Possibile un compromesso di Enzo Forcella

Possibile un compromesso Possibile un compromesso L'appoggio delle destre non è sufficiente ad assicurale il successo dei candidati proposti dalla d. c. - Le trattative in corso con restrema sinistra Roma, 16 novembre, Le due sfumate- nere » con cui si sono concluse le odierne votazioni per l'elezione dei giudici costituzionali avranno raffreddato l'ottimismo di quanti speravano che il peggio fosse stato superato ieri con l'elezione di Bracci ed Ambrosini. Esse sono state, però, tutt'altro che inutili ed hanno fatto compiere un ulteriore passo- avanti verso il felice esito di tutta la vicenda. La lezione che si può ricavare dai voti attribuiti ai vari candidati in lizza, dagli atteggiamenti assunti dai gruppi, dall'intensa attività di corridoio è una lezione estremamente chiara e fin troppo istruttiva. Si è constatato, in sostanza, che l'appoggio delle destre non è sufficiente ad assicurare il successo delle elezioni secondo l'ordine distributivo desiderato dalla maggioranza democristiana: molti monarchici e tutti i missini si rifiutano di favorire il candidato del < centro laico », così come i socialdemocratici, 1 repubblicani ed una considerevole aliquota di liberali e democristiani si rifiuta di favorire il candidato monarchicomissino. Quel che si acquista da una parte si perde dall'altra; l'accordo con le sinistre, iiiiiilililillillilillillilltlllllltllllllllilltlllllllltiii idi conseguenza, è essenziale n se ai vuole- effettivamente istie Ifuire la Corte Costituzionale ei o i o n , o e e i , o n e i i ì a e, Gli osservatori più attenti e spregiudicati erano arrivati a tali conclusioni già da molto tempo e non vi avevano trovato, per la verità, motivo di particolare scandalo. La legge stabilisce un determinato numero di voti per l'elezione dei giudici costituzionali, che si ottiene soltanto sommando ai voti della maggioranza quelli dell'opposizione più numerosa: nessuno può farci nulla se di essa fanno parte 1 socialisti ed i comunisti. La serena considerazione di questi dati di fatto avrebbe potuto servire a spoliticizzare la vicenda riducendola ad una semplice questione di aritmetica elementare. Ma certe verità sono più semplici a dirsi che ad acquisirsi nei fatti. Diciamo pure che le votazioni di oggi sono servite a farne convinti anche i parlamentari, che sino a ieri sera vi guardavano con maggior riluttanza.. Era intenzione della Democrazia Cristiana, all'inizio della giornata, di considerare soddisfatte con l'elezione del candidato socialista le esigenze dell'opposizione di sinistra e di procedere, quindi, a sod- iilliliiilltlllllllllltililllllliiiltlllillllllllllilllllllil disfare quelle dell'opposizione di destra riassunte nella can- ■ didatura del monarchico Condorelli. I voti delle destre avrebbero dovuto servire, nel contempo, a far eleggere anche gli altri due candidati del centro, Cappi e Cassandro. I risultati della prima votazione hanno sancito l'impossibilità di mandare a buon fine tale piano. Non si può con ciò accusare lo schieramento di maggioranza di scarsa compattezza. Nessun segretario di partito o capo gruppo parlamentare avrebbe potuto cimentarsi con maggior fortuna nell'impresa di tener uniti monarchici e socialdemocratici, liberali e missini, democristiani di destra, di centro e di sinistra in una votazione in cui l'assenza di una decina di parlamentari era sufficiente per rovesciare il risultato. Va riconosciuto, invece, ai dirigenti democristiani 11 merito di non essersi irrigiditi sulla questione di prestigio e di avere prontamente aderito alla richiesta socialdemocratica di non insistere nel portare avanti il candidato dell'estrema destra. Nella seconda votazione, infatti, a Condorelli sono rimasti soltanto i voti della sua parte: democristiani e laici si sono limitati a scrivere sulle loro schede 1 nomi dei due candidati della maggioranza con un obiettivo chiaramente interlocutorio. Non a caso i parlamentari si sono presi una giornata di tempo per meditare sulle prospettive aperte dalla nuova situazione. La ripresa delle trattative con la sinistra desta ancora molte perplessità. L'opposizione all'elezione di un candidato comunista è sempre vivissima fra i democristiani, molti si rifiutano di pagare questo prezzo per l'istituzione della Corte. Ma, come già si è detto ieri sera, essendosi compiuto il primo ed il secondo passo, sarà molto difficile arrestarsi pece via. La responsabilità di far fallire l'impresa nel momento in cui sta per andare in porto non è di quelle che ci si può accollare a cuor leggero; tanto più che l'inclusione d'una rappresentanza comunista era già stata data per acquisita nelle votazioni degli anni scorsi. La maggioranza ha dato indubbi segni di buona volontà con l'elezione del candidato socialista e con la rinuncia alla candidatura di destra; sta ora ai comunisti dimostrare uguale buona volontà. L'accordo si potrebbe raggiungere sul nome d'una personalità che, pur riscuotendo la fiducia dell'estrema sinistra, non sia iscritta al P.C.I.: autorevoli esponenti da una parte e dall'altra si stanno adoperando per condurlo a buon fine. Sarebbe errore imperdonabile se i comunisti si irrigidissero sul loro candidato ufficiale Crisafulli. Le responsabilità verrebbero rovesciale e si avrebbe la dimostrazione indiscutibile che proprio l'estrema sinistra si oppone alla realizzazione del supremo organo di controllo costituzionale. Enzo Forcella

Persone citate: Ambrosini, Bracci, Cappi, Condorelli, Crisafulli

Luoghi citati: Roma