Ultime riunioni dei partiti prima della seduta del Parlamento di Enzo Forcella

Ultime riunioni dei partiti prima della seduta del Parlamento Ultime riunioni dei partiti prima della seduta del Parlamento Atmosfera di cauto ottimismo per l'elezione dei giudici costituzionali Vigilia di scissione tra i libere!!: un incontra tra Villabruna e Martino Roma, 12 novembre. Martedì senatori e deputati si troveranno all'appuntamento della Corte Costituzionale, il fatto politico più importante di questi giorni e quello che potrà avere una influenza, determinante per gli sviluppi della} situazione generale. Il .Parlamento — riunito In seduta comune, come si sa, sotto la presidenza di Leone — procederà ad una prima votazione nel corso della quale ogni gruppo voterà il suo candidato preferito. Là votazione si risolverà In una manifestazione di principio poiché, mancando un accordo preventivo tra maggioranza ed opposizioni, nessun candidato può sperare di ottenere il numero di voti richiesto dalla legge. Allora — ed è questa la notizia della giornata — si rinvierà la seduta al giorno successivo. Anche nella giornata di 'Mercoledì si procederà ad una sola votazione. Se neppure questa avrà esito positivo si rinvierà ancora la seduta a giovedì per una terza votazione. Le previsioni si fermano a questo punto, nel senso che non si può ancora dire se il terzo fallimento consecutivo convincerà a non insistere, oltre o sarà ancora seguito da altri tentativi, sino a sabato. I presidenti delle due Camere sarebbero di questo secondo avviso, mentre 1 dirigenti della maggioranza non vorrebbero fare più di due o tre tentativi al massimo. Sta di fatto che tra una votazione e l'altra si interporranno ventiquattr'ore di tempo perchè così è stato deciso nei colloqui che il Capo dello Stato ha avuto ieri con Leone, Merzagora e Segni. L'obiettivo è evidente e costituisce una ulteriore conferma dell'interesse che i quattro presidenti pongono nel buon esito della vicenda. "Ton affrettando le votazioni si darà modo ai parlamentari di consultarsi ampliamento sulle proposte di compromesso che verranno avanzate e si spera che la prospettiva del fallimento, con tutte le dirette ed indirette conseguenze politiche che ne seguirebbero, sia incentivo sufficiente a smussare le intransigenze, far cadere le questioni di prestigio, convincere della utilità di un accordo. Non abbiamo da dare, in proposito, notizie nuove. C'è in giro, però, una atmosfera di ripensamenti che induce molti osservatori ad Un cauto ottimismo. Una indicazione di questo stato d'animo può essere questa: sino a ieri negli ambienti dei gruppi cui si chiede la rinuncia (formale, ripetiamo ancora una volta, che poi Gronchi penserà a ristabilire l'equilibrio attraverso le nomine di sua competenza) si rispondeva alle sollecitazioni osservando « perchè proprio il nostro candidato e non un altro? >; ora si comincia a riflettere che il bel gesto della rinuncia si risolverebbe in un vantaggio poiché chi lo farà potrà rivendicare il merito di aver consentito l'istituzione della Corte. Il ragionamento sta conquistando favori, tra i socialisti, tra i democratici del centro laico e persino tra 1 comunisti: è perciò ancora possibile che all'ultimo momento da uno di questi tre gruppi venga annunciata la grande rinuncia. Tra i democristiani, intanto, la proposta di bloccare l'elezione, avanzata da Sceiba e dai suoi amici, sta incontrando ostilità sempre maggiori e v'è da credere che, se essa verrà avanzata, alla riunione che il grup¬ po terrà lunedi, sarà senz'altro respinta: anche questo è un indice positivo. Sceiba, in compenso, sta ottenendo soddisfazioni per il suo atteggiamento contrario all'elezione di un comunista. Dopo Bonoml ed il gruppo dei Coltivatori diretti, anche la nuova corrente di Gonella e napelli si è schierata sulle stesse posizioni ed ha fatto sapere che preferirebbe la rinuncia del candidato comunista anziché di quello socialista. Si tratta, probabilmente, di un atteggiamento tattico assunto per non lasciare all'ex-presidente del Consiglio il monopolio del più intransigente anticomunismo. C'è da dare ancora qualche notizia sugli sviluppi della crisi liberale. Villabruna ha avuto ieri un incontro con Martino: 1 due esponenti del centro si sono parlati con molta franchezza, come da tempo non facevano, non nascondendosi che tra qualche settimana i rapporti tra gli esponenti della « vecchia guardia > liberale po¬ miiiiimiiiimiiiiiimmiiiiiiimiiimiimiimii trebbero essere definitivamente pregiudicati. Il Ministro degli Esteri ha cercato di fare opera di moderazione, ma Villabruna ha confermato che ormai ogni compromesso con la segreteria Malagodi è impossibile, si tratta solo di decidere, da quale parte ci si vuole porre». Martino si è riservato di deefitere, che è poi la posizione di Badini-Confalonieri, Cortese e gli altri più autorevoli esponenti del P.L.I. In relazione a questo collo quio si era diffusa la notizia di un rinvio del congresso liberale: il che, presumibilmente, comporterebbe anche un rinvio della scissione. Vi è stata poi una smentita, ma le prospettive del congresso rimangono egualmente assai confuse: se il gruppo Villabrana-Carandini non vi parteciperà e gli altri esponenti del centro, per una ragione o per l'altra, troveranno il modo di assentarsi dall'Italia proprio In quei giorni, esso si risolverà in una assemblea del più fedeli seguaci dell'attuale segretario. Enzo Forcella miiiiiiimiiNm^

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