Undici anni di reclusione per l'uccisore del fratello

Undici anni di reclusione per l'uccisore del fratello La condanna pronunciata dalle Assise di Vercelli Undici anni di reclusione per l'uccisore del fratello giudici hanno concesso l'attenuante della provocazione e a e i a , a e i , a e a e . a i a o , n l a r i i . i a a a i à (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 8 novembre. Secondo Roncarolo è stato condannato a undici anni di reclusione per l'uccisione del fratello Andrea. La Corte d'Assise di Vercelli lo ha ritenuto colpevole di fratricidio; ha escluso l'aggravante dei motivi futili, e concedendogli le attenuanti generiche e quella della provocazione, g^i ha inflitto la pena di cui si e detto. E' stata parzialmente accolta una delle tesi della difesa, che aveva appunto formulato in via principale la richiesta di assoluzione non ritenendo già assicurato il reato di omicidio volontario, e chiedendo comunque l'attenuante della provocazione. In via subordinata era stato chiesto che l'imputato fos- j se riconosciuto colpevole di eccessò colposo di difesa, o di ; omicidio preterintenzionale. La tesi accusatrice trattata ieri dal Pubblico Ministero prò-, fessor Dal Pozzo è stata ribadita stamane dall'avvocato di Parte Civile prof. Allegra. Egli si è anzitutto soffermato ad analizzare la meccanica dell'eoisodio. Al centro di esso c'è un randello vibrato con furia selvaggia da un uomo che aveva lo scopo preciso di uccidere. La volontà omicidiaria dell'imputato, ha affermato il rappresentante della privata accusa, è chiaramente provata dalla ! sua azione violenta e ripetuta, tipica di questa forma di reato. La tesi difensiva dell'imputato, il quale afferma che il fratello si produsse la morte cadendo dalla scala su_cui lo aveva inseguito, non è credibile mancando le macchie di sangue che la vittima avrebbe dovuto lasciare sulle scale. A sua volta il perito ha riscontrato che il cranio di Andrea fu fratturato da colpi di bastone. L'avv. Allegra si è poi occupato a neutralizzare le presumibili tesi prospettate dalla parte avversa. L'imputato afferma d'aver dovuto difendersi dal fratello che lo aveva aggredito. Si tratterebbe dunque di eccesso colposo di difesa? Ma non vi sono elementi certi per provare un suo stato di legittima difesa. Dalle sue stesse dichiarazioni risulta anzi che fu lui a provocare il fratello, rifiutando un bicchiere di vino che questi gli aveva offerto. c Siamo di fronte a un omicidio volontario — ha concluso l'oratore — commesso con crudeltà e da un uomo sano di mente. La pena sia proporzionata alla colpa da lui commessa. Chiedo inoltre che egli sia condannato al risarcimento dei danni cagionati alla parte lesa, valutati in un milione alla vedova e due al figlio, concedendo loro una provvisionale di un milione >. Iniziata al mattino e conclusa al pomeriggio, l'arringa del difensore avv. Pretti è stata principalmente rivolta a demolire la testimonianza della vedova Maria Oppezzo e della cognata Pierina Cardano, sulle cui deposizioni si fondò l'accusa. La vedova dichiarò che durante la notte il marito le disse di essere stato colpito col bastone parecchie volte dopo che era cadute, e che il fr.-tello con un morso gli strappò l'orecchio che poi sputò per terra. « Qui è la prova del suo mendacio — ha affermato l'avvocato Pretti —. Il marito era in stato comatoso, e' quindi non poteva parlare >. L'oratore ha poi affrontato la tesi della legittima difesa, giustificata dal pugno che inizialmente Secondo si prese da Andrea, e dall'atteggiamento minaccioso da questi assunto. Secondo si trovò fra le mani un bastone, e l'uomo debole e remissivo, che aveva sempre subito le violenze del fratello, trovò la forza di reagire. Ma non voleva uccidere. Voleva soltanto (delitto preterintenzionale) dargli una lezione. c Vi chiedo — ha concluso l'avv. Pretti — una sentenza dettata dal cuore ». Dalla folla numerosa, che nel corso del processo si è dimostrata favorevolissima all'imputato, è partito un applauso, subito represso dal Presidente. Delle tre tesi difensive, la Corte (presieduta dal dott. Sìcher, relatore il giudice D'Andrea) ha creduto parzialmente alla principale, pronunziando dono circa mezz'ora di deliberazione la citata sentenza. Ad essa sono da aggiungere le provvisionali di 200 mila e di 300 mila lire concesse rispettivamente alla vedova ed al Aglio della vittima, sui danni da liquidarsi in separata sede. Secondo Roncarolo ne ha ascoltato impassibile la lettura, esprimendo tuttavia poco dopo il proposito d'appellarsi. 8- f- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiimiiiniiiiiii Secondo Roncarolo

Persone citate: D'andrea, Dal Pozzo, Maria Oppezzo, Pretti, Roncarolo

Luoghi citati: Vercelli