Marina ed aviazione rinunciano alla lotta

Marina ed aviazione rinunciano alla lotta la guerra civile sembro scongiurata in Brasile Marina ed aviazione rinunciano alla lotta La flotta rientra alle basi ed il generale Gomes ordina la resa ai suoi uomini (Nostro servizio particolare) Rio de Janeiro, 12 novembre. La crisi brasiliana sembra essersi risolta. Dopo poco più di ventiquattr'ore cariche di allarme e di minacce di guerra civile, il comando della marina e quello dell'aeronautica hanno accettato il colpo di Stato effettuato ieri mattina dal generale Teixeira Lott in nome dell'esercito. Anche il presidente deposto Carlos Coimbra da Luz, che inizialmente si era opposto tenacemente alla rivolta ed aveva cercato rifugio su un incrociatore, si è piegato, e con un messaggio al Parlamento si è dichiarato « fuori servizio » ed ha reso omaggio al suo successore all'alta carica, Nereu Ramos, insediato ieri a Rio de Janeiro. La permanenza in carica di Ramos, in attesa che il 31 gennàio venga insediato alla presidenza Juscelino Kubitschek, vincitore delle recenti elezioni, dovrebbe pertanto presumersi serena. Ma se da un canto la crisi sembra risolta sul piano formale, dall'altro resta nel Paese una forte carica di tensione. Le passioni di parte, esplose ieri così furiosamente, non sono ancora sopite. Si segnalano tuttora molte riluttanze ad accettare il fatto compiuto fra numerosi elementi della marina e dell'aeronautica, ed anche fra quei parlamentari che contrastarono il passaggio dei poteri da Coimbra da Luz a Nereu Ramos. Ufficialmente nel Paese è stata ristabilita la piena normalità. Sostanzialmente, l'eserci- to continua a stare all'erta ed ha spedito ufficiali fedeli In ricognizione nei vari Stati che compongono la Federazione brasiliana; soprattutto a San Paolo, dove le resistenze sono più forti. Il deposto presidente ha rinunciato, come si diceva pri- ma, alla fuga e ha ordinato al comandante dell'incrociatore, sul quale aveva cercato riparo, di rientrare a Rio de Janeiro. L'incrociatore è il «Tamandare », e non il < Borroso », come per sbaglio era stato segnalato ieri. Su quella nave da guerra, Da Luz si dirigeva verso il porto di Santos per crearvi un < governo di secessione ». E la minaccia era grave. Infatti il generale Eduardo Gomes, ministro dell'aeronautica e capo militare della resistenza, si era recato tempestivamente, ieri mattina stessa, a Santos per preparare la rivincita; poi da Santos il governo si sarebbe trasferito, per cogliervi maggiore prestigio, a San Paolo, capitale dello Stato dove meno si desidera che Kubitschek arrivi alla presidenza. Le batterie dell'esercito, però, vigilavano e con i loro tiri impedivano all'incrociatore di accostare. Lo sbarco a Santos non ebbe luogo, e da bordo Coimbra Da Luz dovette limitarsi a inviare, per radio, minacciosi ed inutili messaggi al Parlamento. Vedendo poi l'inutilità ed 1 rischi della resistenza, stamane Da Luz ha cambiato registro. Con tre messaggi al Parlamento, al Comandante della Marina ed a quello dell'Aeronautica, ha comunicato di voler desistere dall'opposizione, constatando che l'azione dell'Esercito era confortata dall'appoggio di gran parte del Paese, ed ha ordinato alla flotta ed alle basi aeree di cessare le operazioni. Subito il capo dell'Aeronautica, il generale Gomes, ha ordinato a tutti gli ufficiali che lo avevano seguito a Santos di rientrare alle rispettive sedi e di ristabilire la normalità. Stasera della resistenza che Gomes aveva in animo di realizzare nello Stato di San Paolo, non si parla più. Ma le apprensioni da parte del nuovo governo non sono completamente spente. Esso ha tentato invano di ottenere dichiarazioni distensive dagli esponenti paolisti; la risposta, giunta attraverso un laconico messaggio del governatore dello Stato, Quadros, dice soltanto che la popolazione dello Stato esorta le autorità federali « ad evitare lotte fratricide ». La censura, ufficialmente, è stata revocata stamattina alle nove, ma si stenta ancora ad attingere notizie esatte. Il governo dice di sentirsi sereno, e, fra l'altro, ha disposto la riapertura di tutti i negozi e di tutti i locali pubblici, ai quali ieri era stato imposto di chiudere con urgenza. Soltanto le Banche non hanno riaperto i battenti: dovranno^ restare chiuse sino a martedì. a. p. II nuovo presidente Ramos e 11 generale Lott (Radiofoto),

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