Non ancora raggiunto l'accordo sull'ammissione dell'Italia all'ONU di Enrico Altavilla

Non ancora raggiunto l'accordo sull'ammissione dell'Italia all'ONU altre fviTin trattative era nci,,s e MOLOToi Non ancora raggiunto l'accordo sull'ammissione dell'Italia all'ONU • ohi A Ginevra continua Valternativa di ottimismo e pessimismo - Ieri, dopo la distensione di sabato, russi e alleati hanno avuto una vivace polemica sui rapporti tra i due blocchi (Dal nostro inviato speciale) Ginevra, 14 novembre. Molotov ha rifiutato oggi di abbassare il sipario d'acciaio. Anche sul terzo punto dell'ordine del giorno — lo scambio di idee, persone e merci —non è stato raggiunto l'accordo; e, nella migliore delle ipotesi, 1 ministri potranno concordare domani una dichiarazione di principio su questo problema, senza annunciare risultati concreti. Anche oggi, infatti, come nelle precedenti dodici sedute, si è visto che i sovietici sono prigionieri delle loro concezioni ideologiche e non possono fare concessioni, anche se in tal modo devono rinunciare al vantaggi politici che potrebbero ottenere. < Noi parliamo della stessa cosa e non intendiamo la stessa cosa », ha detto Macmillan. Un esemplo potrà essere utile. Ogni settimana le stazioni radiofoniche sovietiche includono nei programmi 103 ore di indisturbate trasmissioni In inglese dirette ai popoli dell'impero britannico. Il programma della BBC comprende ogni settimana li ore di trasmissioni in lingua russa; ma 1 cittadini sovietici non possono ricevere questi programmi, data la rete di disturbo innalzata dalle stazioni sovietiche.. - < La vostra è un'azione sistematica e indiscriminata, di disturbo », ha detto Macmillan. Molotov ha risposto ricordando l'attività delle molte stazioni radiofoniche americane in Germania che trasmettono 24 ore il giorno programmi compilati da esuli politici, 1 quali spesso incitano i russi all'aperta ribellione contro il loro Governo. Ma se gli occidentali rinunciassero a queste trasmissioni di propaganda, potrebbero rinunciare i russi all'azione di disturbo? C'è da dubitarne. E Molotov ha detto pure che la Russia non può concedere il libero scambio di persone per non permettere ai profughi russi: «la feccia del nostro popolo >, di lanciare una grande campagna sovversiva nell'Unione Sovietica. Anche altre richieste occidentali sono state respinte da Molotov. I russi non vogliono mutare il cambio del rublo («Per uno straniero la vita costa quattro vòlte, più a Mosca che a Londra >, ha detto Macmillan), che rende quasi impossibili i viaggi in Russia dei turisti e degli uomini d'affari (nel 1954 soltanto due commercianti stranieri al giorno si sono potuti recare nell'Unione Sovietica); non vogliono abolire la censura sui dispacci dei giornalisti stranieri, non vogliono permettere la vendita di libri e giornali occidentali, non vogliono riconoscere i diritti d'autore o permettere la creazione di linee aeree dirette fra Mosca e Londra o Parigi, perchè in quest'ultimo caso dovrebbero riconoscere ad aviatori stranieri il diritto di sorvolare 11 ter ritorlo dell'Unione Sovietica. Anche per l'allargamento delle relazioni commerciali i russi non hanno fatto nuove proposte; e hanno soltanto insistito nel chiedere l'abolizione dell'embargo sull'esportazione di merci di Importanza strategica. Sembra esserci un solo — pericoloso — genere d- nuovi scambi commerciali al quale i russi sembrano disposti: la cessione di armi in cambio di altre merci. Cosi ha detto Dulles alludendo alla vendita di armi cecoslovacche all'Egitto; ma Molotov non ha raccolto l'allusione. I russi non vogliono fare nessuna concessione che possa, secondo una frase di Molotov, permettere agli stranieri di intromettersi nei loro affari interni. Ma potrebbe essere disposto a concludere accordi bilaterali su alcune questioni, come propose in luglio il presidente Faure; e infatti Molotov ha detto stasera che potrebbe accettare 11 plano francese come baae di discussione; ma vorrà poi accettare le proposte presentate In fine di seduta da Pi-: nay che riecheggiano quelle di Faure e chiedono di cessare la azione disturbatrice delle radiotrasmissioni, il mutamento del tasso del rublo, misure atte a facilitare lo scambio di libri e giornali, turisti, tecnici, uomini di affari? Altro problema è l'ammissione di 18 paesi — fra cui l'Italia — alle Nazioni Unite, secondo la nota proposta del Canada; ma su questo problema l'accordo è ancora lontano. Molotov ha ritirato il veto contro la Spagna ed è favorevole ad accettare la proposta canadese, che riceverà l'appoggio della Gran Bretagna e probabilmente anche della Francia, ma soltanto se U dibattito alle Nazioni Unite sul problema algerino non creerà complicazioni. Invece gli americani non sono disposti ad accettare l'ammissione della Mongolia Esterna che è uno dei 18 paesi candidati, perchè si tratta di uno Stato non indipendente « che non ha - neanche un ambasciatore a Mosca», come ha detto Dulles. Tenendo però conto che anche l'Ucraina e la Bielorussia — ambedue membri delle Nazioni Unite — non godono di indipendenza superiore a quella della Mongolia, e ricordando che dei 18 paesi da ammettere, solo cinque sarebbero satelliti della Russia, gli americani potrebbero cambiare parere. Domani avremo due sedute, dedicate la prima alla discussione sui rapporti commerciali e culturali tra Oriente e Occidente, e la seconda alla conclusione delle trattative sulla Germania e sulla sicurezza europea. Poi mercoledì i ministri affronteranno la missione più ardua: la compilazione del comunicato finale. Annuncerà qualche accordo? Oggi il tono dei discorsi è stato nuovamente più duro e l'atmosfera tende di nuovo al pessimismo. Ormai siamo abi¬ tuati ai mutamenti di temperatura e sappiamo che ne avremo molti altri nei prossimi due giorni. Evidentemente l'unico risultato concreto che i ministri potrebbero raggiungere, consisterebbe nell'accordo sulla convocazione di una nuova conferenza. Enrico Altavilla