Crollano di schianto i due omicidi nell'ascoltare la condanna a 30 anni

Crollano di schianto i due omicidi nell'ascoltare la condanna a 30 anni Epilogo in Assise del processo per il delitto di corso Vittorio Crollano di schianto i due omicidi nell'ascoltare la condanna a 30 anni Un grido La la folla: "Figlio, figlio miol„ - La Corte ha giudicato ugualmente colpevoli l'esecutore del crimine e il mandante, nipote della vittima - Esclusa la premeditazione, è stata evitata la pena dell'ergastolo Il processo per l'assassinio della cinquantaduenne Caterina Baravalle, la bustaia di corso Vittorio Emanuele 110, ai è concluso ieri sera alle 20 con la condanna di Elvio Boldrin — esecutore del crimine — e Mario Chlavazza — ideatore e mandante — a 30 anni direclusione. La Corto (Pres. Carron Ceva, giudice togato Ansa,di, cane. Santostefano) ha ritenuto gli Imputati responsabili in misura uguale, di omicidio a scopo di rapina e di furti; ha escluso la premeditazione e, con la concessione delle attenuanti generiche ha salvato 1 due giovani dalla condanna a vita. Le pene accessorie ad essi inflitte sono: 70 mila lire di inulta, interdizione perpetua dai pubblici uffici, libertà vigilata, pagamento delle spese processuali, delle spese e del danni alla Parte Civile rappresentata dall'avv. Gino Obert. I due assassini hanno accolto la sentenza con un comportamento diverso l'uno dall'altro. Mario Chlavazza -r- cereo e macilento ancor più del solito — si è seduto di schianto senza fiatare, come se le forze lo avessero d'Improvviso o e i o a a n . . d e ui , a i a a o a a e è a ti el amo abbandonato. Elvio Boldrin è Impallidito orribilmente; poi, di colpo, 11 volto gli è diventato rosso scarlatto e, scoppiando in lacrime, egli è crollato, affran. , sulla panca. Mentre la folla sgombrava rapidamente l'aula un uomo, già anziano, si precipitava verso il banco degli Imputati singhiozzando < Figlio mio! figlio mio! ». Era 11 padre del Boldrin. Aveva teso le braccia e già stava per abbracciare 11 condannato quando 1 carabinieri lo allontanarono bruscamente. « Sono suo padre: voglio ancora salutarlo! » protestava lo sventurato genitore. Non gli fu concesso; un carabiniere lo prese sottobraccio e lo accompagnò fuori dicendogli, per consolarlo: « Lo saluterete, domani in carcere. Se vi vede ora è peggio: è già troppo sconvolto dalla condanna; ha una crisi di nervi ». Sconsolato, affranto, 11 vecchio — vittima anch'egli del figlio sciagurato — se n'è andato a capo chino sorretto dal fratello. Per redigere la sentenza la Corte è rimasta "n camera di consiglio dalle ore 17 alle 20. In precedenza avevano parlato 11 P. M. dott. Caccia, l'avv. Melplgnano difensore del Boldrin, l'avv. Armando De Marchi per 11 Chlavazza e, ultimo, l'avv. Edoardo Dagasso ancora in difesa del Boldrin. Il P. M. aveva proseguito, nella mattinata, la requisitoria Iniziata Il giorno precedente. Il rappresentante della Pubblica Accusa si è soffermato ad esaminare 1 -reati minori compiuti dagli imputati non solo per dimostrare la loro piena colpevolezza ma anche per trarre elementi non equivoci con cui delincare le loro figure di individui portati per tendenza a delinquere. Il P. M. ha trascurata la tesi della premeditazione pur dichiarandosi convinto che 11 Chlavazza ed 11 Boldrin contemplarono anche l'eventualità dell'uccisione della donna per raggiungere lo scopo che si erano prefisso: la rapina. Affermato che il comportamento del criminali non consentiva di concedere loro le attenuanti generiche, ha concluso richiedendo per entrambi la pena dell'ergastolo. Per 1 difensori, invece, gli imputati non avevano ia volontà di uccidere. Il Chiavazza — secondo l'avv. De Marchi — voleva solo 1 denari della zia ed egli non doveva ìwrclò rispondere in ugual misura del delitto più grave compiuto dal suo amico. Secondo gli avvocati Melplgnano e Dagasso quello del Boldrin doveva essere considerato un omicidio d'impeto: egli strangolò la bustaia pcr- *>I>l>l'IÌ>l<ll'(ll'IIIIIIIIIIII*ll*ll>IHIIIIIIIIIIIfllIIIItl che sconvolto dal terrore di essere scoperto e fermato dagli inquilini che sarebbero accorsi alle grida della sua vittima. I difensori ricorreranno In appello. Mario Chlavazza ed Elvio Boldrin In attesa della sentenza