I figli accusano il padre d'aver tatto morire la mamma

I figli accusano il padre d'aver tatto morire la mamma I figli accusano il padre d'aver tatto morire la mamma Non resistendo a una lunga serie di maltrattamenti la donna si era impiccata • Il processo a La Spezia La Spezia, 14 novembre. {g. p.ì Gesù Augusto Cicconi, di 54 anni, Impiegato al Catasto, è comparso qtamane in Assise per rispondere di maltrattamenti seguiti da morte in danno della sua seconda moglie. L'accusa è sostenuta concordemente dai suoi quattro figli dei quali il maggiore, Maceo, di 24 anni, è figlio del primo letto. Il 20 settembre scorso Maria Baldi, di 39 anni, seconda moglie del Cicconi, s'impiccava con una fune nel bagno. Già altre due volte aveva tentato di sopprimersi: la prima con i barbiturici, la seconda, recidendosi le vene; in entrambi 1 casi l'intervento, dei figli aveva scongiurato la tragedia. Fu la figlia minore Gabriella, di 10 anni a rinvenire la madre cadavere nel bagno, Maceo accorse alle grida della sorellina dalla macelleria sottostante dove lavorava; non ebbe il coraggio di recidere quella fune, si armò Invece di un coltello e si mise alla ricerca del padre. Cicconi, avvertito dagli amici, ebbe appena il tempo di lasciare l'ufficio e si nascose fino a quando non venne arrestato. Il disaccordo e i litigi tra il Cicconi e la seconda moglie duravano dal giorno in cui si sposarono, 18 anni fa. Lei voleva che i figli studiassero, lui sosteneva che dovessero lavorare. Più volte stettero perfino un mese senza rivolgersi la parola; col passare del tempo, il carattere del Cicconi s'inasprì: trattava la moglie con indifferenza sempre più ostile. Maria Baldi passò un certo periodo di tempo a Genova presso una sorella. Il Cicconi continuò implacabile a perseguitarla a distanza e pago persino un « corteggiatore volontario» a cinquemila lire il giorno perchè l'infastidisse e ne mettesse a prova la fedeltà. L'escussione dei primi testi, in tutto 34, ha portato alla luce altri episodi. Per esempio che il Cicconi aveva messo nell'armadio della moglie, quasi a suggerirle tristi ed estremi propositi, una bottiglietta di Vegetallumina contrassegnata dal teschio dei veleni, e più tardi una fune ravvolta a forma di cappio. In altre circostanze, si ostinò a credere che la moglie lo derubasse degli introiti di un negozio di macelleria 'che gestivano in comune. Rientrando a casa la sera, costringeva la donna a compiti di questo genere: le dava carta e matita e l'obbligava a scrivere mille volte: <Io sono una ladra». Il processo riprende domani.

Persone citate: Augusto Cicconi, Cicconi, Gesù, Maria Baldi

Luoghi citati: Genova, La Spezia