Una gran folla mesta e silenziosa ai funerali del conte Camerana

Una gran folla mesta e silenziosa ai funerali del conte Camerana Nel piccalo cimitero di Sassi solenne, patetica: cerimonia Una gran folla mesta e silenziosa ai funerali del conte Camerana Il feretro portato a spalle dai figli, dai nipoti e da operai - La vedova, impietrita dal dolore, ha voluto assistere alla tumulazione, • Tra le autorità il prof. Valletta con i dirìgenti della Fiat - Fiori lanciati da un aereo sul corteo U cotìte Gian Carlo Camerana riposa, nei] pìccolo cimitero di Sassi. La sua bara — una cassa di legno chiaro, spoglia di ornamenti — è stata calata, alle 16,10 di ieri, nella prima fossa della seconda fila, a destra per chi entra nel camposanto. Tre uomini del personale del cimitero hanno compiuto la triste opera del seppellimen¬ to gettando sul feretro la ter ra, la nuda 'Jerra nella quale l'estinto.aveva"cblesio'di essere sepolto. Tutt'intorno, nel grigiore livido e freddo del pomeriggio dicembrino, era il cerchio dei familiari, dei parenti, degli intimi, muti e accorati davanti ai gestj automatici e^tiefinitivi degli interratori. E oltre i cancelli del cimitero c'era la fòlla che in silenzio premeva per entrare, per manifestare ancora, e più da vicino, il suo tributo d'affetto. Il cordoglio della folla e la semplicità della cerimonia sarebbero bastati per indicare a chi non avesse conosciuto il conte Camerana, la nobiltà e al tempo stesso la umana modestia del suo carattere. Alla mer' a cerimonia hanno preso viva parte gli esponenti della vita economica, amministrativa, culturale, politica della città. H gruppo compatto dei dirigenti della Fiat, della quale lo scomparso era vice-presidente, ha partecipato al lutto col grande,accoramento .che gli veniva dalla perdita di uri nobile, insostituibile amico, oltreché di un capace amministratore; primo fra tutti il presidente prof. Vittorio Valletta, il cui aspetto dimostrava come la grave sventura lo avesse profondamente colpito, -e il direttore generale ing. Bono, il comm. Genero, il grand'uff. Gajal, il grand'uff. Ghiglione, il Consiglio d'Amministrazione, il grand'uff. Fammi; il Comitato direttivo, ■ Te' Direzioni di sezioni e tutti I direttori, nonché una larga rappresentanza di gruppi di anziani e di allievi Fiat. Fra le numerose altre autorità presenti ricorderemo il prefetto dott. Gargiulo, il Primo Presidente della Corte d'Appello prof. De Litala, l'assessore anziano Chignon in rappresentanza del Sindaco assente da Torino, il gen. JRe comandante il ComiliteridI Tòri-', no, il gen. De Mlchelis comandante la Brigata dei Carabinieri, il questore dott. Chiriaco, il col. Lastretti comandante la Legione dei Carabinieri, l'avv. Weigmann, il rag. Bozzola. Il corteo ha lasciato la villa alle 15 precise, aperto dagli orfani di guerra dell'Istituto Domenico Savio di Sassi, dalle pie donne cristiane dell'associazione parrocchiale di Sassi, dai sacerdoti don Francesco Vota parroco di Sassi, don Esterino Bosco cappellano della Fiat e don RIcchiardone cappellano del Comando militare territoriale, preceduti dai chierici. Il feretro, coperto da un grosso cuscino di rose rosso scure, era portato a spalla dai figli Vittorio, Carlo, Oddone, dal cugino Umberto Agnelli e dai due nipoti Ferrero-Ventimiglia. Intorno ad essi procedevano sai sorveglianti Fiat nella severa divisa blu e i valletti del Comune e della Provincia, in alta uniforme, che sorreggevano lunghi ceri con gli stemmi delle due amministrazioni. Dietro seguivano tutti i familiari, i parenti, le autorità, gli amici e quanti altri avevano potuto raggiungere la villa prima che la strada fosse bloccata dal servizio d'ordine dei vigili urbani e della polizia al fine di non generare ingorghi di macchine sul percorso del funerale. La vedova, contessa Laura Nasi, vestita di nero e con un grande velo nero, seguiva il feretro appoggiandosi alla figlia Cristina Marone e all'altra, più giovane. Consolata. La grande sciagura le aveva tolto ogni lacrima, procedeva con lo sguardo fisso al legno della bara, impietrita dal dolore. Lungo la strada che attraversando il parco della Villa Camerana conduce al cancello, erano dislocati quattro gruppi composti da tre dirigenti e tre operai Fiat i quali si succedevano a portare a spalla la bara. Il corteo scendeva snodandosi lentamente sulla pendice del monte, tra i prati bianchi di neve chiazzati qua e là di verde e i platani che incidevano sul cielo plumbeo 1 loro rami spogli. Il salmodiare del sacerdoti e delle pie donne che colmava di dolorosa mestizia il funebre accompagnamento di tanto in tanto veniva sommerso dal fragore di un aereo, un biposto FLi3, il cui pilota, il dottor Antonio Costanzo, mutilato del volo, amico e collaboratore del conte Camerana, gettava sul corteo mazzi di garofani. Poche erano le corone di fiori secóndo il desiderio espresso dai familiari per esaudire la volontà dell'est into: quella della famiglia, della sorella, dei cognati, dell'aw. Giovanni Agnelli, della Fiat e della duchessa Anna di Savoia. Sulla strada per Superga il feretro, è stata deposto su di un furgone che si è diretto, a passo d'uomo, verso la piccola chiesa di Sassi, sul poggio che domina Torino. Il carro era adorno di tre corone, una di < Giovanni, Emanuele, Clara e Umberto >, una di <Anna di Savoia Aosta > e la terza di « Adele e i suoi figli ». ■ Il .feretro è stato posato, all'interno» della^phiesa, non sul catafalco, ma sul pavimento; solo un drappo nero copriva la fredda nudità della pietra. Al termine della cerimonia funebre, che è stata officiata dal parroco don Francesco Vota, il corteo si è ricomposto dietro al carro ed è sceso verso il cimitero. Dalla cascina Mignottl fino alla strada di Casale, dove la via per Superga si allarga, era schierata ai lati, oltre !• transenne, la folla fra cui numerose le rappresentanze degli stabilimenti Fiat, con gruppi di anziani e di allievi. Altra folla gremiva per un lungo tratto 11 corso Casale, all'altezza dell'Incrocio con la strada che porta al cimitero. Quando il corteo è transitato sotto le finestre dell'Istituto Domenico Savio, le piccole orfanelle dal balconi hanno lanciato sul carro funebre una pioggia di fiori. Don Vota ha benedetto il faretro prima che scendesse nella fossa, poi è incominciata l'opera degli interratori, mentre la nebbia saliva dall'uniforme grigiore del piano e isolate gocce di pioggia cadevano a punteggiare di maggiore desolazione la dolorosa scena. Non una parola rompeva il profondo silenzio del piccolo cimitero. Donna Laura, pallida nel nero che la dingeva a lutto, stringeva nervosamente 1« braccia dei figli Vittorio e Carlo ai quali si aggrappava. Il suo viso aveva contrazioni rapide nello sforzo di contenere il pianto. Le erano intorno, con le stesse dolorose espressioni tutti i figli, eccetto Daniele, il minore, che conta appena due anni e mezzo. Dopo l'inumazione il cappellano della Fiat, don Bosco, ha impartito la benedizione al tumulo. E intanto, per desiderio del presidente prof. Valletta, la bandiera della Fiat si inchinava in reverente, estremo omaggio all'uomo che ha largamente dato al grande complesso industriale e a tutta la città, in continue occasioni, il proprio versatile Ingegno, la' brillante Intelligenza e l'appassionata dedizione- La mesta cerimonia era finita: la folla ha lasciato in silenzio il sacro recinto. La famiglia affranta dal dolore: tra Iti figlie Consolata e Cristina è la vedova In gramaglie

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