Dossetti tenterà a Bologna l'impresa di La Pira a Firenze di Giovanni Giovannini

Dossetti tenterà a Bologna l'impresa di La Pira a Firenze Per conquistare l'unico grande Comune rimasto ai comunisti Dossetti tenterà a Bologna l'impresa di La Pira a Firenze L'ex-capo della sinistra d. c. rientra in politica dopo tre anni di silenzio - Il "professorino,, capeggerà le liete democristiane per l'elezione a sindaco - Si prepara un duro duello con Dozza - Preoccupazioni dei comunisti (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 12 novembre. Al 11U di via San Vitale, in fondo al cortile d'uno vecchia casa bolognese, si apre, a destra, una porta contrassegnata da due cartelli: « Sezione del P.C.I. Giovanni Casoni », « Sezione del P.S.I. Alfredo Calzolari »; su una porta di fronte una targhetta indica che lì ha sede il «Centro di documentazione » ed ha un recapito — il nome è scritto a mano — Dossetti. La ragazza che viene ad aprire sa già la domanda e la risposta: «Il professore non è a Bologna; non sappiamo quando verrà; riprovi pure domani, ma sarà difficile ». Poi la porta si richiude, quasi bruscamente. Il prof. Dossetti è irreperibile da quando, in queste ultime ore, le voci sulla sua designazione a capolista della D.C. nelle prossime elezioni amministrative bolognesi sono andate intensificandosi e trasformandosi in notizie. In assoluto ritiro dalla vita pubblica, egli viveva già da tre anni e tre mesi, dal giorno in cui si erano avute le sue clamorose dimissioni dal mandato parlamentare «per motivi di salute». «Debbo purtroppo escludere — aveva detto nella sua lettera al presidente della Camera, on. Gronchi — che la mia situazione possa modificarsi nei prossimi mesi, e quindi debbo ritenere per certo che non mi riuscirà di adempiere agli obblighi inerenti al mio mandato ». Così a 39 anni (Dossetti è nato il 13 febbraio 1913) lasciava ogni attività politica una delle personalità di maggior rilievo della D.C. e del Paese: presidente del G.L.N. reggiano, deputato alla Costituente, deputato alla Camera come capolista nel collegio di Par¬ grlsasn[im n ini 111 in 11111 11 il in r 11 m i il i u i n ] m ili i u i in ma - Piacenza - Modena - Reggio con 45 mila voti di preferenza, vice-segretario nazionale del partito dal '50 e soprattutto capo riconosciuto della sinistra democristiana. Fu un addio improvviso, misterioso: nè egli mai si è fatto in seguito sfuggire una parola atta a spiegare il suo gesto. I « motivi di salute » non convinsero nessuno. C'era stata sì una malattia, ed anche la prova dolorosa della morte del padre, ma, forse favorita da quelle, doveva essersi maturata in lui. una profonda crisi spirituale che l'aveva portato a giudicare incompatibile un suo raggiunto convincimento politico con la vita militante nel partito, con il mandato dei suoi elettori democristiani. Ed aveva deciso di tornare in sè, alla ricerca di quella verità che abita in interiore hominis, vagliando la sua esperienza a contatto dei giovani da lui riunir» in questo « Centro di documentazione », sede di alti studi, di meditazioni, di dibattiti filosofici, religiosi, politici. Alternando i suoi corsi di diritto ecclesiastico nell'Università di Modena con l'attività al Centro, il prof. Dossetti è rimasto nell'ombra per più di tre anni, rendendo piii clamoroso il suo odierno rientro nella politica attiva. C'è un'ondata quasi di emozione più che di interesse a Bologna ed in Emilia per la novità: gli avversari hanno già aperto il fuoco sulla loro stampa, i simpatizzanti esultano, tutti commentano. E il silenzio assoluto di Dossetti e dei suoi intimi rende ancora più accesa l'atmosfera politica. E' un silenzio comprensibile ancora: il gesto deve essere costato molto a Dossetti, è degno di fede che egli si sia deciso solo perchè chiamato al[l'obbedienza di cattolico, e so- lzdaddHlepqitvsEcdni i m11111 liti in i uni iituii i :itsiu i >i i un j ini itiiiMi i if i lo dopo lunga resistenza. L'ini-ìziativa può essere stata della direzione centrale della d.cÀalla ricerca dell'uomo in gra-\do di guidare all'espugnazione] 'delVunico grande comune d'Ita Ha rimasto ai comunisti; ma l'opera di persuasione sembra essere stata svolta dall'unica persona in grado di ottenere qualcosa dal «professorino»: il card. Lercaro. Dossetti alla fine ha accettato: ne ha dato per la prima volta ufficialmente l'annuncio il segretario locale della D.C. on Elkan in un'intervista concessaci oggi. « Il silenzio — egli ha detto — di Dossetti e nostro f if i km i il ìmii ii un uni un un un i ii i ii s in ti i li -ìfino a questo momento non dea ve essere interpretato se non , Ànel più semplice dei modi. Dos- g-\setti ha accettato la designa e] zione a capolista e in questi\'giorni, insieme a noi; sta e/J j a a a e : a l a o i o a o e a o n ¬ borando il programma: nella sua estrema serietà, onestà, responsabilità, egli intende precisare prima gli obbiettivi esatti che vuole indicare agli elettori in una consultazione amministrativa e attuare in caso di vittoria. Solo dopo l'approvazione da parte della D.C. di tale programma si avrà la sua accettazione definitiva e formale. Aggiungo fin d'ora che l'accordo soddisfa pienamente sia le forze cattoliche sia il partito, specie nei suoi direttivi provinciale e cittadino ». Questo significa che, nell'eventualità di una sconfitta delle sinistre, Dossetti sarà sindaco di Bologna t E cosa ne pensano i partiti alleati f Risponde cautamente l'on. Elkan: <Le prossime elezioni avverranno col sistema proporzionale puro: i partiti di centro condurranno naturai.mente in comune la battaglia per la libertà e la democrazia, ma ognuno correrà per conto suo e raggiungerà risultati elettorali chiaramente distinti; gli accordi verranno fatti dolio; mi sembra ineccepibile sostenere che a sindaco dovrà essere il capo della lista che avrà avuto più suffragi ». . La risposta è chiara: il sindaco non potrà essere che Dossetti, al quale viene affidato a Bologna il compito che riuscì a La Pira a Firenze. IItlIItlllllIIIIIMIUIIMIIIIIIllIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII Laccostamento fra i due uomini viene ritenuto valido come riferimento alla situazione, ma viene energicamente respinto dai democristiani locali nel senso di un'affinità politica: < L'ispirazione sociale cristiana spinge l'uno, e l'altro ad andare al di là di certi ostacoli, ma La Pira è l'impaziente che scavalca la sbarra, Dossetti è il metodico che insiste fino a che non ne ottiene legalmente . l'abolizione. Sindaco di Bologna, Dossetti amministrerà nella più stretta osservanza della legge >. La reazione degli avversari dimostra tutto il valore della scelta democristiana. La situazione di forze a Bologna è, infatti, quanto mai bilanciata: nel '51 Giuseppe Dozza conquistò il Comune per circa 2 mila voti (112 mila socialcòmunisti contro 110 mila del centro). In questa situazione un nome come quello di Dos setti può contare: ed ecco i comunisti all'attacco fin d'ora non tanto del politico che offre poco il fianco quanto dell'uomo, del c professorino » occhialuto, ascetico < fidanzato della Chiesa >, di Reggio e non di Bologna; ecco contrapporgli in Dozza non tanto,il sindaco < che ha fatto bene >, guanto ti petroniano grasso e 'ac „ fj < Evidentemente - ribatto- cordiale, faceto conviviale e no i giovani dossettiani dallo sguardo acceso — non si ricordano più di che tempra è il professorino: un lottatore accanito, prezioso noi momenti di emergenza; un oratore che affascina, entusiasma, commuove; un uomo che galvanizza quelli attorno a lui. Altro che la maschera borghese di Dozza ». ' Giuseppe Dossetti contro Giuseppe Dozza: anche dal punto di vista umano, sarà questo di Bologna un duello di singolare interesse. Giovanni Giovannini Una recente fotografia del professor Giuseppe Dossetti t d