Continuano nel centro gli abusi edilizi solo il piano regolatore può fermarli

Continuano nel centro gli abusi edilizi solo il piano regolatore può fermarli Dichiarazioni dell'avv. Graverò presidente della commissione tecnica Continuano nel centro gli abusi edilizi solo il piano regolatore può fermarli In molte zone, come la vecchia piazza d'Armi, i nuovi edifici e le sopraelevazioni hanno raggiunto i 35 metri di altezza mentre il limite massimo è di 21-24 m. - Prezzi della speculazione: 2 milioni per stanza Il Consiglio comunale di martedi ha rinviato a dicembre la discussione del piano regolatore. Sull'importante tema abbiamo rivolto alcune domande all'avv. Roberto Cravero, presidente della Commissione esecutiva. «.Per la nostra città — egli ci ha dichiarato — l'adozione del piano regolatore è un provvedimento indispensabile ed urgente. Quello elaborato dai Comune rappresenta nel suo complesso un equilibrio fra la conservazione dei valori del passato e l'apertura ai valori del presente e dell'avvenire. La regolamentazionc unitaria dell'intero territorio- comunale (finora limitata alla vecchia cinta daziaria) deve restituire ai cittadini la certezza del diritto, anche per quanto si riferisce alia difesa ambientale della nostra città, che ha una delle prerogative migliori e più apprezzate nella sua posizione, fra la chiostra delle Alpi c la verde collina>. < Il rinvio potrà favorire operazioni speculative nel mercato delle aree? >. — Ritengo appunto indilazionabile la necessità di porre un freno allo sfruttamento eccessivo delle aree, se si vogliono evitare conseguenze gravissime, anche per l'Amministrazione pubblica, sia al fine di limitare le costruzioni del tipo cosidetto civile, ma che in effetti corrispondono a quelle non caratteristiche di lusso, sia per non creare nuovi intralci alla viabilità, sia, infine, per non turbare maggiormente quell'equilibrio di densità di popolazione che costituisce una delle basì fondamentali nei nuovi studi del piano regolatore. Il momento è assai delicato: gli stessi progetti governativi relativi ad imposte sulle aree fabbricabili, alla formazione di demani comunali di aree e alla espropriazione di terreni periferici in favore della edilizia popolare popolarissima, sono altrettanti elementi che rendono quanto mai incerta la situazione e possono profondamente incidere sul Ubero gioco della domanda e dell'offerta. < Considera che ormai esista in Torino una sovrabbondanza di. costruzioni di tipo medio e di lusso? >. — Non potrei precisare Von- ■ tità di una eventuale superproduzione in questo campo. Certo i ohe, ormai, si suole, spesso, acquistare dai vecchi proprietari il diritto di sopraelevazione dei fabbricati già esistenti, pagando i diritti relativi sulla base delle previsioni normali di sfruttamento, consentite dalle norme regolamentari. Ricorrendo, poi, a concessioni di carattere straordinario, motivate da supposte ragioni di necessità pubblica (art. 40 del Regola- TEM mento edilizio vigente), i costruttori riescono a realizzare sopraelevazioni, in misura di gran lunga superiore al previsto. Ciò soprattutto nelle zone centrali della città dove la difesa ambientale non dovrebbe mai essere dimenticata. « Al fini di questa difesa ambientale, quale conseguenza potrebbe avere un ulteriore ritardo nella nuova regolamentazione edilizia? >. — Un piano regolatore generale non è ancora, di per sè, idoneo a determinare vincoli sitila proprietà privata. Ma è evidente, che di fronte alle lamentate eccessive sopraelevazioni in zone che il futuro regolamento intende difendere con notevoli limitazioni, ancho per quanto riflette l'altezza degh edifici, l'applicazione ritardata della nuova disciplina risulterà del tutto inefficiente e già compromessa nelle precostituite situazioni di fatto. «In quali quartieri si sono verificati 1 casi di maggior sfruttamento? >. — In questi ultimi tempi, e cioè nell'imminenza di una nuova regolamentazione che potrebbe introdurre una disciplina limitativa, gU sfruttamenti eccessivi di aree e di servizi di sopraelevazione, si sono verificati nella zona centralissima della città e in paricolare in quella della vecchia Piazza d'Armi. Si sono costruiti alti edifici, che tenuto conto dei piani arretrati hanno talvolta raggiunto i SS metri, mentre avrebbero dovuto essere al massimo di SX-S4 metri. In tutti questi casi pare un'ironia invocare una ragione di necessità pubblica per attuare delle costruzioni, che normalmente sono poste in vendita sulla base di cento mila lire il metro quadrato (circa due milioni per stanza). Nei casi in cui queste case vengano affittate, si chiede un canone pari a 12.000 lire mensili per stanza. « Quando pensa che 11 piano possa diventare esecutivo? ». — Non è il caso di parlare di esecutività, ma di approvazione del nuovo piano da parte del Capo dello Stato, ratifica che potrebbe ottenersi anche entro un anno. Occorre piuttosto rilevare che il nuovo piano regolatore, per la parte centrale della città comprende ed assorbe i piani di ricostruzione interessanti le cinque zone più colpite dalla guerra. Per g«esti piani esistono i decreti ministeriali che consentirebbero l'esecuzione anche immediata, tanto che l'autorità comunale ha già dovuto chiedere la proroga della loro attuazione allo scopo di armonizzarli con il piano regolatore. Se ci limitassimo alla parte centrale della città (sistemazione di Porta Palazzo, Borgo Dora, via Boterò, via Nizza, ecc.) sarebbe ragionevole prevedere la spesa di competenza della pubblica amministrazione, nella cifra presumibile di mezzo miliardo. < Qual è la parte più urgenteda affrontare attuando 11 piano regolatore e in che modo? ». — Da un punto di vista esclusivamente personale, riterrei si possa ricorrere ad una operazione di mutuo, il cui ricavo satigisosapdfezibopdrenestiripgamlaPoplenmpsonmlazispsaaOAltel'Sddddrdstclelussinnrocicucalalalàuchtusdscgsocti iitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sarebbe integrato con il gettito del contributo di migliorìa già in corso d'applicazione. Penso che la cifra di U-15 miliardi sarebbe sufficiente per bene impostare la graduale esecuzione del nuovo piano, anche agli effetti di un'intelligente applicazione dell'art. 18 della legge urbanistica (sugli espropri). Le opere più urgenti, a prescindere dai piani di ricostruzione; sarebbero quelle già costituenti nuclei organici e per le quali esistono i piani particolareggiati (Falcherà, Lucento, Mira fiori). Ma anzitutto si dovrebbe provvedere all'impianto delle grandi tangenziali a carattere autostradale, in modo da formare fossatura principale della grande viabilità.

Persone citate: Roberto Cravero

Luoghi citati: Torino