Improvvisa morte a Torino del conte Giancarlo Camerana di Giancarlo Camerana

Improvvisa morte a Torino del conte Giancarlo Camerana Improvvisa morte a Torino del conte Giancarlo Camerana Colto da crisi cardiaca nella mattinata, è spirato all'una e quindici della notte per infarto - Il sereno trapasso nella villa di Strada Superga circondato dai familiari Stanotte olle ore una e 15, stroncato da improvviso attacco cardiaco, è morto nella stia abitazione di Strada Superga SS il conte, dott. Giancarlo Camerana. Aveva 46 anni. Erano intorno a lui la moglie contessa Laura Nasi, i figli contessa Cristina Maronc e Oddone, il cugino avv. Gianni Agnelli, il cognato ing. Giovanni Nasi. Il trapasso è avvenuto in piena coscienza; assisteva l'infermo il parroco di Bassi, teologo don Francesco Vota. Da alcuni giorni, il conte Camerana aveva accusato disturbi al cuore; il medico curante prof. Ruggero Marocchini aveva accertato una forma di angina pectoris e gli aveva noìisigliato un periodo di assoluto riposo, feri mattina il conto Camerana si alzava dà letto e si recava alla clinica cardiologica, dove veniva sottoposto ad un elettrocardiogramma. Subito dopo l'esame, mentre si trovava ancora nella clinica, veniva colpito da una crisi. Ripresosi, ritornava a casa e qui, nel pomeriggio, venivano chiamati a consulto il prof. Giulio Cesare Dogliotti e il prof. Pio Bastai. Più tardi accorreva al suo capezzale anche il chirurgo prof. Achille Mario Dogliotti. La diagnosi era: infarto cardiaco. Alle 17 un nuovo, più grave attacco. Seguiva un alternarsi di ansie e di speranze: a lievi migliora» menti si succedevano purtroppo improvvise ricadute. I medici prestavano ogni soccorso suggerito dalla scienza, ma non nascondevano l'estren\a gravità del male. Venivano avvertiti per telefono e per telegramma i familiari assenti: il primogenito Vittorio., di 21 anno, che si trovava a Napoli a prestare servizio militare; il figlio Carlo, di 19 anni, studente a Bo ston; Marco, di 15 anni, che frequenta un istituto di studi in Svizzera. Nella villa di Strada Superga si trovavano, accanto alla madre, contessa Laura Nasi, gli altri figli: la contessa Cristina Camerana Marone, di SO anni, Oddone l lillIllilllJlIlllllIflCIItllJIflIlilJJIillllìtJIllllll di 18, Consolata di 11, e il piccolo Daniele di due e mezzo. Subito avvertiti si recavano al capezzale dell'infermo il cugino avv. Gianni Agnelli, vice presidente della Fiat, il prof. Vittorio Valletta, presidente e amministratore delegato della Fiat, la cognata marchesa Clara Nasi Ferrerò di Ventimiglia, e.i cognati ing. Giovanni Nasi e ing. Emanuele Nasi. Il prof. Valletta si tratteneva accanto al conte Camerana alcune ore e lasciava la còsa soltanto verso mezzanotte, quando pareva che le condizioni dell'infermo avessero un lieve miglioramento. Il collasso avveniva inaspettato all'una. La crisi era rapidissima. AQe {K8^.,u»Jftj.;av 15, conservando sino all'uftimo istante la sua piena lucidità, il conte Camerana moriva. Poco prima era giunto don Vota, parroco di Sassi. Il sacerdote era un amico di casa Camerana; nella primavera del '53 aveva partecipato alla cerimonia per il battesimo dell'ultimo figlio, Daniele, e nell'estate del 1954 aveva unito in matrimonio la contessina Cristina con il conte Marone nella antica cappella annessa alla villa di Strada Superga. Don Vota si era trattenuto in lungo colloquio con il Conte e prima di separarsi gli aveva impartito l'assoluzione. Il conte Camerana era nato a Roma il 9 novembre 1909 e nella nostra città aveva compiuto gli studi, laureandosi poi in scienze agrarie all'Università di Firenze. La sua attività era molteplice. Per oltre vent'anni si dedicò alla Fiat, di cui da qualche anno era stato nominato vice-presidente. Fu uno dei promotori di « Torino-Esposizioni > e in particolare creò e diresse come presidente il Salone internazionale della Tecnica, la mostra che più gli stava a cuore e per la quale spese tante energie di organizzatore e di esperto. Tra l'altro fece sorgere sull'excampo volo di Mirafiori il Centro nazionale di Meccanica agraria, richiamando annual¬ mctTdcepsInastcPddvgnlrzavtnqpssizdcullllllllSIJItlilllillllillIiglIlItlIllllllltEtJlltJIIIIIllllllI mente l'interesse di tutti i tecnici del mondo. Fu presidente dell'Unione Industriale di Torino ed ora faceva parte della Giunta esecutiva. Particolarmente preoccupato della educazione delle nuove leve professionali, prese sotto la sua egida e potenziò l'Istituto Industriale Amedeo Avogadro. nel quale tanti giovani si sono addestrati e si preparano per specializzarsi nei diversi settori della tecnica e della meccanica. Si interessava di tutti i prò blemi che riguardavano lo sviluppo della nostra città; era molto sensibile per le questiq- ni dell'arte e del pensiero. Nei primi anni del dopoguerraUIIIIMIIillllllllllllMIIIIIIIIIIIIIIIIIMMIIIIIIIIMIII fondò l'Associazione Culturale Italiana, dando vita all'iniziativa dei « Venerdì letterari dell'A.C.I.d, che hanno avuto vasta risonanza in Italia, esten. dendosi da Torino a Milano, Genova e Roma. Dell'Associazione era anche presidente. Gustava la musica e largiva il suo appoggio a numerose manifestazioni in questo settore: aveva la presidenza degli e Amici della musica >. Era molto conosciuto; non si contano le persone che hanno avuto modo di apprezzare le sue qualità di uomo, di industriaile, di tecnico e di studioso. La morte del conte Giancarlo Ca¬ meróno è una grave perdita \per la città di Torino. Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll