dato alle 6,30 circa (si ritiene pochi minuti dopo la disgrazia) da un ciclista il quale accorse a chiamare aJcitni contadini. Ma non era possibile, senza mezzi adeguati, sollevare il camion impantanato nel canale. Un coraggioso raggiunse con un balzo l'assale dell'automezzo e di qui sporgendosi a testa in giù, quasi a filo dell'acqua, riuscì a scorgere i due corpi attraverso i vetri della cabina. « So?io morti — egli disse, — ormai è inutle affrettarsi». Alle 7 giunsero i carabinieri, mentre, chiamati per telefono, partivano da Torino i vigili del fuoco con un carro-gru. Attraversando l'abitato di Carignano il carro attrezzi nel tentativo di superare una macchina il cui guidatore, nonostante la sirena, aveva tardato a spostarsi, sbandò e andò ad urtare contro un muro. Si persero parecchi minuti per « disincagliaì lu ». Finalmente i vigili giungevano sul posto della disgrazia e dopo mezz'ora di difficile lavoro riuscivano con la gru a sollevare il camion riportandolo fin sulla strada. I due cadaveri erano ormai irrigiditi nel gelo della morte. Le mani di Olga stringevano la maniglia della portiera. La giovane, forse dopo un istante di tramortimento, aveva cercato di aprire lo sportello. Romualdo era afferrato al volante. Il suo corpo presenta alcune profonde lesioni: il ragazzo potrebbe essere morto sul colpo. Una fine meno crudele dell'annegamen¬ lllllllIlllllllllIIIIIItlIflinillllItllllllItllllllllllIIB to. Domattina comunque verrà compiuta l'autopsia. Dopo U recupero del camion, e l'identificazione delle vittime fu data segnalazione dell'accaduto sia a Narzole che a Torino. Da Narzole partiva il padre, Filippo Galvagno, di 62 anni, insieme al figlio Giacomo, di 25. Da Torino giungeva il primogenito Francesoo. La scena di dolore dei familiari dinanzi ai cadaveri è stata straziante. Il hltto che ha colpto la famiglia à condiviso da tutti a Narzole. La madre, Francesca Ramondetti, è stata colta da malore al tragico annuncio. Stasera tutti i parenti si sono riuniti nella casa di via Martiri della Libertà per pregare. Tra di essi Suor Fiorida, sorella maggiore delle duo vittime. I funerali si svolgeranno domenica mattina dopo che l'autorità — compiuta l'autopsia — avrà concesso il nul- la osta. j g tllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilillllillllill Le due vittime: Romualdo e Olga Galvagno di 18 e 26 anni

Persone citate: Filippo Galvagno, Francesca Ramondetti, Galvagno, Olga Galvagno, Romualdo Galvagno