Arrestato per il furto d'un orologio confessò di over ucciso suo zia

Arrestato per il furto d'un orologio confessò di over ucciso suo zia In Assise gli assassini della bustaia di eorso Vittorio Arrestato per il furto d'un orologio confessò di over ucciso suo zia Interrogati dal presidente, i due giovani rievocano la feroce impresa - Il nipote preparò il colpo e mandò l'amico nella casa - Questi strangolò la donna con le mani poi la imbavagliò e - a, , o e e i i r i è e oi E iniziato ieri mattina m Corte d'Assise il processo contro Elvio Boldrin di 25 anni e Mario Chiavazza di 23. corresponsabili dell'uccisione della cinquantaduenne Caterina Grosso vedova Baravalle, la bustaia di corso Vittorio Emanuele 110. Il feroce delitto, che suscitò profonda impressione nell'opinione pubblica, fu compiuto alle ore 10,30 dell'll giugno 1954; movente del crimine: la rapina. Il Chiavazza, arrestato qualche tempo dopo, si confessò colpevole. Affermò tuttavia di non avere voluto la morte della donna: che era sua zia; la sventurata era stata uccisa dal complice di cui rivelò il nome: Elvio Boldrin. Costui, che si era rifugiato in Jugoslavia, venne rimpatriato e la polizia lo arrestò a Trieste. Tradotto a Torino anch'cgli fini per confessare ai funzionari della Squadra Mobile la sua responsabilità. A propria difesa disse di essere stato istigato dal Chiavazza a rapinare la bustaia e di averla uccisa senza volerlo. Queste versioni sono stale mantenute in udienza dal due Imputati. A vederli sembrano ragazzi poco più che sedicenni. Entrambi sono di media statura; Mario Chiavazza è macilento e cereo in volto; Elvio Boldrin ha invece le guance rosee ed i suoi capelli castani sono lunghi e ondulati. Primo ad essere interrogato dal IMIll* ■ItlIllllllllMlIIIIIIItllllllillllItlllllllllia ItlIllllllllllllllllllllllllllllllllllllllIIIIIIIIIllllll» Presidente della Corte è stato il Chiavazza. Pres. — L'imputazione à vostro carico è gravissima. Sembra chiaro, infatti, che ad organizzare 11 delitto siete stato voi perchè sapevate che vostra zia aveva dei risparmi e conoscevate particolari delle sue abitudini e della casa che potevano permettere al vostro complice di agire a colpo sicuro. Imp. — Non è vero. L'idea della rapina venne in mente al Boldrin quando lesse le imprese del « rapinatore solitario». Disse che se avesse avuto una pistola sarebbe stato, capace di fare altrettanto. Avevo pochi soldi e dei debiti, anche con lui che mi aveva aiutato quand'ero disoccupato: fui suggestionato dalle sue parole e comprai una pistola. Pres. — Allora volevate uccidere la donna! Imp. — Non si era ancora fatto il nome di mia zia; intendevamo imitare il c rapinatore solitario » e la pistola doveva servire soltanto per spaventare le persone aggredite. Fu il Boldrin che scelse come prima vittima la Baravalle. Allora, quando gli consegnai la pistola, per precauzione feci scattare la sicurezza. , II.Chiavazza ha proseguito narrando di avere accompagnato il suo amico fino dinanzi al portone della bustaia; là lo lasciò e si recò- al Valentino. Lo incontrò di nuovo, nel ^pomeriggio. Egli gli narrò quanto era accaduto e gli consegnò due monili d'oro; per ?è tenne una macchina fotografica che poi andò ad impegnare. Que sti furono i magri frutti del cri mine che l'assassino non era riuscito a trovare 1 soldi nascosti fra lenzuola i-n un armadio. Il Boldrin ha respinto l'accusa di avere ideato la rapina. « Fu :1 Chiavazza — ha detto — che ar chitettò 11 piano; però non me ne fece mai parola. Anzi in un primo tempo mi disse che aveva in men te un " colpo " in cui lo avrei dovuto fare 11 palo ». Pres. — Ma questa versione non è credibile: voi dovevate rapinare la Baravalle; non poteva essere il Chiavazza perchè la donna lo conosceva Imp. — Chiavazza mi rivelò tutto all'ultimo momento: « E' una cosa semplice — mi disse — tutto andrà bene ». Dopo qualche esitazione finii per accettare. Egli mi diede tutte le indicazioni, mi accompagnò fin sotto 11 portone dilrtrnabrmddpcrvLNncaMcomMraVstemlaEsphtodpfrcnaztampsspbdpcuMcudgla—Ostastddso di casa della Baravalle, mi indicò il suo alloggio e la donna che, di ritorno dalla spesa, vi stava entrando. Poi andò ad attendermi nelle vicinanze. Pres. — Come vi presentaste alti» donna? Imp. — Dissi che desideravo un busto perchè il lavoro di carne ricre mi aveva causato un forte mal di schiena, cominciò a prcn dermi le misure. Dovevo aggre dirla in quel momento. Ma ebbi paura. Lei, vedendomi tremante credette che stessi male e mi invitò a sedermi. MI prese le mani La respinsi e la giacca si apri Notò che avevo la pistola infilata nella cintura del calzoni. € Lei ha cattive Intenzioni » gridò allora Mi vidi perduto: le cinsi il collo con 11 braccio sinistro e con la mano destra le tappai la bocca. Mi morsicò un dito e contemporaneamente la sentii aniosciarsi Vicino c'era una termina. La strappai e l'avvolsi attorno alla testa della donna. Pres. — E l'annodaste stretta mente per essere ben certo che la sventurata soffocasse. Imp. — Io non feci alcun nodo E non volevo neppure uccidere; strini! /troppo forte perchè avevo perso là ' testa. Dopo il delitto il Boldrin — lo ha ammesso l'imputato nel segui to del racconto — trasportò il ca davere in un angolo della cucina per evitare che gli inquilini di fronte potessero vederlo. Egli si è confessato autore anche di un furto di 260 mila lire nella fabbrica c Mmerva » in cui aveva lavorato. Anche il Chiavazza ha ammesso il furto di un por tafoglio e di un orologio ad un muratore. Scoperto ed arrestato per questo reato fini per confes sare anche la sua parte di responsabilità nell'uccisione della bustaia. E fu questo il primo in dizio che diede alla polizia la possibilità di far luce sul delitto. Dopo l'audizione dei testi — fra cui il dott. Sgarra della Squadra Mobile, una ragazza di 16 anni a cui il Boldrin regalò la polizza di pegno della macchina foto grafica, la fidanzata del figlio deila Baravalle — ha preso la parola — nel pomeriggio — l'avv. Gino Obert di Parte Civile. Egli ha sostenuto che tutti e due gli imputati devono essere posti sullo stesso piano: da lutti gli elementi della causa — ha detto — anche dalle contraddizioni in cui essi sono caduti, emergono le prove che premeditarono insieme non solo la rapina ma anche l'omicidio. Il P. M. dott. Caccia ha iniziato la sua requisitoria affermando di essere pienamente convinto che esistono a carico degli imputati le prove della loro totale responsabilità in crimini che comportano la pena massima. II rappre- sentante dell'accusa ha brevemente illustrato le figure dei due giovani, tendenzialmente portati alla vita disordinata, xontro la legge. Quindi ha riepilogato le indagini svolte e si è soffermato a descrivere la scena del delitto e ad esporre i risultati della perizia necroscopica. Il magistrato continuerà e concluderà la requisitoria stamane. Parleranno quindi 1 difensori avvocato De Marchi per il Chiavazza, Dagasso e Melplgnano per 11 Boldrin ed in serata la Corte (pres. Carron Cova, giudice togato Ansaldi, cane. Santostefano) pronuncerà la sentenza. Elvio Boldrin e Mario Chiavazza all'ingresso In Assise

Luoghi citati: Jugoslavia, Torino, Trieste