II tentativo di Merzagora avviato verso l'insuccesso di Enzo Forcella

II tentativo di Merzagora avviato verso l'insuccesso Contrasti insuperabili per la elezione della Corte Costituzionale II tentativo di Merzagora avviato verso l'insuccesso Il Presidente del Senato dichiara dopo i colloqui con gli esponenti politici: "Temo proprio che non se ne possa far nulla,, - La convocazione per domani torse sarà annullata - La difficile situazione esaminata dall'ori. Segni in una riunione del quadripartito - Il governo precisa il suo programma parlamentare; socialdemocratici e repubblicani chiedono una pronta approvazione della legge elettorale politica - L'eventualità di uno scioglimento anticipato delle Camere Roma, 22 novembre. Il Presidente del Senato ha ripreso stamane la sua mediazione nel contrasto sorto attorno all'elezione dei giudici costituzionali. Ma gli è bastato un giro di consultazioni con l rappresentanti dei vari gruppi interessati alla questione per constatare che il suo tentativo ha possibilità minime di rusclta. <Temo proprio che non sé ne possa far nulla » ha confidato agli amici dopo gli ultimi incontri. E' perciò molto probabile che — adducendo il motivo dell'assenza da Roma del Presidente della Camera — rinunci anche alla riunione congiunta della quale aveva già diramato telegraficamente gli inviti per giovedì. Nel corso della giornata Merzagora ha ricevuto gli esponenti di tutti i gruppi, ad eccezione di quelli del centro laico: Covelli per i monarchici, Michelini per i missina Fanfani e Ceselli per la d. c., Bertini e Lussu per i socialisti, Togliatti e j Scoccimarro per i comunisti. Ad ognuno ha domandato se vede qualche via di uscita per la complessa situazione che si è venuta a creare dopo le ultime votazioni e quali sacrifici la rispettiva parte è in grado di fare per rendere possibile l'istituzione della Corte costituzionale. Ne ha ricevuto risposte rigide e contrastanti che lo hanno convinto, come abbiamo detto, che il suo tentativo è sull'orlo dell'insuccesso. L'estrema destra ha ripetuto che, a suo avviso, l'unica cosa da fare è convincere democristiani e centro laico a votare per il suo candidato. Fanfani ha detto che, al massimo, può riuscire a convincere i suol gruppi di votare come quinto giudice un indipendente al di sopra della mischia, concordato con lo stesso Merzagora e comunque sempre dopo che siano stati eletti gli altri due candidati della maggioranza. I socialisti hanno proposto di accordarsi su tre indipendenti (che dovrebbero prendere il ponto di Cappi, Cassandro e Crisafulli) o magari su cinque, facendo dimettere Ambrosini e Bracci: solo a questa condizione — hanno specificato — si potevano impegnare a far opera di moderazione verso i comunisti. Questi ultimi si sono anch'essi attestati sulle posizioni note: dal momento che la d. c- ha posto un « veto » al loro candidato, essi non possono abbandonare la questione di principio; sono sempre disposti a sostituire Crisafulli con una personalità politica meno qualificata, ma desiderano che questa personalità sia scelta tra una rosa di noia' avanzata da loro e che, di conseguenza, gli altri gruppi accettino una « designazione > comunista. Non occorre sottolineare quanto siano divergenti queste posizioni e come sia impossìbile, con la migliore buona volontà, trovare tra di esse un qualsiasi punto di contatto. E' vero che il dissidio è più di forma che di sostanza: nomi come quelli di De Nicola, Jemolo, Eula, avrebbero potuto essere egualmente graditi al centro, alle sinistre e fors'anche a qualche settore della destra; in altro momento sicuramente Io sarebbero stati. Ma in questo caso l'ostacolo insormontabile è proprio di forma: polche ognuno, attraverso a l la forma, adombra una precisa volontà politica. V'è ancora una settimana di tempo prima della seduta comune del Parlamento e qualcosa verrà ancora tentato per smussare queste intransigenze politiche. Ma, a giudicare dagli umori di stasera, la nuova votazione dovrebbe concluderai jn un ennesimo nulla di fatto. Tanto che da qualche parte si sta già studiando se vi è modo di disdire la seduta, superando l'opposizione delle sinistre che invece, per intuitive ragioni di carattere propagandistico, vogliono che essa sia tenuta in ogni modo. La procedura non concede molti appigli per un rinvio sine die della seduta prima della nuova votazione. In un caso o nell'altro, ad ogni modo, il fallimento comporterà numerose ripercussioni di carattere polico che interesseranno il governo, i partiti, il Parlamento ed il Capo dello Stato. Non se ne può ancora prevedere esattamente la portata, ma ci si prepara già a fronteggiarlo. Ne hanno offerto oggi stesso una prova il governo ed i gruppi della maggioranza. Il Presidente del Consiglio ha riunito al Viminale gli esponenti della D. C., dei socialdemocratici, dai liberali e dei repubblicani e per tre ore e mezzo ha discusso con essi la situazione. La presenza alla riunione del Ministro del l'Interno e del Sottosegretario Russo aveva fatto pensare che ci si sarebbe limitati a discutere delle leggi elettorali. In effetti la discussione ha finito per sfociare in una franca, e in alcuni momenti vivace, « spiegazione > sulla compattezza dell'attuale maggioranza, i pericoli occulti che essa riserva al governo, la possibilità di un anticipato scioglimento delle Camere. . ScwlaldemaoraticT* Tepubbiifcani hanóo' fatto notare" che non si può sottovalutare la serietà del momento, hanno insistito perchè venga al più presto approvata la nuova legge elettorale politica (con precedenza assoluta su quella amministrativa, e ciò proprio per evitare che lo scioglimento anticipato delle Camere trovi in vigore la vecchia legge del '48), e la maggioranza venga messa alla prova sul punti specifici del programma governativo, più volte richiamati all'attenzione, ma ancora non affrontati. Fanfani e Ceschi — che, come diretti responsabili del partito che nelle ultime vicende parlamentari ha provocato i maggiori imbarazzi al governo, potevano considerarsi 1 destinatari delle critiche — hanno sostanzialmente accettato l'impostazione della discussione aderendo senza riserve al comunicato che alla fine ne ha riassunto le conclusioni. « Nella riunione — vi si legge — si è proceduto ad un esame dei lavori parlamentari, ed i convenuti si sono trovati concordi nel rilevare la necessità che siano approvati, con criteri di priorità, i disegni di legge per la riforma elettorale politica, per la perequazione tributaria, per la costituzione del Ministero delle partecipazioni statali, per gli idrocarburi, per la riforma dei contratti agrari»: Non si fa parola, come si vede, del problema del giorno, e la ragione è evidente: nel momento in cui si sta profilando ig il fallimento dell'elezione dei I giudici, il governo intende sot- tolineare, che questa vicenda!parlamentare non è affare che j lo riguardi direttamente. Ad evitare, anzi, di venirvi coinvolto, tenta un < rilancio > del suo programma dicendo in sostanza: i rapporti tra maggioranza e governo non vanno messi alla prova su questioni, come i giudici costituzionali, che coinvolgono anche la posizione di altri gruppi, ma sugli specifici punti programmatici del governo stesso. Se esso deve cadere, intende scegliere il terreno e non farselo imporre dai suoi avversari interni. L'adesione di Fanfani a tale linea di condotta è una conferma di più che 11 leader della D. C. è ancora solidale con Segni e che il suo allineamento a Sceiba — di cui si è parlato da qualche parte — è una voce in- m m in 11 tu i ii in ■ 11 il ti ì mi i ii i ti i ti n 111 fondata o per lo meno prema tura. Sullo stesso metro può essere considerato anche il pro blema delle elezioni anticipate. II governo intende che la incapacità funzionale dell'attuale legislatura sia eventualmente dimostrata dai voti sull'azione governativa, non da quelli sull'attuazione di certe norme costituzionali. Per quel che se ne s. il Presidente della RepubblK non contrasterà quesf ordine di Idee: se l'elezione del 30 non sortirà effetti, invierà probabilmente un messaggio alle Camere, senza peraltro accennare all'eventualità del loro scioglimento. Resta a vedere, naturalmente, se le circostanze consentiranno il successo del rilancio governativo. Ma qui entra in gioco tutta un'altra serie di incognite che solo gli sviluppi futuri potranno chiarire. Enzo Forcella n 1111 m i immillili iiiiiiiiiiimmmmiiii

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