Pio XII ai funzionari del Ministero degli Interni

Pio XII ai funzionari del Ministero degli Interni Pio XII ai funzionari del Ministero degli Interni "Nessun fine buono può giustificare l'arbitrio Agire con giustizia ed umanità,, Castelgandolfo, 21 novembre. Guidati dal ministro on. Tambroni, circa novecento addetti al Ministero dell'Interno sono stati ieri ricevuti da Pio XII nel Salone degli Svizzeri del palazzo apostolico di Castelgandolfo. Il Pontefice ha pronunciato un discorso. Definito il Ministero dell'Interno « cuore dello Stato » e non già «motore dello Stato » o « ministero di polizia », il Papa ha voluto sottolineare come al dicastero, oltre alla cura dell'ordine pubblico, sia affidata, in virtù dei Patti Lateranensi, la cosiddetta « politica ecclesiastica ». In tre punti Pio XII ha illustrato le funzioni e i compiti del Ministero, tutti confluenti nell'ordine: nell'ordine giusto, nell'ordine soave, nell'ordine garantito ed integrale. Partendo dalla premessa che le leggi siano buone, il Pontefice ha detto: «Nessun fine buono giustificherebbe l'arbitrio come mezzo ai danni d> chicchessia, nè sarebbe giusto che venisse giudicato colpevole, e tantomeno trattato come tale, chi non risultasse chiaramente trasgressore di una legge. Salvo casi eccezionali, occorre evitare la fretta nell'applicare le durezze della legge, l'intemperanza nei]' uso dei mezzi di accertamento. Il prestigio stesso dello Stato consiglia di preferire il pericolo di errare usando indulgenza a quello di sbagliare usando 11 rigore ». «Ad ottenere la soavità dell'ordine — ha proseguito 11 Papa — gioverà anche l'umanità del tratto in tutti voi, e soprattutto nei prepo3ti agli organi periferici, ricordando che lo Stato è al servizio dei cittadini. Non dimenticate che dietro ad ogni uomo che viene a parlarvi di una pratica chiede il vostro intervento vi è spesso una sposa che vive nell'ansia e nella trepidazione, vi sono forse figli che languono e invocano aiuto. Fate dunque che i vostri incontri con loro siano dettati dall'amore siano incontri di fratelli con fratelli >. Ma la soavità non deve diventare debolezza, ha ammonito subito dopo Pio XII. Certamente è meglio prevenire che reprimere: ma per prevenire bisogna creare le condizioni atte a rendere sempre più difficile la violazione delle leggi. Il compito non è soltanto deli ' Ministero dell'Interno, ma an- i cc che di quello preposto all'educazione nazionale. «Ove pero alcuni si ostinassero a cercare di violare le leggi, sperando forse o illudendosi di rimanere impuniti; se mossi da istinti malvagi, attentassero alla vita ed ai beni altrui; se minacciassero la serenità dei focolari domestici; se, in particolare, osassero nutrire e manifestare propositi di sovversione violenta ai danni dello Stato; voi dovreste innanzitutto adoperare la vostra vigilanza per impedire che i torti vengano fatti, i delitti perpetrati; poi, a fatti compiuti, nulla dovreste omettere affinchè i colpevoli siano raggiunti dai rigori della giustizia. Il nostro pensiero va in questo momento ai benemeriti prefetti, ai questori, al corpo di polizia che, se agirà con giustizia e umanità, potrà, con il suo intervento pronto e coraggioso, prevenire e, all'occasione, reprimere quanto minaccia 'incolumità dei cittadini e 'ordine pubblico». Alla fine del suo discorso il Pontefice ha accennato nuovamente alla competenza del Ministero dell'Interno in materia di « politica ecclesiastica », < desideriamo ardentemente — ha detto — che quanto serve alla custodia e all'incremento dei valori religioni in Italia sia oggetto delle vostre particolari sollecitudini. Facilitando, in quanto è da voi, il difficile lavoro apostolico della Chiesa, voi promovete al tempo stesso il bene dei cittadini, il bene dell'Italia». d. ni.

Persone citate: Pio Xii, Tambroni

Luoghi citati: Italia