La cognata di Lionello Egidi conferma l'alibi favorevole

La cognata di Lionello Egidi conferma l'alibi favorevole La cognata di Lionello Egidi conferma l'alibi favorevole La donna è stata interrogata ieri dai giudici riuniti attorno al suo letto di malata - L'udienza rinviata a lunedì per le arringhe ) ] a i (Nostro servizio particolare) Roma, 11 nov.-nibre. La giornata in Corte d'Assise d'appello è.cominciata bene per Lionello Egidi. Con l'esame dei corpi di reato. L'avv. Salminci ha fatto notare tra l'altro che il tappo delia bottiglia che Annarella aveva nel momento in cui scomparve e che fu trovata a pochi metri dal pozzo dove venne gettato il cadavere della bambina non recava tracce di essere stato mai bagnato. « Eppure — ha commentato il difensore — dovrebbe essere rimasto all'intemperie per quasi dodici giorni durante i quali ha piovuto molto». Qualcuno sparse gli oggetti solo nel momento in cui fu trovato il cadavere. Poi i giudici si sono spostati sulla via Tuscolana per interrogare l'ultima testimone: Giuseppina Lemma. La cognata di Egidi li attendeva nella unica stanza della sua casa sulla via Tuscolana, lontana pochi chilometri da Frascati. Era calma e nient'affatto impressionata di vedersi intorno al letto tante persone pronte a coglierla in contraddizione. Nè si è emozionata nel rivedere il cognato che ascoltava con una certa trepidazione le sue risposte dalle quali poteva dipendere la propria sorte. Non è stato facile per tutti — giudici, Procuratore Generale, Cancelliere, avvocati ed imputato — trovare posto nella piccola stanza al pianterreno di una misera casetta di campagna, ma alla fine ognuno s'è sistemato alla meglio. Il primo argomento affrontato è stato quello relativo alla ragione per cui Lidia, la sorella di Egidi, si convinse che suo fratello era l'assassino. « Lidia e la moglie di Lionello — ha spiegato la testimone — quando si seppe della confessione non sapevano rendersi conto di come egli avesse potuto commettere il delitto. Soprattutto le meravigliava il fatto che non vi fossero tracce di sangue sugli indumenti che Lionello indossava la sera del 18 febbraio 1950. Io dissi: "Perchè non guardate sul fazzoletto che egli aveva al collo? ". Lidia lo esaminò e notò che vi erano delle mac chioline di un colore strano quasi che fosse sangue. Fu allora che'disse: "Adesso sono proprio certa che mio fratello è colpevole '.' ». L'altro argomento è stato quello dell'alibi di Egidi. «Lionello — ha chiarito Giuseppina Lemma — tornò la sera in cui scomparve Annarella verso le 21. Comunque non era tardi. La moglie lo aveva pregato di non rientrare a tarda ora perchè temeva di essere colta da un momento all'altro dalle do glie del parto. Il fatto che non le abbia sgridato significa che non era tardi ». «Ma lei — ha aggiunto il Presidente — si è accorta che Egidi abbia quella sera spostato le sfere della sveglia per far credere che era presto? ». « Io escludo — ha risposto la donna — che Lionello abbia fatto qualcosa di simile, come escludo che egli si sia lavato le mani. Poco prima dell'una l'interro gatorio della testimone era terminato. Lionello Egidi nell'andare via insieme ai carabinieri ha rivolto alla cognata un affetuoso gesto di saluto ed uno sguardo carico di riconoscenza per averlo aiutato. Il processo è stato poi rinviato a lunedì per l'inizio della discussione. • _ ■ _ le, oau. nidi anri n le a el nna ueaepse te i lo he tmdiidi a ae siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiii Egidi, ammanettato, giunge al domicilio della cognata (Tel.) 1111 r IJ111 ! I : M11 ! 11111 f I II 1 ! MI ! 111111111 ! IT1111111111111 d 1111111 f 1111111M111111111111111M11 ri 11M [ I ! 11 ! 111111111 []

Persone citate: Egidi, Giuseppina Lemma, Lionello Egidi

Luoghi citati: Frascati, Roma