Parapiglia fra un gruppo di tifosi durante la partita Torino-Juventus

Parapiglia fra un gruppo di tifosi durante la partita Torino-Juventus Parapiglia fra un gruppo di tifosi durante la partita Torino-Juventus Intervento della polizia al campo di via Filadelfia - Un ferito all'ospedale Ieri pomeriggio, al campo di via Filadelfia. Si sta disputando la partita Torino-Juventus riserve. Siamo all'inizio del secondo tempo, quando la « Juve » è ancora in vantaggio per due reti ad una. In tribuna vi sono due Juventini sfegatatlssimi, 1 fratelli Venanzio e Attila Bandiera rispettivamente di 27 e 30 anni, domiciliati in corso Regina Margherita. I Bandiera sono commercianti e ogni domenica, per inderogabili necessità di lavoro, devono assentarsi dalla città: ragion per cui da mesi e mesi son digiuni di calcio e non assistono ad una partita. Sventuratamente essi finiscono al ridosso di un acceso sostenitore del « Torino », il signor Raimondo Borbone fu Odoacre di 33 anni, abitante in via Le Chiuse. Dopo poco alle grida dei fratelli Bandiera «Forza Juve! Straccia il Toro! » risponde, stentorea, la voce del Borbone «Forza Toro! Straccia la Juve!». I tre vanno avanti, a botta e risposta, per almeno cinque minuti. Poi cominciano con i pun:cf- - chiamenti e le frasi ironiche. Infine s'accende una furibonda disputa tecnica. I fratelli Bandiera hanno fame arretrata di discussioni calcistiche: e vi si buttano a testa bassa, con foga incontenibile. Ad un certo momento le parole non bastano più: e volano i pugni. Scoppia una rissa che coinvolge, volenti o nolenti, altri spettatori. Tutti s'affannano, gridano, sì dimenano. Per un attimo si scorgono, a mezz'aria, anche due piedi, appartenenti senza dubbio ad un individuo capovolto. Interviene la polizia, agli ordini del commissario di Miraflorl dott. Padulo e del maresciallo Pantoli. La mischia ha termine e sul terreno resta, con gli occhi chiusi, in tutto simile ed un morto, il Borbone, demolito dai pugni dei fratelli Bandiera. Mentre, fra la generale indifferenza, gli atleti In campo, seguitano a dar calci al pollone, il commissario, con energia ma senza drammatizzare, ristabilisce la calma e l'ordine. Il ferito viene trasportato al Mauriziano, i fra¬ telli Bandiera, con la desolazione nel cuore, sono costretti a rinunciare allo spettacolo della partita, e a seguire il dott. Padulo in sezione. Un quarto d'ora dopo arriva il Borbone, fasciato e lncerottato con una prognosi di sette giorni. Denuncia? Querela Niente. I Bandiera si profondono in scuse, il ferito perdona, trionfa, nel severo ufficio del commissariato, lo spirito di fratellanza sportiva. I tre escono insieme di scutendo naturalmente di probleni calcistici, ma questa volta in un'atmosfera di reciproche gen tilezze. « Il suo Toro, caro signore, è una squadra che va forte» « Ah, mi permettano, egregi signori, di complimentarmi con loro per l'ultima bellissima vittoria della Juve... ».

Persone citate: Attila Bandiera, Bandiera, Pantoli, Raimondo Borbone

Luoghi citati: Torino