La Pira consegna a Parigi l'«atto d'amicizia» fra sindaci

La Pira consegna a Parigi l'«atto d'amicizia» fra sindaci La Pira consegna a Parigi l'«atto d'amicizia» fra sindaci II parlamentare italiano parla alla seduta conclusiva degli intellettuali cattolici francesi - Mauriac dice: "La cristianità ha in lui il suo ambasciatore ispirato,, (Dal nostro corrispondente) Parigi, 21 novembre. Giorgio La Pira, lo sconcertante sindaco di Firenze, è stato oggi l'uomo del giorno a Parigi. Non c'era soltanto una grande curiosità intorno alla sua figura, che ha ormai una fama internazionale, ma anche una vivissima simpatia, specie da parte di quegli esponenti del mondo cattolico francese che rinutano di considerare la Chiesa come un organismo conservatore, incapace di adeguarsi al progresso dei tempi e di farsene anzi propulsore. A questa simpatia non si sono sottratti neppure gli ambienti laici, ed è stato appunto sull'organo del radicalismo francese, l'Express, che lo scrittore cattolico Francois: Mauriac ha salutato oggi La Pira con queste parole: «Ciò che egli ci dice, ce lo dice da parte di Qualcuno. La cristianità trova in lui il suo ambasciatore ispirato, e bisognerà bene che Mosca e Pechino le ascoltino un giorno >. A mezzogiorno La Pira ha consegnato ufficialmente alla città di Parigi l'atto di amicizia fra tutte le città del mondo, che egli fece firmare nell'estate scorsa dai sindaci riuniti al Congresso Internazionale di Firenze. E' una pergamena redatta sul modello del documento mediante il quale fu stipulato nel 1438 la unione fra le Chiese d'Oriente e d'Occidente; Giorgio La Pira l'ha consegnata al presidente del Consiglio municipale di Parigi, accompagnando l'offerta con brevi parole per illustrare il significato dell'avvenimento. < E' molto più che un gesto simbolico — ha detto il sindaco di Firenze. — Grandi possibilità si aprono a coloro che hanno a carico l'amministrazione delle maggiori città e che non sono presi direttamente nell'ingranaggio della politica. Se arriviamo a forgiare una catena di amicizia fra le città, senza distinzione di regime e di oredenza, la pace riposerà su basi più solide di quelle che potrebbero costruire i trattati tra i governanti >. Giorgio La Pira ha anche confermato il suo imminente viaggio a Mosca e ha detto che crede possibile convertire i comunisti, ma è la loro conversione a.1 cristianesimo che egli desidera, non a questo o a quel regime economico. «Non ci sono comunisti e anticomunisti — ha poi aggiunto; — c'è soltanto della gente che ha fame. E' una bella cosa fare dei bei discorsi, ma finché l'ingiustizia regnerà, i bei discorsi saranno inutili >. Ieri Giorgio La Pira aveva assistito alla solenne celebrazione del quinto centenario dell'apertura del processo di riabilitazione a Giovanna D'Arco nella cattedrale di Notre Dame. E' stata un'emozionante rievocazione della giornata del 7 novembre 1455, quando una vecchia decisa a tutto si presentò nella stessa chiesa davanti all'arcivescovo di Reims e al vescovo di Parigi. Era Isabella Romée, madre di Giovanna d'Arco, venuta a chiedere la revisione del processo a sua figlia, presentando a sostegno della sua domanda il rescritto del Papa Callisto in. Però la folla che l'aveva seguita nella cattedrale per appoggiare le sue ragioni si mise ad urlare con tanta violenza, che i prelati dovettero rifugiarsi in sacrestia. Poi, in serata, La Pira ha pronunciato un discorso nella seduta di chiusura del congresso degli intellettuali cattolici, riuniti per discutere sul tema: la Chiesa crede nell'avvenire del mondo. «Il compito affidato al cristiani — ha detto La Pira in quell'occasione — è di creare un legame organico tra la città degli uomini e la città di Dio, tra le speranze umane e la speranza teologale. Questa connessione bisogna cercare di realizzarla dappertutto, davanti a qualunque situazione economica >. Dopo il sindaco di Firenze ha parlato il cardinale Feltin, arcivescovo di Parigi, il quale ha detto che la Chiesa chiede a tutti i suol figli di lavorare per la sistemazione della città terrestre: « è perchè essa crede alla vittoria della fede e della carità — ha concluso — che crede nell'avvenire del mondo ». 8. V.