Nessun giudice costituzionale eletto nella seconda giornata di Delio Mariotti

Nessun giudice costituzionale eletto nella seconda giornata DUE VOTAZIONI SENZA RISULTATO NELLA SEDUTA DEL PARLAMENTO Nessun giudice costituzionale eletto nella seconda giornata Un tentativo di accordo promosso da Nenni è stato respinto dal centro - La d. c. non ha votato il candidato comunista e nel secondo scrutinio ha abbandonato le destre - Tutto rinviato a domani mattina - I comunisti invitati a rinunciare ai loro candidato e ad accettare una personalità indipendente: si fanno i nomi di De Nicola, Calamandrei o Mole - Oggi Togliatti da Gronchi Roma, 16 novembre. Eletti ieri due del cinque giudici della Corte costituzionale di nomina parlamentare (Ambrosini democristiano e Bracci socialista nenniano), l'Assemblea comune dei deputati e dei senatori non è riuscita oggi, per mancanza del « quorum » necessario, ad eleggere gli altri tre. La seduta è stata perciò rinviata a venerdì mattina. Com'è noto, la legge per questa votazione prescrive che risulta eletto il candidato che abbia ottenuto 1 tre quinti del voti del parlamentari che partecipano alla votazione. Nelle votazioni di questi giorni a Montecitorio, per fare un esempio, se i parlamentari votanti risultano 800, la maggioranza richiesta per l'elezione di un candidato è di 480 voti, cioè i tre quinti. Oggi nella prima votazione che si 6 svolta sulla rosa del candidati rimasti in lizza — Cappi democristiano, . Cassandro per i partiti minori del centro democratico, Crlsafulli comunista e Condorelll-monarchico — il risultato è stato il seguente: Presenti 791, votanti 790, astenuti 1, maggioranza dei 3/5 dei votanti 474. Hanno ottenuto voti: Cappi (d.c.) 426 Condorelli (mon.) 413 Cassandro (lib.) 398 Crlsafulli (coni.) 307 'voti dispersi 15, schede nulle 1, schede bianche 7. La seconda votazione, iniziatasi alle 19,30 dopo un'ora e mezzo di sospensione della seduta e conclusasi con lo scrutinio alle 21,80, ha dato, invece, questo risultato: Presenti e votanti 780, maggioranza dei 3/5 richiesta 468. Hanno ottenuto voti: Cappi (d.c.) 402 Cassandro (lib.) 361 Crlsafulli (com.) 300 Condorelli (mon.) 108 voti dispersi 14, nulli 1, schede bianche 10. _ ^ Essendo il padre del presidente della Camera on. Leone tuttora gravemente infermo, la seduta è stata presieduta nella prima votazione dal vice-presidente Targetti con alla sua iiiiiiMiiiiiiimiiimiiiiiiiiimiNiiiiii iiiiiiiim e a a a destra il presidente del Senato Merzagora; successivamente il vice-presidente del Senato on. Mole ha preso il posto dell'on. Merzagora. L'aridità delle cifre delle votazioni rispecchia una giornata politicamente ansiosa, influenzata dall'andamento della seduta di ieri, ma soprattutto dal colpo di scena dell'ultimo scrutinio che vide l'inopinata nomina del candidato del partito socialista. E' da questo successo di Nenni che dobbiamo prendere le mosse per la cronaca odierna. Quel successo aveva sconcertato' i d. e, irritato i socialdemocratici, comunisti e missini, resi titubanti i monarchici e lieti i deputati nenniani che avevano colto i frutti della loro abile manovra iniziale. E' stato appunto da questa parte che stamattina sì è mandato in avanscoperta il deputato nenniano Malagugini per sondare gli umori dei socialdemocratici. Restavano, come si sa, da eleggere tre giudici, e quattro erano i candidati. Scopo della maggioranza governativa, riaffermato ieri sera seccamente dal segretario della D.C. on. Fanfani, era quello di eliminare il candidato comunista con una votazione che avesse raccolto gli unanimi suffragi dei d.c, dei socialdemocratici, dei liberali, dei repubblicani, dei monarchici e dei missini in direzione dei tre candidati Cappi Cassandro e Condorelli. Ma se queste erano le intenzioni, la realtà appariva ben diversa, e gli stessi socialdemocratici assicuravano a Malagugini che non avrebbero votato per il candidato monarchico. Forte di questa affermazione, l'on. Malagugini s'incontrava poco dopo nei Palazzo di Montecitorio con gli esponenti del centro democratico: Bucciarelli Ducei f>er & D.C, Simonini e Matteotti per il P.S.D.I., Malagodi per il P.L.I., Macrelli per il P.R.I. L'inviato di Nenni poneva subito, la questione in termini chiarissimi: osservava che senza l'apporto dei voti socialisti nessun candidato sarebbe stato eletto. Meglio quinta!" negoziare oon' Ifènnl'1 sulla base dell'elezione del candidato comunista Crlsafulli. In tal caso i parlamentari del P.S.I. avrebbero riversato 1 loro suf- miiin nummi imiiiiiiiiiimimiiii d fragi sul candidato d.c. Cappi: e sul liberale Cassandro. Bucciarelli Ducei, forte del mandato ricevuto, negava le garanzie richieste e Malagugini si ritirava. Ormai non restava che affidarsi alle urne, e queste hanno dato il risultato che abbiamo detto Drima. Ai 426 voti ottenuti dal d.c. Cappi nella prima votazione, sono mancati i suffragi dei parlamentari missini; ai 398 voti del liberale Cassandro sono mancati 1 consensi del m.s.i. e molti voti del centro, d.c. compresa; ai 413 voti del monarchico Condorelli sono mancati i voti dei socialdemocratici, salvo forse qualche eccezione, di taluni d.c. e liberali e altri dei monarchici seguaci di Lauro. Sull'esito di questa infruttuosa votazione, che i socialisti nenniani avevano definita « sperimentale », si sono impostati 1 successivi negoziati protrattisi fino a pochi minuti prima dell'inizio della seconda votazione della giornata: si sono avute affrettate riunioni di direttivi di gruppo, contatti di emissari dell'una e dell'altra parte, incontri di Segni con Fanfani, con Saragat, con Zoli e con altre personalità politiche. Nessun risultato concreto. I d.c. hanno nuovamente proposto agli alleati di ripetere il tentativo sui tre precedenti candidati, ma i socialdemocratici hanno ribadito la decisione di votare contro il candidato monarchico. Saragat osservava che il concetto democristiano di manovrare sulle « mezze ali », e cioè giungendo fino al candidato socialista verso l'estrema sinistra e fino al candidato monarchico verso l'estrema destra, si era ormai dimostrato illusorio e fallimentare, in quanto il centro si sarebbe sempre trovato di fronte a patti d'unità d'azione: monarchico-missino e social-comunista. In queste condizioni 1 socialdemocratici, e non certo soli, avrebbero votato contro il monarchico Condorelli. ,r. Sfiduciai}, in pieno disaccordo, 1 deputati del centro e della destra hanno affrontato la seconda votazione, 1 cui risultati sono di per sè eloquenti: a Cappi sono andati ancora, seppure diminuiti, i voti del centro democratico; su Cassandro si sono riversati gli stessi voti, ma ancor più assottigliati da ostilità democristiane; a Crisafulli, come sempre, sono andati 1 compatti suffragi dell'estrema sinistra, mentre al monarchico Condorelli, abbandonato questa volta dal centro democratico (salvo una quarantina di voti della destra D. C), sono affluiti 1 voti del P.N.M. e del M.S.I. Su questi malinconici risultati si concludeva la giornata. Ma sorgeva anche una possibilità d'intesa. Ne era segno un più sereno dialogo tra uomini delle varie parti e anche tra i più qualificati esponenti dei partiti: si è visto nei corridoi il ministro Martino a colloquio con Nenni e con Togliatti. Nenni è per la persuasione, intende uscire con garbo ed abilità da uno stato di mortificazione nei riguardi di Togliatti. Perciò insiste per una via d'uscita che è quella da lui stesso del resto indicata ieri sera: suggerire un candidato che possa sostituire il comunista Crisafulli e che sia bene accetto dagli alleati comunisti, i quali vedrebbero così salvato il loro presti¬ ■■■■■lilllllltllliiliiliiitiiiittiillliiiiiiiiiiilliiiiiiii gio. Si fanno i nomi di De Nicola, Calamandrei, Mole. E' augurabile che la situazione possa sbloccarsi prima di venerdì mattina, quando i parlamentari saranno nuovamente chiamati alle urne. Molta importanza si i'Hribuisce ad un colloquio che , on. Togliatti avrà domani ci i il Presidente della Repubblica, il quale, come sappiamo, è estremamente desideroso di veder sorgere la Corte Costituzionale. Delio Mariotti Il prof. Giovanni Cassandro, del partito liberale (Telefoto)

Luoghi citati: Lauro, Roma