Il rapporto medico ufficiale sulla morte di Puchoz al K 2

Il rapporto medico ufficiale sulla morte di Puchoz al K 2 Il rapporto medico ufficiale sulla morte di Puchoz al K 2 Dapprima il sopore nella tenda a cinquemila metri, poi la spossatezza e una breve agonia - la famiglia della guida attende l'indennizzo dell'Assicurazione Aosta, 3 dicembre. Il vice-presidente del C.A.I. centrale, avv. Renato Chabod, ha reso pubblico oggi un documento inedito della spedizione al K. 2, ossia la relazione medica del dott. Pagani sulla morte dello scalatore Mario Puchoz, alla cui famiglia la società assicuratrice non ha ancora pagato l'indennità. « Spedizione italiana al Karakorum K. 2, 1954 — comincia il documento — Campo base 22 giugno 1954: relazione del dott. Guido Pagani sulla morte del sig. Mario Puchoz fu Daniele, nato nel gennaio 1928 a Courmayeur (Aosta). Trovandosi, in data 17 giugno, tutto il gruppo degli alpinisti, facenti parte della spedizione, impegnato nel lavoro alpinistico dal primo al quarto campo lungo la cresta Abruzzi del K. 2, decido, d'accordo con il capo spedizione, di portarmi ai primi campi per l'eventuale lavoro assistenziale medico. «Alle ore 13 del 17 giugno raggiungo con Cirillo Floreanini e Lino Lacedelli il primo campo dove sosto; allo stesso scendono alle ore 18, diretti al campo base per riposo, tre "hunza", uno dei quali, ca-: e o l , a a z o o l l i o o o l secondo campo Walter Bonetti è indisposto. Il giorno successivo, raggiungo il secondo campo portando con me una cassetta di medicinali. Sull'ultimo tratto di salita incontro Bonatti completamente ristabilito. « Decido tuttavia "-di proseguire il cammino e raggiungere il secondo campo per controllare lo stato di salute degli occupanti. Trovo qui Achille Compagnoni (sofferente di lieve faringite) e Ubaldo Rey, appena scesi dal quarto campo ed in procinto di portarsi al campo base. Anche Mario Puchoz, per quel giorno, è rimasto al campo due perchè sofferente di faringite insortagli nel giorno precedente, in occasione di un faticoso trasporto di materiali dal secondo al quarto campo. Ha tosse stizzosa e gli somministro penicillina e codoformio. Compagnoni e Rey con Floreanini e Lacedelli scendono, secondo il programma, al primo campo; Puchoz invitato ad unirsi ad essi, afferma di non sentirne la necessità. «Il 19 mattina, constatato che nel corso della notte la tosse ha infastidito Puchoz, sostituisco il codoformio con il Ticarda (2 compresse il giorno), ferma restando la somministrazione della penicillina. Verso sera la tosse diminuisce; non è comparsa febbre ed il Puchoz si è alimentato normalmente. Essendosi mantenuto vivo nel corso della giornata un vento violentissimo, accompagnato da raffiche di neve, Puchoz, per mio ordine non ha lasciato la tenda, nè è sceso al campo inferiore. Condizioni soggettive ed oggettive del paziente, ottime. « Il 20 mattina alle ore 8,30 rivedo Puchoz; ha riposato nella notte, ma presenta una lieve dispnea; non febbre, non cianosi, polso valido, e regolare, lieve sonnolenza. Gli somministro coramìna e fedrina (15 gocce). Alle ore 14 accentuandosi la dispnea viene stabilito, previa visita, il seguente programma terapeutico: 1) ossigeno, a libero e generoso afflusso in tenda (opportunamente bloccata, per quanto possibile); 2) auromicina (ogni cinque ore); 3) coramina (15 gocce ogni sei ore); 4) penicillina (continuando nel trattamento già in corso); 5) assistenza medica continua. « Alle ore 21 Puchoz si assopisce, di un sopore lieve e quasi vigile (le più piccole manovre da me compiute in tenda per regolare il deflusso dell'ossigeno dalle bombole, o per preparare una pozione medi camentosa, hanno il potere dì risvegliarlo). «Alle ore 1,10 del 21 giugno mentre sto diluendo in una bevanda calda il medicinale pre scritto, sento il respiro di Fu choz appesantirsi; è l'inizio della brevissima agonia; alle ore 1,12 il Puchoz spira, prima ancora che io riesca a mettere in atto un qualsiasi provvedimento terapeutico eroico. « Conclusioni: Mario Puchoz, sofferente di faringo-laringite reumatica, è andato Incontro, nel corso di una notte di bufera a quota 5950 metri ad un grave e diffuso episodio di broncopolmonite siderans che ne ha provocato Vexitus nello svolgimento di poche ore. La rapidità e la gravità del processo, tenuto conto dell'ambiente eccezionalmente favorevole, hanno impedito all'organismo ogni reazione ed ai mezzi terapeutici ogni efficacia di re->z'one. F.to il med'co della spedizione dr. Guido Pagani >. 0 a a l r n e , a i o . i è , . . e e

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Puchoz