Dulles illustra la posizione americana di fronte alle nuove iniziative russe di Gino Tomajuoli

Dulles illustra la posizione americana di fronte alle nuove iniziative russe Dulles illustra la posizione americana di fronte alle nuove iniziative russe L'Occidente non deve diminuire il potenziale militare - L'unità europea potrebbe strappare i paesi satelliti dall'influenza sovietica - L'Assemblea dell'ONU approva l'ammissione dei diciotto paesi, fra cui l'Italia - Manca ancora il voto del Consiglio di Sicurezza (Dal nostro corrispondente) Washington, 8 dicembre. Questa sera il Segretario dì Stato ha fatto, parlando davanti alla Confederazione degli industriali dell'Illinois, un grande discorso che, sebbene abbia chiare intonazioni elettorali, viene considerato come un consuntivo dell'attività diplomatica alla chiusura del primo periodo della politica di distensione. Egli ha ammonito contro l'errore di credere che la € nuova » politica sovietica sia qualcosa più di un semplice cambiamento di tattica ed ha ripetuto, citando largamente se stesso, quanto da anni viene predicando, cioè che il mutamento di tattica sovietica è dovuto solo a due fattori: alla decisione occidentale di dichiarare solennemente che si opporranno ad ogni aggressione, e alla costituzione dell'i ampio ed elastico > sistema di sicurezza che si stende lungo tutta la periferia della cortina di ferro. I compiti per il futuro sono gli stessi, ma ora che l'Europa occidentale è sufficientemente garantita da un attacco improvviso, è compito comune degli alleati far si che la capacità difensiva rimanga inalterata anche a costo di gravi sacrifici economici, . e nello stesso tempo che si allarghi lo scopo e la giustificazione dell'alleanza, sviluppando fra le Nazioni amiche i legami economici. In particolare, egli ha riconfermato che gli Stati Uniti favoriranno attivamente ogni iniziativa europea per una maggiore « integrazione ». Questa assicurerà ai Paesi occidentali maggiore prosperità e sicurezza, ed al tempo stesso eserciterà sulle Nazioni dell'Europa orientale una forte influenza, per il ritorno ad una vera indipendenza dalln dominazione sovietica. II Segretario di Stato, secondo le direttive più recenti della politica americana, ha molto insistito swH'importanaa della unità europea, affermando che se le nazioni occidentali affretteranno la loro spinta verso la unità e ■ verso una più grande prosperità, finiranno per accrescere la loro pressione sull'Unione Sovietica, tanto da obbligare il Cremlino a rallentare la sua presa sui popoli satelliti. < L'unità europea — ha affermato — affretterà il giorno in cui i capi sovietici si renderanno conto che tenere soggiogate intere nazioni europee, implica, fra l'altro, un'attività reazionaria ed anacronistica, di gran lunga più costosa, sul piano morale e materiale, degli apparenti vantaggi >. Dulles ha poi toccato via via tutti i maggiori problemi di attualità. La necessità fondamentale per l'Occidente resta sempre quella di disporre degli strumenti per una « massiccia rappresaglia » contro qualsiasi aggressione. Questa è la più solida garanzia della pace; tuttavia, pur conservando la loro capacità di rappresaglia — ha detto Dulles — le nazioni occidentali debbono nel contempo « adoperarsi seriamente a favore di qualche sicuro sistema », che permetta di giungere ad un accordo con l'Unione Sovietica in materia di riduzione degli armamenti. Tuttavia — ha aggiunto l'oratore — « fino a che questi sforzi non saranno coronati da successo, noi e i nostri alleati, dovremo conservare le forze, le armi e le attrezzature necessarie per scoraggiare la aggressione, grande o piccola che sia. Questo è il prezzo indispensabile della pace ». Riferendosi quindi alla nuova offensiva sovietica nel Medio Oriente e parlando delle < allettanti promesse sovietiche », il Segretario di Stato ha detto: €Non dobbiamo lasciarci cogliere dal panico, perchè il comunismo sovietico si manifesta in questa nuova offensiva. Non dobbiamo pensare che i dirigenti dei paesi arabi non si rendano conto del pericolo e cadano facilmente vittime delle false promesse ». Non occorre, pertanto, che gli Stati Uniti, si lancino in una gara con l'Unione Sovietica verso sempre più generosi aiuti ai paesi asiatici. Dopo avere ancora ripetuto le note tesi sul fallimento di Ginevra, sull'unificazione tedesca, ecc,... Dulles ha cosi concluso: < Gli Stati Uniti non vogliono che riappaia la politica della violenza, ma è importante ricordare che è stata la nostra ferma politica di sicurezza collettiva a costringere l'Unione Sovietica a cambiare tattica». Cinquantadue nazioni hanno votato ieri sera, in sede di commissione politica, per l'ammissione in blocco all'ONU dei tredici Paesi del mondo libero (fra cui l'Italia) e dei cinque del blocco sovietico; le stesse cinquantadue nazioni hanno convalidato la raccomandazione del comitato, votando stamane in sede di assemblea generale — per chiedere al . onsiglio di Sicurezza di riunirsi sabato e di sanzionare definitivamente la loro decisione. Due sole nazioni si sono opposte, ieri come oggi: la Cina nazionalista e Cuba; cinque si sono astenute, per ragioni diverse, fra cui gli Stati Uniti e la Francia. Sui voti di ieri e di oggi non c'erano dubbi, ma questi voti sono stati soltanto due passi di avvicinamento verso il momento della vera decisione: la seduta del Consiglio di Sicurezza, che si aprirà sabato mattina alle 10 e mezzo. Al Consiglio di Sicurezza vale il diritto di veto, e quindi la Cina nazionalista, bloccando anche da sola ^ingresso della Mongo lia all'ONU, potrebbe far restar fuori delle Nazioni Unite, data la posizione di Mosca, tutti gli altri diciassette Paesi. Ayicora stasera il delegato cinonaeionalista *a confermato la sua intransigenza; può onche darsi, però, che sabato rinunci al veto e si limiti ad uno spettacolare gesto di protesta. In questo caso, l'ammissione dei diciotto candidati sarà proclamata martedì in una nuova seduta solenne dall'assemblea generale. Il ministro Martino farebbe appena in tempo a volare a New York per accettare a nome del governo italiano il solenne inulto e per assistere con gli altri diciassette rappresentanti — aito. cerimonia dell'alzabandiera dei colori italiani. . „ Gino Tomajuoli

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