Uccide a rivoltellate due vecchi coniugi colpisce due donne e si spara al capo

Uccide a rivoltellate due vecchi coniugi colpisce due donne e si spara al capo Angoscia e terrore nel Canavese per fa furia sanguinaria di un pazzo Uccide a rivoltellate due vecchi coniugi colpisce due donne e si spara al capo La strage compiuta nel primo mattino in una frazione di Pont - All'arrivo dei carabinieri l'assassino si era già asserragliato in casa Il maresciallo lo invita a scendere: il forsennato appare sul balcone e si esplode l'ultimo colpo - E' in gravi condizioni - Le due donne ferite migliorano - Il folle era tornato dall'America con una pensione di 60 mila lire: spendeva tutto nel vino e nel Totocalcio (Dal nostro inviato spedalo) Pont Canavese, 9 dicembre. Nella mente di Pietro Rolando-Eugio la follia covava da tempo, alimentata dall'alcool. Una follia sorda, agganciata a oscuri rancori, a supposti torti subiti per miseri interessi. Stamane essa è esplosa come un vulcano. Due coniugi sono stati uccisi dai suoi colpi, due donne sono rimaste ferite; una ultima pallottola il pazzo l'ha tirata contro se stesso, ed ora giace moribondo all'ospedale di Cuorgnè. Una sparatoria insensata, una galoppata di un'ora nel terrore e nel sangue, scandita dai colpi di pistola come 1 rintocchi d'una campana a morto. Una scena selvaggia e allucinante come quella di uno colpito dBìVamok, la micidiale follia dei malesi. E tuttavia l'assassino ha agito come seguendo un piano preordinato, è andato a scegliere con cura coloro di cui aveva deciso la morte. Il primo colpo partì questa mattina alle otto; l'ultimo, quello che egli tirò contro se stesso, alle nove. In quest'interminabile ora di sangue sono collocati gli otto episodi della tragedia. Nel primo viene ferita Elvira Lolli vedova Rolando-Eugio, di 67 anni, cognata dello sparatore. Si prende una pallottola alla coscia sinistra; è all'ospedale di Cuorgnè guaribile in 30 giorni. Secondo episodio: ferimento di Maddalena Rolando-Mariola in Bausano, di 39 anni, due ferite alla coscia destra, una al braccio sinistro. Terzo episodio: tre colpi di pistola andati a vuoto contro Rina RolandoMariola, di 21 anno, pettinatrice, sorella della precedente e figlia del due coniugi uccisi di cui appresso. Quarto episodio: suo rientro in casa e cambio del caricatore. Quinto episodio: due colpi di plstold contro Maria Teresa Coppo in RolandoMariola, di 60 anni, raggiunta alla coscia sinistra e al petto, morte istantanea. Sesto episodio: tre colpi di pistola contro il marito di lei, Paolo RolandoMariola, di 64 anni, fotografo ambulante, raggiunto al petto, morte istantanea. Settimo episodio; rientro dell'assassino in casa; arrivo dei carabinieri, loro tentativi di catturarlo. Ottavo e ultimo episodio: tentato suicidio del pazzo. Totale: 14 colpi di pistola. Pietro Rolando-Eugio ha 63 anni, trenta dei quali li ha passati negli Stati Uniti lavorando in miniere di carbone del Michigan e della Virginia. E' 11 forse che ha preso l'abitudine a bere alcool, lì è cominciata l'intossicazione che lo ha condotto alla tragedia di stamane. E' tornato poco dopo la fine della guerra, e si è stabilito con la sorella Rosalia in una casetta formata da una unica stanza in via Pian Rastello 16, nella frazione Villanuova di Pont Canavese. E' scapolo, mostra di star bene a quattrini; riceve mensilmente una' pensione di 60 mila lire, e possiede anche un gruzzolo in dollari d'argento e di carta. La pensione la spende in gran parte in grappa; è un formidabile bevitore. L'anno scorso fece una gara con un compaesano a chi beveva di più. Cominciarono a mezzogiorno, smisero alla sera; l'altro aveva bevuto mezza bottiglia di grappa, e dovettero portarlo a casa di peso; lui fu uno di quelli che lo aiutarono a trasportarlo, se n'era scolate tre bottiglie ed era arzillo e perfettamente in gambe. L'alcool non era la sola sua passione, aveva anche quella del Totocalcio. Ogni settimana giocava dalle dieci alle ventimila lire; giunse talvolta a giocarne fino a trentamila. Non aveva mai fatto nemmeno un dodici; ed era questa costante sfortuna ad incitarlo ad aumentare l'importo delle giocate. Ma c'era il tarlo che lo ro deva. Un pezzo di terra della eredità paterna, due di queste misere case di pietra. Al suo ritorno dall'America egli trovò indivisa la poca eredità lasciata dal padre. I primi dissapori sorsero appunto quando si trattò di assegnare le quote tra le sorelle Caterina di 68 anni, Rosalia di 60, e la nipote Emilia, figlia d'un suo fratello e di Elvira Lolli. Sostanzialmente Pietro pretendeva di avere tutta per sè l'eredità, affermando che egli quando era la America aveva mandato 300 mila « scudi > (voleva dire monete da cinque lire o addirittura dollari?) sia al padre che al fratello e alle sorelle. Lite grossa. Tuttavia non la spuntò. Da qui, sordo rancore, oscuri propositi di vendetta. La quota toccata alla sorella Caterina, consistente in una casetta, fu da costei venduta a Maddalena Rolando-Mariola in Bausano. Egli tenta di ottenere l'alleanza della cognata Elvira, ma costei rifiuta. L'odio di Pietro si estende allora dalle sorelle alla famiglia della cognata e a quella di Maddalena, e vi comprende i genitori di costei, Maria Teresa e Paolo Rolando-Mariola, e minaccia tutti con la pistola e a tutti promette morte. Contro costoro sono stati diretti questa mattina i suoi colpi micidiali. Il rancore cova cova; il tarlo della follìa rode rode; la grappa, ingerita a litri, lubrifica e alimenta l'uno e l'altra Le tappe di questo lento e inesorabile progredire sono forse segnate in una specie di memoriale, una ventina di fogli, che stamane è sfato rinvenuto nella sua camera. Una narrazione sconclusionata del pretesi torti da lui subiti, delle sue presunte rivendicazioni p e accenni vaghi a propositi di vendetta, anzi di giustizia, che egli un giorno avrebbe attuato. Il giorno previsto è spuntato questa mattina. Ieri sera egli aveva pagato da bere agli amici, all' osteria, per una scommessa perduta sulla partita del Torino; rincasò verso le nove, e non apparve nè più ubriaco nè più squilibrato del solito. Alle sette la sorella Rosalia uscì per recarsi a Cuorgnè per farsi timbrare la tessera della Mutua. Pietro si alzò a sua volta; preparò sul letto disfatto calzoni nuovi, accanto al letto mise le scarpe da festa. Ma indossò i soliti calzonacci e in maglietta uscì in strada. In tasca aveva l'arma della strage, una pistola Beretta calibro 9 ridotta a 7,65. Scese la viuzza ripida e a gradinate, giunse, duecento metri più sotto, in piazza Croce Rossa 67. Salì sul ballatoio del primo piano, bussò alla porta-finestra della cognata Elvira. Costei aveva da poco dato la colazione alla piccola Franca Picchiottino, di 5 anni, che tiene in custodia mentre i genitori girano per 1 mercati a vendere formaggio. Dai vetri Elvira lo vide con la pistola in pugno, e subito avvertii lo sparo e cadde sul pavimento ferita. Pietro aveva sparato dal vetro. La piccola Franca smise di mangiare, si mise a piangere. Era cominciato per Pietro il suo inesorabile percorso di morte. Risalì per via Pian Rastello; alla fontana c'era Maddalena Rolando-Mariola che attingeva acqua. Egli le andò di fronte: « Devo uccidere anche te». «Ma perchè? Non ti ho fatto nulla» gemette la donna atterrita. Due spari; Maddalena si accasciò per terra; egli si chinò mirando alla testa, sparò una terza volta; lei alzò il braccio, e questo parò il colpo. Alle detonazioni era uscita Rina Rolando-Mariola, vide la sorella ferita, gridando corse verso di lei. Pietro le sparò tre colpi, e fortuna volle che non la raggiungesse. Ma la pistola era scarica. Egli proseguì, entrò a casa sua al n. 18 della via. Mise un nuovo caricatore nell'arma, e introdusse un'ottava cartuccia In canna. Ridiscese, s'infilò al n. 16, la bottega di pettinatrice di Rina. Nella cucina adiacente c"era la madre di lei, Maria Teresa. Stava accendendo il fuoco, gli voltava le spalle. Egli le sparò un colpo, la raggiunse alla coscia, l'altra si girò e, ricevette il secondo in pieno petto. Fulminata. Pietro uscì, svoltò a destra, Imboccò un cancèlletto, salì pochi scalini. Fu sul ballatoio. Davanti a lui si aprì la porta, Paolo Rolando-Mariola si era affacciato allarmato dagli spari. Tre colpi a bruciapelo contro di lui, al petto; egli cadde senza vita. Dolore e terrore si erano diffusi nel paese; il terrore vinse il dolore; qualcuno si precipitò ad avvertire I carabinieri Accorse il maresciallo Lunardo insieme col carabiniere Ascenzi. Quando essi giunsero, Pietro Rolando-Eugio era sul ballatoio di casa sua. Mentre il carabiniere lo teneva sotto la mira del moschetto, il maresciallo si fece avanti fino al piedi della scaletta, Iniziò un colloquio indifferente e drammatico insieme. «Be', Pietro, cosa è accaduto?». Il pazzo puntò la pistola: «Fermo o sparo ». « Non fare lo scemo. Scendi giù, andiamo a bere un bicchiere». L'altro fece uno sberleffo: «Salga su lei, le offro io da bere». E intanto teneva l'arma puntata. Si trattava di prender tempo, tentare di ammansirlo per poterlo catturare. Era un'atmosfera tesa, un niente poteva spezzare quel fragilissimo equilibrio apparente. A spezzarlo fu il grido d'una donna, una duplice stridula invettiva: < Assassino! Vigliacco! >. Il pazzo si scosse: «Non mi lascio arrestare. Me la faccio io la giustizia», urlò. Si ritrasse d'un passo, puntò l'arma alla tempia destra, rintronò uno sparo. Ora Pietro è all'ospedale di Cuorgnè, in condizioni gravissime. La pallottola, entrata dalla tempia destra, è uscita dalla sommità del cranio ledendo il cervello. Il medico lo ha trovato ubriaco e affetto da etilismo acuto. Un'ora dopo il fatto, il suo indice destro continuava a contrarsi nel gesto di sparare. Questa'sera era lievemente migliorato. Ma vi sono pochissime speranze di sottrarlo alla morte, che può avvenire entro le 48 ore. Domani il pretore dott. Fornelli ordinerà l'autopsia delle vittime, e dopo saranno fatti I funerali. Giuseppe Paraci Pietro Rolando Eugio I coniugi uccisi: Maria Teresa e Paolo Bolando-Marlola llltIttllllllllllIflIllllllllIIItlIIIIilItlllItllllIIIIIIllllllllllllllllllllltllllilllllllllItllllIIItllllIlllll La folla davanti alla casa del Rolando-Mariola dopo 11 delitto ■llllllllllllllltlllliltlllilllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll