Iniziata a Bologna la campagna elettorale di Giovanni Giovannini
Iniziata a Bologna la campagna elettorale II ritorno di Dossjstti alla politica Iniziata a Bologna la campagna elettorale // giudizio del sindaco Dozza - Il "professorino,, sta già elaborando il suo programma (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 14 novembre. Negli ambienti politici di Bologna sembra in questi giorni di essere alla vigilia non dell'inverno, ma della primavera del '56: il tema delle elezioni "amministrative domina tutti I discorsi, viene affrontato in frequenti riunioni dei direttivi dei partiti, è posto all'ordine del giorno di vari ed imminenti convegni provinciali. L'annuncio del ritorno di Dossetti alla vita pubblica con la sua designazione a capo della lista democristiana ha messo in movimento là macchina elettorale con un anticipo di parecchi mesi. L'unico a tacere ed a rimanere nascosto è il < professorino >. Chiuso nel suo < Centro di documentazione >, lavora giorno e notte, instancabile come sempre, alla stesura del programma elettorale alla cui accettazione da parte della D. C. egli ha subordinato il suo « si » definitivo, c Dossetti — spiegano alcuni dei suol giovani amici più entusiasti e diffidenti — vuole mettere meticolosamente a fuoco tutti i punti prima di lanciarsi a fondo in una campagna elettorale senza alcun dubbio difficile». In attesa della decisione definitiva dell'ex-capo della sinistra democristiana — l'annuncio verrà dato probabilmente fra una settimana al congresso provinciale della D. C. — abbiamo chiesto 11 parere del suo antagonista, il sindaco rosso di Bologna. A Giuseppe Dozza, il nostro accenno al duello tra lui e Dossetti non è piaciuto: «Non si dovrebbe tradurre in termini personalistici — dice il sindaco, che però insiste volentieri sul fatto che il " professorino " non è bolognese — un problema che è soprattutto politico». Secondo Dozza, Dossetti, nonostante la sua migliore buona volontà, non riuscirà col suo 1 programma a modificare realmente la linea della D. C. bolognese, e non potrà quindi ottenere nuovi larghi suffragi al suo partito. Tanto più che sul piano amministrativo — aggiunge Dozza con sobria modestia — l'impresa di attaccarci non sembra delle più facili. Quanto ai rapporti di forze, 11 leader comunista pensa che l'esiguo margine di voti che gli diede la vittoria nel 1951 (112 mila voti socialcomunistl contro 110 mila del centro) è destinato ad aumentare sia per un progresso delle sinistre sia per un'ulteriore perdita di voti dei socialdemocratici e dei re pubblicani. Ammette, però, che qualcosa possano invece guadagnare soprattutto 1 liberali se 1 missini (che nel '61 avevano avuto 7 mila voti) ed 1 monarchici questa volta non si presenteranno.- Naturalmente socialdemocratici e repubblicani non sono affatto d'accordo con queste previsioni, nella parte almeno che li riguarda: < Perchè — ci hanno chiesto — dovremmo perdere di prestigio scendendo in lizza per conto nostro, ma accanto ad una formazione democristiana capitanata da un uomo dì sinistra come Dossetti? Come capolista democristiano ci sembra che vada bene, pur avvertendo che egli non deve esser considerato fin d'ora come il futuro sindaco in caso di successo: i partiti democratici decideranno dopo le elezioni». I dirigenti del P.S.D.I. si mantengono per ora molto riservati. Anselmo Martoni, sin daco di Mclinella, si è limitato ad anticipare qualche battuta critica contro l'amministrazione Dozza (« La sua proclamata efficienza è più apparente ■che reale: si sono curati gli aspetti superficiali e propagandistici, ignorando tanti problemi grossi a cominciare da quello dell'aeroporto >), rinviando .-Ogni dichiarazione ufficiale al convegno provinciale del partito nel prossimo gennaio. Tra I democristiani gli attivisti sono già da tempo al lavoro, per nulla convinti della impossibilità di portar via voti alle sinistre, ed operano soprattutto in terreno avversario. Nelle precedenti elezioni la coalizione governativa, che al centro della città otteneva il 60-65 per cento dei voti, non è mai riuscita a raccogliere più del 30-35 per cento in periferia. «E' in periferia, questa volta — proclamano i dirigen ti giovanili — che stiamo lavorando a fondo. Vi abbiamo già aperto sette nuove sezioni, che sono tra le più frequentate del partito». Anche in campo non politico la periferia sembra oggi la zona più interessante di Bologna Proprio ieri s'è avuta una Notificazione del cardinale Lercaro nella quale l'Arcivescovo .chiede l'aiuto del clero e dei fedeli dell'archidiocesi per la costruzione di nuove chiese di periferia. Ne occorrevano ventitré — ricorda il Cardinale — <e già il 26 giugno, con un memorando carosello, si è piantata la croce su undici aree, altre sei ne sono state formate in seguito; per le altre si è in trattative». Un plzgg«bEdTtddmsdapnrnfgSitcrnBmzanaMeplagtppstsQtdtIfnFvrpsv programma senza pari in Italia, questo destinato a realizzarsi sulle aree della periferia già' contraddistinte oggi da grandi cartelli con la scritta « nell'aiuto di Dio e del popolo bolognese ». Giovanni Giovannini
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