Lettere al Direttore

Lettere al Direttore Lettere al Direttore "Giudici a cottimo,, ossia come sono pagati i commissari agli esami di concorso Signor Direttore Il suo giornale, che con tanto interesse ha sempre seguito i problemi scolastici, farebbe cosa opportuna, a mio avviso, informando l'opinione pubblica del, sistema con cui, dal 1950, il Ministero della Pubblica Istruzione ha organizzato gli esami di concorso. In questo momento decine di migliaia di professori affrontano le prove orali del grande concorso per 10.000 cattedre, da cui dipendono la loro vita e l'avvenire della scuola media italiana in condizioni non propizie. A parte le deficienze di programmi erratissimo è il sistema di pagamento dei commissari. Essi non percepiscono la < indennità di missione » che spetta a ogni funzionario statale fuori sede, ed anche ai professori facenti parte di commissioni di maturità, ma sono pagati « a cottimo » in modo irrisorio: 200 lire per ogni compito corretto, 300 per ogni esame orale, nulla per la complessa compilazione delle graduatorie e le relazioni finali. Per di più non vi è il normale diritto agli anticipi, ma viene solo corrisposta una parte delie competenze, ad arbitrio del Ministero, a lavori avanzati: il resto giunge dopo anni. Non stupisce certo l'attuale resistenza del governo ad aumentare gli stipendi, se esso reputava fin dal '50 che le paghe di allora (massimo 48.000 mensili) fossero tali da consentire ai professori di accumulare capitali da prestare senza inte ressi allo SJato. Lo scorso anno vi fu il caso limite di un commissario, padre di numerosa prole, che si ridusse a dormire nella sala d'aspetto della stazione Termi¬ | ni ed a mangiare quando era invitato da qualcuno: avendo implorato un immediato anticipo, a quanto si dice, fu sostituito oppure dovette rinunziare all'incarico, costretto dalla fame. Per di più, durante le prove orali, essendo il compenso dovuto per i soli candidati presenti ed essendo numerosi gli | assenti, il totale in certi giorni può ridursi a poche centinaia di lire. Non rimangono quindi che tre soluzioni per i commissari. Essere ricchi e mantenersi a proprie spese essere eroi e asceti, saltare i pasti, dormire con le cimici e magari finire all'ospedale: oppure « arrangiarsi » italianamente con correzioni sbrigative ed esami-lampo, a tutto scapito della serietà dei concorsi. Inoltre i commissari sono stati indotti ad accettare, come già lo scorso anno, con queste allettanti promesse: «è stato predisposto, d'intesa con il Ministero del Tesoro, un provvedimento legislativo che si confida abbia corso al più presto e che apporta notevoli maggiorazioni ai compensi stessi ». A quanto risulta il progetto giace da anni negli uffici del Ministero e, dovendo percorrere il fulmineo « iter » ministeriale e legislativo, sarà forse approvato fra mezzo secolo. Continuando così le cose il Ministero dovrà finire con lo scegliere i commissari non per i loro meriti culturali e didattici, ma in base alle denunce « Vanoni », a meno che, per qualche oscuro piano, non preferisca proprio che i concorsi siano fatti male. Prof. Edmondo Rho Con.*i-iKt-re nailon, del Sind. Scuola Media Torino, 9 novembre.

Persone citate: Edmondo Rho, Vanoni

Luoghi citati: Torino