Un'azione pericolosa di Ferdinando Vegas

Un'azione pericolosa Un'azione pericolosa Accumulando intrigo dopo intrigo, equivoco dopo equivoco* la triste commedia politico-parlamentare, di scena in Francia da sei settimane, è giunta infine alla Bua drammatica conclusione: voto di sfiducia al Governo, immediata ritorsione di Faure con lo scioglimento dell'Assemblea, furente reazione delle opposizioni di centro-sinistra, che si vedono costrette a subire elezioni precipitate e, quello ch'è peggio, col vecchio sistema degli apparentamenti. Sarebbe veramente impossibile, e„del resto inutile, seguire tutti i tortuosi andirivieni tìi questa poco edificante vicenda; la responsabilità massima, comunque, spetta chiaramente a Faure e ai suoi alleati democristiani e moderati, che non si sono fatti scrupolo di ignorare il verdetto della Camera e di sfidare il Paese. Faure aveva posto la questione di fiducia per rinviare il dibattito sulla politica generale del Governo e dare invece ia precedenza alla discussione sull'anticipo delle elezioni e sul nuovo sistema elettorale. La sfiducia significava, dunque, che la maggioranza della Camera condannava un Ministero, il quale cercava di sottrarsi con un sotterfugio al suo giudizio sovrano. In particolare, poi, negando la fiducia, l'Assemblea intendeva sconfessare la linea seguita da Faure riguardo alle elezioni e riservare a se stessa la decisione relativa. Invece di dimettersi, inchinandosi così al verdetto parlamentare, Faure ha prefer to giocare l'ultima e peggiore carta: s'è a^rappato alla lettera della Costituzione per forzarne lo spirito, fino al punto di capovolgere a proprio favore il senso del voto di sfiducia. In Sostanza infatti, con lo scioglimento della Camera, il Governo s'è arrogato il diritto di indire le elezioni alla data e col sistema di suo gradimento : proprio quel diritto che l'Assemblea gli aveva negato. Nè vale il dire che così il Paese viene reso arbitro della contesa; al contrario anzi, come osserva giustamente Le Monde, il Governo s'è fatto giustizia da se stesso, falsando in partenza, sempre a pro-rio ' favore, il futuro responso delle urne. Questo, invero, era lo scopo di Faure fin da quando propose là fine anticipata dell'attuale legislatura. Sostenendo la necessità che il Paese si desse nuovi rappresentanti alla vigilia di gravose scadenze politiche, esrli accampava il principio più corretto del regime democratico; in realtà, però, mirava solo a coprire la manovra degli immobilisti. decisi a sbarrare in nualsiasi modo la strada a MendèsFrance. Le elezioni, affrettate dovrebbero impedire al leader radicale di sviluppare efficacemente la campagna bene iniziata per un audace rinnovamento della situazione francese; eli apparentamenti, a loro volta, tendono a saldare definitivamente il blocco di tutte le forze di centro-destra. Non è un caso che i comunisti abbiano favorito il gioco di Faure, sia appoggiandolo nel precedente voto di fiducia, sia concorrendo ora ad una sconfitta così abilmente utilizzata. Anche per i comunisti, infatti, il primo obbiettivo è strozzare sul nascere il tentativo di Mendès-France, troppo pericoloso concorrente ai voti della sinistra. E' l'eterna tattica del « tanto peggio tanto meglio » : meglio sempre il pessimo dei regimi conservatori che non il successo d'una sinistra moderata e insieme spregiudicata. Gli apparentamenti, d'altra parte, non dispiacciono affatto ai comunisti, che sperano di veder sorgere, per contraccolpo, un rinnovato fronte popolare. E' un'eventualità che non si può del tutto scartare, nonostante il profondo fossato che divide i socialisti, per non dire dei radicali, dai comunisti. Sarebbe un autentico boomerang per gli immobilisti, che così riceverebbero la degna risposta alla pervicacia con cui stanno cercando di soffocare la vita della Francia. Il fronte popolare è sempre un rimedio disperato, da evitare fin che possibile; ma la tentazione di ricorrervi può essere forte, quando non si veda altra via di uscita. Quali prospettive, infatti, apre il colpo di forza di Faure ? Falsato il responso popolare col raggiro degli apparentamenti, la nuova Camera non potrà essere molto dissimile dall'attuale; si prorogherà dunque, per altri cinque anni, lo stato di cose presente. E può la Francia addormentarsi per tanto tempo, in un così delicato momento interno e internazionale, senza correre il rischio di risvegliarsi relegata per sempre al margine dei Paesi che fanno la storia? H bilancio di oltre quattro anni di immobilismo è fin troppo eloquente: al passivo, il disastro d'Indocina, lo sfaldamento in corso nel Nordafrica, il « no » della Sarre, lo scadimento in genere del prestigio internazionale della Francia; all'attivo, una certa ripresa economica, pagata però col consolidamento indisturbato dei « feudatari ». Facile pertanto redigere il preventivo del prossimo quinquennio. Al recente congresso radicale Mendès-France ha tentato di svecchiare la formula tradizionale del partito, « il cuore a sinistra e la ragione a destra » ; ha tentato cioè di far capire che anche la ragione, oggi, deve essere a sinistra. E' questa indubbiamente l'unica via ancora aperta a una borghesia moderna, intelligente e coraggiosa, la quale non voglia preparare il terreno ideale allo sviluppo del comunismo. La Trancia, ricca di preziose riserve morali e materiali, è ancora in tempo ad imboccarla, solo che si scuota dì dosso il giogo d'una piccola minoranza faziosa. Ferdinando Vegas

Luoghi citati: Francia, Nordafrica