Ito ni mei idolo di Hitler alla conquista dell'Egitto

Ito ni mei idolo di Hitler alla conquista dell'Egitto LE MEMORIE DI HEINZ UNGE, EX-CAMERIERE DEL FUEHRER Ito ni mei idolo di Hitler alla conquista dell'Egitto Il Fuehrer non lesinava gli onori al generale - A Berlino lo presentò alle acclamazioni del popolo-Ma quando l'Afrika Korps segnò il passo, il suo entusiasmo sbolli - E in una tipica arrabbiatura gridò al prediletto: "Vincerete o morirete 111,, Berlino, novembre. Quando l'esercito tedesco nell'inverno del 1941 fu costretto a segnare il passò sul fronte russo, HitléV potè destinare maggior termo alla guerra nel Nord Africa. Egli nutriva da tempo seri dubbi sulla capacità del suo alleato italiano di condurre a termine la guerra nell'Africa Settentrionale ed aveva la netta sensazione che per effettuare la conquista dell'Egitto, sarebbero stati necessari l'intervento di truppe tedesche e l'assunzione del comando delle operazioni da parte di un generale tedesco. Hitler destinò a tale incarico il generale Rommel. Ricordo di aver visto per la prima volta questo ufficiale il giorno in cui venne al Quartier Generale, come colonnello di Stato maggiore, incaricato dei trasporti in Polonia. Dopo il suo primo incontro con lui, il Fuehrer oaservò: «E' un buon elemento nazionalsocialista, e la pensa come me. I suoi plani sono i miei piani. Ho fiducia in quell'uomo e ritengo che un giorno sarà promosso feldmaresciallo ». Da allora Hitler condusse sempre con sè Rommel a tutte le conferenze militari che avevano per oggetto la elaborazione dei piani per la conquista della Polonia. « Ro-mmel — soleva dire Hitler — è un uomo del popolo come me: egli comprende il popolo tedesco e sarà colui che darà esecuzione ai miei progetti >. Io credo che Rommel riscuotesse l'ammirazione del Fuehrer soprattutto per la lucidità dei pensieri e la chiarezza della sua logica; era intelligente ed acuto e, almeno nei primi tempi, non aveva peli sulla lingua. Quando si concluse la campagna di Polonia, Hitler decise di ricompensar? in qualche modo il colonnello Rommel e gli chiese che cosa volesse fare in Francia. « Desidero comandare una divisione di panzers » rispose prontamente Rommel. Ed ebbe subito il comando della settima divisione panzer, alle dipendenze del generale Guderian. Riportò buoni successi, e nel maggio 1940, quando la campagna di Francia procedeva a gonfie vele, Hitler fece una visita al Quartier Generale, per congratularsi con Guderian e con Rommel. Durante quella campagna, per quel che sono in grado di ricordare, Rommel fu il solo ufficiale superiore che non ricevesse ordini dettagliati dal Quartier Generale. Egli era autorizzato a spoetare la sua divisione e a combattere, ogni volta che lo volesse e quando lo giudicasse -opportuno. In quel tempo il Fuehrer soleva dire di luì: « Rommel è un uomo che vede le cose come io stesso le vedo: è il migliore dei miei generali ed è anche un buon membro del partito ». Quando fu evidente che i primi successi di Mussolini nell'Africa Settentrionale avevano subito una battuta d'ar¬ resto, egli discusse della situazione con l'ammiraglio Raeder e decise di fare intervenire su quel fronte un Corpo di spedizione tedesco al comando di un generale tedesco. Dichiarava egli esplicitamente la sua ferma intenzione di mantenere la guerra il più possibile lontana dalla Germania. E parlava di una « manovra a tenaglia », che dopo la conquista dell'Egitto mettesse in giado le truppe tedesche in Russia di procedere verso sud e congiungersi con quelle che si trovavano ad Alessandria. Mentre ci trovavamo a « Wolfsehanze », ricordo che Hitler disse: «Rommel è l'uomo adatto per andare laggiù e vedere quello che stanno facendo gli italiani. Egli ha combattuto contro di loro durante la prima guerra mondiale e conosce certamente i loro difetti e le loro virtù; sa dunque bene quello che valgono ». Finalmente, quando giunse la notizia che gli italiani erano a corto di carburante e di combustibile in Africa, e che incontravano delle difficoltà nel rifornire le loro truppe per via mare, Rommel fu promosso e spedito in Africa. Prima ch'egli partisse, Hitler gli disse bruscamente che doveva proseguire la campagna con le sole sue forze. Egli alutava già gli italiani in Grecia e in Albania, ma ora riteneva prudente di inviare delle truppe tedesche anche nell'Africa Settentrionale, perchè era sicuro che gli inglesi avrebbero presto inviato anch'essi dei rinforzi laggiù. Hitler era talmente oBsessionato dall'idea .che Rommel era uno dei suoi migliori generali, se non il più grande, che inviò nel Nord Africa un giornalista del Ministero della Propaganda, Ingemar Berndt, con l'ordine di esaltare l'opera di Rommel sulla stampa tedesca, affinchè divenisse l'idolo del popolo. Al Quartier Generale, Hitler decise di mettere a disposizione del suo beniamino tutto quello di cui si potesse fare a meno sugli altri fronti, sia di uomini che di mezzi. Per fare apprezzare sempre più dal popolo tedesco la personalità di Rommel, il Fuehrer lo chiamò a Berlino quando le operazioni d'Africa volgevano al meglio, e lo fece apparire in pubblico al Palazzo dello Sport. Avveniva assai raramente che Hitler si mantenesse nell'ombra, ma in questa occasione Rommel si presentò alla folla in primo piano, salutato da ovazioni entusiastiche, mentre il Fuehrer restava uno' o due passi indietro. In tutto questo tempo il Ministero della propaganda del Reich non fece altro che esaltare in tutti 1 modi il generale Rommel e valorizzare incessantemente l'opera sua. Sui giornali tedeschi apparivano di continuo fotografie che lo riproducevano in prima linea, a bordo di autoblinde, al tavolo di una conferenza militare ecc. Dopo che Rommel ebbe conquistata Tobruk, ricordo che Hitler disse: « Io ho promosso dodici generali al grado di feldmaresciallo, dopo la caduta della Francia, e tutti hanno « fatto stallo » in Russia! Avevo deciso che non avrei promosso più nessuno feldmaresciallo, ma dopo la vittoria che ha riportato nel Nord Africa, il generale Rommel merita senz'altro di diventare feldmaresciallo di Germania ». Rommel fu invitato a presentarsi al Quartier Generale, e ricordo distintamente il pomeriggio in cui egfli vi giunse in aereo direttamente dal suo Quartier Generale, dislocato nelle vicinanze di Tobruk. Indossava l'uniforme del deserto ed era coperto di polvere. Entrò con la sua svelta e disinvolta andatura, sicuro di sè. Salutò militarmente il Fuehrer, che gli rispose anch'egli col saluto militare. Poi i ,due uomini si strinsero la mano, e Hitler, commosso, battè familiarmente la mano sulla spalla del generale. « Voi siete il miglior generale del mio esercito — egli disse — ed io ho riposto in voi tutta la mia fiducia ». Quindi consegnò formalmente a Rommel il bastone di feldmaresciallo. Dopo avere espresso il suo ringraziamento formale, Rommel parlò poco; ma appariva fiero e soddisfatto. Sennonché, dopo qualche tempo, non essendo riuscito (iiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitii l'c Africa I&rps » a conquistare l'Egitto, Hitler cominciò a nutrire dei dubbi sulle capacità eccezionali di Rommel. Era così ansioso di assumere personalmente il controllo di ogni settore delle operazioni, che si rammaricava grandemente di non potere trasferirsi in persona nel Nord-Africa. E cominciò a sospettare che Rommel non combattesse con l'impegno e con la tenacia con cui avrebbe dovuto impegnarsi. In questo periodo si verificò la crisi di Stalingrado, e per un giorno o due Hitler si preoccupò esclusivamente della Russia. Nel frattempo Rommel era degente in un ospedale, e là gli telefonò il Fuehrer. Io ero presente quando gli parlò, e gli impartì l'ordine perentorio che l'esercito tedesco non doleva ritirarsi. «Vincerete o morirete lì!», egli gridò a un tratto. Era irritatissimo e urlava al microfono, dando dei grandi colpi sul tavolo come per imprimere meglio le sue parole nella mente del generale. Alla fine del 1942 la situazione era ormai mutata. Rommel ricevette l'ordine di presentarsi immediatamente a Rastenburg. Egli non era più il migliore dei generali di Hitler! Heinz Linge Copyright de!l'« United Press » e de « La Stampa » iiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiii