Dal Quirinale a S. Pietro

Dal Quirinale a S. Pietro Dal Quirinale a S. Pietro Roma, 6 dicembre. Quando Giovanni Gronchi, col seguito, ha lasciato il Quirinale per la visita di omaggio a Pio XII, l'orologio della Torre del Belvedere segnava le 9,25. Quando il corteo presidenziale ha raggiunto il confine del piccolo e pur favoloso Stato della Città del Vaticano, gli orologi del Valadier, sulla facciata della basilica, indicavano le 9,40. II lento viaggio attraverso la città, lungo strade tenute sgombre, si era svolto con cronometrica precisione. Il mattino era freddo e sereno. I cortili e i giardini del Quirinale erano ancora fasciali d'ombra quando il corteo si è mosso. Erano sei macchine nere e il Capo dello Stato, che aveva a fianco il ministro degli Esteri Gaetano Martino, aveva preso posto nella secon¬ da, scortata da dieci corazzieri motociclisti. Dai tre squilli di tromba che hanno salutato l'uscita del Capo dello Stato dal palazzo del Quirinale, fino al limitare del colonnato berniniano, attraverso via XX Settembre, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele e via della Conciliazione, reparti di fanteria, granatieri, artiglieri, bersaglieri, di marina e aeronàutica, di guardia di finanza e carabinieri hanno reso gli onori militari. Dietro gli schieramenti, i cittadini applaudivano. Bandiere erano sugli edifici, bandiere ed arazzi che s'Infittivano nell'ultimo tratto di vie della Conciliazione, mescolandosi, infine, in gal festoni, con i vessilli bianchi e gialli della Città del Vaticano. Sgombra di popolo era la piazza San Pietro. Sul lato sinistro guardando la basilica, nell'ombra della grandiosa ellissi barniniana, erano schierate le rappresentanze delle truppe pontificie: un gruppo di guardie nobili, un plotone di guardie svizzere in corazza ed elmo, un reparto di gendarmi in brache bianche, alti stivali napoleonici e colbacco, un reparto di guardia in pantaloni azzurri, giacca blu e cheppì. Tra gli squadroni di carabinieri a cavallo che concludevano lo schieramento italiano e le forze armate dello Stato Vaticano, erano le bianche marmoree strisce del confine. Stamane quel limite, che ogni giorno viene varcato da folle di cittadini, aveva un suo preciso valore: l'auto di Giovanni Gronchi ha rallentato, s'è udito alto il rombo dei motori delle motociclette de! dieci corazzieri di scorta. Poi quel rumore si è spento e nell'aria tersa si sono levate le note dell'inno nazionale italiano suonato dalla fanfara palatina. Il Presidente della Repubblica, in quel momento, varcava il confine e le truppe ed i dignitari del Pontefice gli rendevano onore. Varcata in automobile, attraverso l'Arco delle Campane, la cinta dello Stato Vaticano, il corteo presidenziale, un'ora e quaranta minuti dopo, ne usciva, a piedi, dal portone centrale della basilica. Nell'immensa piazza le rappresentanze delle forze armate del Vaticano erano ora illuminate dal sole. Giovanni Gronchi è stato accolto, questa volta, dalle note dell'inno pontificio di Gounod. Lontfl.no, oltre la spianata, echeggiavano.! comandi impartiti ai reparti italiani. Aveva inizio, con rinnovati onori e nel fervore popolare, il viaggio di ritorno del corteo presidenziale sul colle del Quirinale. . Quello stesso colle ha risalito a mezzogiorno in punto il cardinal Datario Federico Tedeschini, accompagnato dal nunzio apostolico mons. Fietta, per restituire la visita, in nome di Pio XII, al Presidente della Repubblica. L'inviato del Papa, accolto dagli onori militari, è stato introdotto nella sala della Madonna della Seggiola, dove Giovanni Gronchi 10 attendeva presso la soglia. Dopo un breve cordiale colloquio e la presentazione dei personaggi dei rispettivi seguiti, 11 porporato e il nunzio hanno lasciato il Quirinale. Ultimo a lasciare il palazzo è stato il ministro Martino. Era tardi, doveva recarsi al Consiglio dei ministri e non si è nemmeno cambiato d'abito: è andato al Viminale in tuba e marsina. g. fr.

Persone citate: Federico Tedeschini, Fietta, Gaetano Martino, Giovanni Gronchi, Pio Xii, Valadier

Luoghi citati: Città Del Vaticano, S. Pietro Roma