Hitler contro i generali dopo la disfatta in Russia

Hitler contro i generali dopo la disfatta in Russia Le memorie di Heinz Unge, ex-cameriere del Fuehrer Hitler contro i generali dopo la disfatta in Russia Il dittatore manda presso i grandi reparti ufficiali di sua fiducia, con l'incarico di destituire e far fucilare i comandanti che trasgredissero gii ordini di resistenza - Come per pochi minuti i carri armati sovietici non riuscirono a catturare il Fuehrer Berlino, novembre: Dopo la caduta di Stalingrado, Hitler si illuse che 1 russi avessero annunciato la resa del feld - maresciallo tedesco von Paulus a scopo di propaganda, e quando gli si mostrava una fotografia che raffigurava von Paulus a colloquio con ufficiali russi, esclamò: «Non è possibile! Si tratta di un trucco. Chiamatemi subito Hoffmann ». Al suo fotografo personale Heinrich Hoffmann, il Fuehrer chiese di esaminare la fotografia e di stabilire con precisione se si trattasse di una vera fotografia o di un fotomontaggio. Dopo un attento esame, Hoffmann rispose che non c'erano dubbi: quella era la vera immagine del feld-maresciallo von Paulus, mentre si intratteneva a colloquio, con autentici ufficiali russi. Hitler ne ricevette un duro colpo e per molto tempo non fece che ripetere: « Quello è l'ultimo generale che io abbia promosso feld-maresciallo! Non ci saranno più feld-marescialli in Germania ». Egli indisse una settimana di lutto nazionale per onorare i trentamila uomini morti e feriti nella battaglia di Stalingrado. Tutti i locali di divertimento, le sale da hallo c 1 bar, restarono chiusi. 1 tutto 11 personale del Quartier Generale, il Fuehrer ordinò di non bere nè vino nè liquori per tre settimane. Lo champagne doveva essere bandito per sempre Posso assicurarvi tuttavia che, quantunque Hitler non lo abbia mai saputo, assai pochi membri del personale obbedirono a quell'ordine. Nermure 10 lo rispettavo quando non ero in' servizio. Le cattive notizie cominciarono a susseguirsi ora per ora. Le truppe russe oltrepassarono 11 Caucaso e fu necessario ritirare le divisioni tedesche in posizioni più arretrate sul Mar Nero. Cadde Rostov. Lo stesso Hitler si era visto costretto a dare l'ordine di ritirata dal Caucaso. Egli era diventato irriconoscibile. La sua faccia era grigia. Trascorreva ore intere nel più profondo abbattimento Cominciò a disertare le conferenze militari. «Non ne posso più di questi generali che non eseguono i miei ordini » soleva dirmi. La sua intolleranza nei loro confronti arriverai punto che egli prese l'abitudine dì scegliere degli ufficiali che si erano distinti -per audacia e sangue freddo in pericolosi frangenti, e dette'a ciascuno divesei — si trattava di colonnelli, di maggiori, ma anche di capitani — un mandato che lo autorizzava ad assumere il comando ove ritenesse che i suoi superiori non agissero in conformità degli ordini del Fueh: rer, o tentassero in qualunque modo di trasgredirli. Questi documenti, che erano redatti da Keltel e che recavano la firma di Hitler, conferivano ad ufficiali relativamente giovani l'autorità di deferire ad una Corte marziale e far fucilare seduta stante qyalun que ufficiale superiore, se a loro giudizio la situazione lo richiedesse. Dopo queste ritirate, il Fuehrer decise di organizzare la resistenza sul Dnieper. «Ho fatto allestire su quel fiume delle salde fortificazioni — egli osservò; — potremo tener fermi i russi sul Dnieper finché non saremo pronti a sferrare la nuova offensiva». Ma quando giunse il momento di trasferire le truppe atti Dnieper, il Fuehrer si rese conto che le fortificazioni erano assai deboli, e ben diverse in ogni caso da quelle che' egli aveva ordinato. Si lamentava da tutte le parti una sempre più acuta penuria di munizioni e di carburanti. Carri armati e cannoni dovettero essere abbandonati, e molti furono distrutti. La Luftwaffe aveva subito gravi perdite nel tentativo di "arrecare aiuto alle- truppe combattenti intorno a Stalingrado, ed era disperatamente a corto di aerei. «Io mi trovo di fronte alle difficoltà che mi vengono prospettate dagli industriali da una parte, e alle sempre più pressanti richieste delle truppe operanti sui vari fronti, dall'altra. Gli industriali mi ritengono pazzo perchè ieri chiedevo aerei, oggi chiedo cannoni, domani chiederò carri armati — ripeteva Hitler. — Non si rendono conto che io faccio soltanto presenti le esigenze delle nostre truppe». Hitler mandò a chiamare Fritz Sauckel, gauleiter della Turingia, e lo incaricò di raccogliere tutti gli uomini atti al lavoro che gli riuscisse di trovare e di inviarli in Germania perchè potessero venire impiegati nelle fabbriche di munizioni. Sauckel fu autorizzato a servirsi di qualunque mezzo per procurarsi questi lavoratori, e ricordo che al termine della sua missione, riferì al Fuehrer che aveva requisito francesi, belgi, olandesi, norvegesi, danesi e russi, ma che questi ultimi erano i migliori lavoratori. «Hanno bisogno di così poco — osservò Sauckel — e sono abituati a fare a meno di tutto da tanto tempo, che oggi accettano qualunque cosa con entusiasmo. Noi possiamo dar loro cibo cattivo, tabacco di pessima qualità, offrire cattive condizioni, e tuttavia cs si lavorano con lena ». Nell'autunno del 1943 1 russi furono sul punto di catturare Hitler insieme con Keltel e Jodl. Mi ero recato con loro iDamoptipvpplsagldtacspImlrsscndcvdniriptfipptdvsctv. — i a o i e e e a ù , i i o in volo a Saporoshe presso Dnepropetrovsk, dove Hitler aveva voluto arringare i comandanti delle truppe che operavano sul fronte russo, per spronarli ancora una volta a resistere. Ci eravamo dunque recati in aereo in uno dei due aeroporti di Saporoshe, e di lì avevamo proseguito in macchina per il Quartier Generale. Dopo che Hitler ebbe concluso la sua arringa, giunse un messaggio che riferiva che carri armati russi avevano già raggiunto l'aeroporto ad est della città, ed avanzavano rapidamente. In un primo momento pensammo che entrambi gli aeroporti fossero già stati occupati, ma un ulteriore messaggio ci informò che l'aeroporto occidentale era ancora In mani tedesche. Ci dirigemmo subito in macchina a quella volta, e fummo in grado di ripartire in aereo per Rastenburg. Mi sono spesso domandato se 1 russi abbiano mai saputo che i loro carri armati si erano trovati a pochi minuti di dirtanza dal loro odiato nemico. Essi non mi hanno mal rivolto domande In proposito durante la mia prigionia ed io non ho detto mai nulla di mia iniziativa. La visita compiuta a Saporoshe confermò i sospetti che il Fuehrer già nutriva sulle possibilità di resistenza delle truppe sul Dnieper. Su quel fiume non vi erano cannoni pesanti nè fortificazioni apprezzabili. « Mi hanno mentito ancora una volta — egli disse —. Non esiste nessun vallo sul Dnieper ». Fu in questo stato d'animo cupo e pieno di amarezza, che Hitler diresse il resto delle operazioni contro i russi ed apprese più tardi che questi avevano attraversato non soltanto il Dnieper, ma anche il fiume tedesco Weichsel. Tra un accesso d'Ira e l'altro contro 1 suol generali, egli gridò: «Non ci resta che l'Oder. E' 11 nostro ultimo fiume. Berlino deve essere difesa sull'Oder ». Sebbene egli in questo, periodo non fosse 'in grado di' salire e di scendere da una macchina senza aiuto, insistette per andare personalmente sull'Oder e parlare con 1 generali Busse e Buekner. Voleva, vedere con i suoi'©cehl?lè*ior* tiflcazioni e giudicare' il morale delle truppe. . Dovetti aiutarlo a scendere dalla macchina. La mano e il braccio sinistro del Fuehrer erano scossi da un tremito 'continuo; trascinava la gamba sinistra e contraeva l'occhio sinistro. Procedeva curvo come un vecchio. Molti ufficiali avevano gli occhi umidi di lacrime. Rimase compiaciuto di quanto apprese sul morale dei soldati ed espresse 11 suo elogio per le azioni di guerra da essi compiute. Ma un altro durissimo colpo lo attendeva, al ritorno al Quartier Generale: la mancanza di munizioni era diventata critica. Hitler mandò a chiamare Goering e lo investì con queste parole: «Avete mentito di nuovo. Avete mentito sulla Luftwaffe. Avete mentito sulle nostre riserve di munizioni. Le mie truppe sono a corto di munizioni sull'Oder, e voi continuate a mentire ». Ma anche in quelle ultime ore disperate, Goering riuscì a discolparsi e a farsi ragione: «Io avevo ordinato delle scorte adeguate, anch'io a mia volta sono stato ingannato ». Quando Goering se ne fu andato, Hitler si rivolse a me e disse tristemente: «I miei generali non dimenticano che io non ero che un caporale. Essi sono sempre stati contro di me. Debbo combattere non solo contro i nemici esterni del Reich, ma anche contro gli stessi generali tedeschi ». Una mattina giunse la notizia che i russi avevano attraversato l'Oder a sud di Kuestrln. Lessi il dispaccio a Hitler attraverso la porta chiusa della sua camera da Ietto. Egli si vestì rapidamente e passò nella sua stanza di lavoro, dove apprese che i nemici avevano superato il fiume anche in molti altri punti. Giunsero altri dispacci dalle linee, annunciarti che ufficiali tedeschi avevano perduto il controllo del propri nervi ed erano fuggiti. Hitler dette im¬ mspizsqdllldvcstftfiHc mediatamente ordine che fossero rintracciati e fucilati sul posto. Poi, come una valanga, i russi superarono le resistenze su tutto il fronte; e nel corso di una visita alle linee al di qua dell'Oder, Hitler stesso vide che si stavano innalzando le barricate per le vie di Berlino. Contemporaneamente gli alleati occidentali avanzavano In direzione dell'Elba e il Fuehrer venne a conoscenza del fatto che alcuni alti ufficiali tedeschi suggerivano di unirsi con le truppe anglo-americane per formare un fronte comune contro l'avanzata russa. Molti ufficiali che furono ritenuti da Hitler dei traditori, furono fucilati in questo periodo, ma io non ho mal saputo se tali esecuzioni fossero motivate da quelle proposte. Hitler si abbarbicava «H'e- strema speranza che un miracolo potesse ancora accadere. Egli dette ad esempio una importanza esagerata alla notizia che gli americani ritiravano già parte delle loro truppe dall'Europa. Al tempo stesso ripeteva: «Dobbiamo combattere fino all'ultimo. Anche se perderemo la guerra, i posteri non potranno mai diffamare la Germania del Reich col dire che essa si è arresa al nemico ». In lontananza il rombo dei cannoni russi si faceva più distinto. Nel cielo notturno, man mano che i russi si avvicinavano con le loro artiglierie per sferrare l'ultimo attacco alla capitale, scorgevamo sempre più intensi 1 bagliori dei proiettili. La fine era imminente. Heinz Linge Copyrlghl dell'* United Press » de « La Stampa »