L'attentato alla caserma Speer e la fucilazione di Stauffenberg

L'attentato alla caserma Speer e la fucilazione di Stauffenberg LE MEMORIE DI HEINZ UXGE, EX-CAMERIERE BEL FVEHRER L'attentato alla caserma Speer e la fucilazione di Stauffenberg Berlino, novembre. Pochi minuti dopo l'esplosione nel locale della caserma Speer, dove Hitler e i suoi generali si trovavano riuniti per una conferenza militare, il capo della polizia criminale Peter Hoegl impartì l'ordine che a nessuno fosse consentito di lasciare il Quartiere Generale. Si apprese più tardi che Von Str 'ffenberg si era trattenuto nell'interno del Quartier Generale finché non aveva udito il rumore dell'esplosione: subito dopo si era diretto ad una uscita dove era stato trattenuto dalla sentinella. A questa rveva ordinato di chiamare l'ufficiale di guardia, al qua e aveva detto: «Voi sapete che il mio aereo mi sta aspettando. Ho l'ordine personale del Fuehrer di portare immediatamente un suo messaggio al Generaloberst Fromm a Berlino. Lasciatemi uscire subito ». L'ufficiale credette alle sue parole e lo lasciò uscire. Appena Hitler si rese conto che l'autore dell'attentato do¬ llllllllllllllllllllllllllillililllllillltlllllllllllllllil veva identificarsi In Von Stauffenberg, dette ordine che fosse arrestato. Quando l'ufficiale di guardia ebbe riferito quanto era accaduto, la polizia criminale tentò di mettersi in comunicazione con l'aeroporto, ma tutte le linee telefoniche che facevano capo al Quartier Generale erano state tagliate. Hitler intuì che il complotto era stato ordito a Berlino e ordinò che appena fossero state riattivate le linee telefoniche, lo si mettesse in comunicazione con Goebbels. Ma trascorsero tre ore prima che si potessero ristabilire le comunicazioni con Berlino. Nel frattempo erano giunti al Quartier Generale, per dare Il benvenuto a Mussolini, di cui si attendeva la visita, Goering, Himmler e Ribbentrop. Essi erano all'oscuro di tutto. Goering si mostrò particolarmente espansivo nei confronti di Hitler. Si precipitò verso di lui e gli gettò le braccia al collo esclamando con voce commossa: «Oh mein Fuehrer, mio amato Fuehrer! ». llllllillililiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiif Hitler rimase rigido, nell'atteggiamento che riteneva consono a quella particolare circostanza. Lo udii manifestare più tardi la sua certezza che gli autori del complotto avevano mirato ad ucciderli tutti in blocco: lui, Mussolini, Himmler, Ribbentrop, Keitel e Jodl. Himmler si recò immediatamente in aereo a. Berlino per vedere che cosa stesse succedendo nella capitale tedesca, mentre dal Quartier Generale si tentava di avere una comunicazione con Goebbels. Erano esattamente le sedici e trenta quando il centralinista disse che la linea era stata riattivata. Chiamai subito il Fuehrer che nonostante le ferite riportate venne di corsa al telefono, nell'ansia di avere notizie. Goebbels lo informò di avere presso di sè il maggiore Rehmer, il capo delle forze di po lizia di Berlino. Questi si era recato da lui in preda a grande agitazione, avendo ricevuto l'ordine di far circondare dalle sue truppe tutti i ministeri e di occuparli. Goebbels, non essendo ancora a conoscenza dell'attentato, aveva semplicemente risposto a Rehmer di non sapersi spiegare il significato di quell'ordine. In quel momento era giunta la telefonata di Hitler. Questi chiese di parlare col maggiore Rehmer, al quale disse : t Maggiore Rehmer, è stato compiuto un attentato alla mia vita, ma io sono salvo. I miei ordini, e soltanto i miei ordini, debbono essere eseguiti. Vi considero responsabile della situazione a Berlino. Prenderete tutte le misure opportune per assicurare a me il controllo della città. Farete uso di tutte le forze che riterrete necessarie pei1 ristabilire l'ordine e fucilerete tutti coloro che eventualmente si permettessero di disobbedire agli ordini che vi ho trasmessi. Sarete promosso immediatamente colonnello ». A mezzanotte il Fuehrer parlò al popolo tedesco. Lo informò di quanto era accaduto e disse che era fuggito per puro caso alla morte. Autorizzò ognuno dei suoi soldati a sparare immediatamente su chiunque tentasse di usurpargli il potere. Dopo di lui presero la parola Keitel, in rappresentanza dell'esercito, Doenitz in rappresentanza della marina e Goering in rappresentanza dell'aviazione, per dare a tutti la sensazione che Hitler aveva con sè le forze di terra, di mare e dell'aria. Nel giorno che seguì alla esplosione, il Fuehrer non accusò alcun male. Ma il secondo giorno non potè più celare il suo stato di debolezza e nel camminare era costretto ad appoggiarsi alla parete. Trascorse due o tre giorni a letto e in un paio di settimane si ristabilì completamente. Poiché Jodl, Keitel ed altri dei suoi ufficiali erano ancora sofferei ti per le conseguenze dell'espio-1 scrvQsdvdgFFvagGdusepdHritpddardtVbcdcdfiit«qrv 1 sione, egli diceva loro con un certo orgoglio: «Io sono guarito prima di voi, perchè sono vegetariano ». A poco a poco giunsero al Quartier Generale 1 particolari sulla fuga di Von Stauffenberg da Rastenburg, sul suo arrivo a Berlino. Appena disceso dall'aereo, alle sedici del 20 luglio, egli aveva telefonato a Fromm e gli aveva detto: «Il Fuehrer è morto ». Dopo l'arrivo di questo messaggio, li maggiore Rehmer aveva ricevuto l'ordine di circondare i vari ministeri di Berlino. Appena Von Stauffenberg, alle diciassette di quello stesso giorno, si presentò al Quartier Generale di Fromm a Bendlerstrasse, fu arrestato insieme con due altri ufficiali, e per ordine di Fromm fu condotto nel cortile del comando e fucilato. Il suo corpo e quelli dei due ufficiali fucilati con lui, furono sepolti nello stesso luogo dove era avvenuta la fucilazione. Benché il tribunale del popolo che fu subito incaricato di istruire un processo sull'attentato, avesse eseluso la complicità del generale Fromm, Hitler non rimase convinto del risultato a cui erano pervenuti i giudici. «Stauffenberg è stato fucilato — egli affermava — per eliminare il testimone principale della colpevolezza di Fromm». Molti si domandavano perchè Hitler non avesse ordinato la fucilazione di costui; ma era una forma di vanità. Si doveva dimostrare al popolo che era precisa volontà del Fuehrer che gli autori del complotto fossero sottoposti ad un pubblico processo, e che ci si basasse esclusivamente sulle prove concrete emerse a loro carico. Ma l'anno seguente il generale Fromm fu fucilato per diretto ordine del Fuehrer. Non ricordo le ragioni ufficiali addotte per la condanna a morte, ma sono sicuro che il vero motivo consisteva nel fatto che era stato Fromm ad inviare Von Stauffenberg a Rastenburg. Quando Hitler fu informato che Von Stauffenberg era stato fucilato, non ci credette e dette ordine che si scavasse nel cortile del Quartier Generale dove si affermava che i tre ufficiali fossero stati sepolti, per identificare le salme ed accertare la verità. Un giorno Hitler mi disse: « Linge, io mi sono salvato quando i miei camerati sono rimasti uccisi a Monaco, e son sopravvissuto a Rastenburg, mentre i due generali che avevo al fianco hanno perduto la vita. E' più evidente che -mai che il destino e la grandezza del Reich tedesco sono riposti nelle mie mani e che questo, da tempo, è stato decretato dal fato». Heinz Linge Copyright dell'* United Press » e de « La Stampa »

Luoghi citati: Berlino, Monaco