Battuta d'aspetto di Luigi Salvatorelli

Battuta d'aspetto Battuta d'aspetto Che il più recente piano Molotov circa la riunificazione della Germania sarebbe stato considerato inaccettabile, subito a prima lettura, dagli Occidentali, Molotov per primo doveva saperlo. Dobbiamo inferire da ciò che il piano sia stato presentato all'unico scopo di persuadere gli Occidentali che non c'è nulla da fare, per adesso e per un tempo indefinito, riguardo alla riunificazione tedesca? o, invece, che esso sia stato concepito quale moneta di scambio per ottenere dagli Occidentali una rinunzia preventiva e definitiva alla inclusione della Germania nella N.A.T.O.? La prima inferenza sembra peccare per eccesso, la seconda per difetto. E' probabile, cioè, che l'U.R.S.S. voglia qualcosa di meno di una rinunzia occidentale all'unificazione, e qualcosa di più della neutralizzazione di una qualsiasi Germania riunificata. Circa due mesi fa (11 settembre, « Le frontiere e il regime »), richiamai l'attenzione su due difficoltà della riunificazione tedesca che non si potevano considerare eliminabili col semplice ricorso — di cui non mettevo in dubbio la necessità — a Ubere elezioni pangermaniche. Le due difficoltà erano la frontiera Oder-Neisse, che la Germania orientale ha accettato, e quella occidentale rifiuta; e talune trasformazioni economico - sociali (essenzialmente, spezzamento dei latifondi) effettuate dal regime comunista così di qua come di là da quella linea. Ambedue i fatti rappresentano realtà massicce che nessuna votazione, sia pure a liberissimo suffragio universale, può cancellare. Una Germania riunificata senza una considerazione preliminare delle due questioni potrebbe avere in sè, dall'inizio, i germi e qualcosa più di semplici germi, di complicazioni interne ed internazionali.. Più recentemente, e cioè il giorno stesso 27 ottobre, che s'inaugurava la conferenza, fu fatta qui un'altra osservazione: che, a scopo di garanzia ulteriore di una politica neutrale pangermanica — e cioè, anche a prescindere da ogni interesse, o postulato, del comunismo internazionale — l'U.R.S.S. doveva desiderare il mantenimento, in una Germania eventualmente riunificata, di certe influenze a lei favorevoli. Specifichiamo adesso che tali influenze potrebbero essere, per l'appunto, quelle di interessi acquisiti attraverso le trasformazioni sociali suddette; di una consolidata attitudine tedesca pacifica riguardo ai confinanti orientali; e, infine, della mantenuta esistenza legale, sempre nella Germania riunificata, di un partito comunista. Preoccupazione, quest' ultima, resa particolarmente attuale dalla richiesta fatta dal governo di Bonn alla Corte costituzionale, e fino ad oggi non ritirata, per una proscrizione del partito comunista come illegale. Codeste preoccupazioni e aspirazioni, comuni al governo di Mosca e a quello di Berlino - Pankov, sono al fondo dei due piani, pressoché contemporanei e sostanzialmente identici, messi fuori adesso dai due governi suddetti. I quali piani, pertanto, pure essendo indubbiamente inaccettabili, non possono d'altra parte essere gettati puramente e semplicemente nel cestino. I governi occidentali dovrebbero cogliere l'occasione per considerare dawicino, attentamente, le questioni anzidette. Sono questioni costituenti, in mano a Mosca, armi diplomatiche e politiche non imbelli; appunto perchè rappresentano difficoltà reali e gravi par la sistemazione germanica, e per la pace e l'ordine europei. Quando Molotov ci canta l'elogio delle elezioni a lista unica, è facile rispondergli — anzi, se l'è risposto anticipatamente lui stesso — che di un simile dono l'Occidente non ne vuole sapere: esso ne ha fatto esperienza in Italia e in Germania, e sa « di che lagrime grondi e di che sangue ». Ma, proprio per allontanare ogni' dono del genere, occorre affrontare risolutamente quelle difficoltà, e avviarle a soluzione, preliminarmente alla riunificazione effettiva germanica, e al trattato di pace con la Germania che bisognerà pure, una volta o l'altra, firmare. * * Mentre la questione tedesca subisce una battuta di arresto, ingrossa quella arabo-israeliana, e si collega al contrasto Oriente-Occidente. Qui più che mai è l'ora per le Potenze occidentali delle idee chiare e delle risoluzioni virili. I procedimenti degli armistizi indefiniti, con impotenti commissioni internazionali di controllo ; della dosatura di forniture d'armi alle due parti, per mantenere un equilibrio di paura; dei trattati di sicurezza sulla carta, e delle loro contrapposizioni: tutta codesta costruzione di cemento non armato sta crollando, e fragorosamente. E con essa crolla l'assurda speranza di fare, del Medio Oriente, un settore immune e privilegiato, una srjecie di caccia riservata per i giochi della diplomazia anglosassone (anche la Francia è stata messa fuori e tenuta lontano). Nulla di più ingenuo del proposito di escludere da ogni ingerenza nel Medio Oriente l'U.R.S.S., cioè la unica grande potenza confinante con quel settore, e che possiede per esso le vec chie tradizioni della Russia zarista unita alle nuove realtà dei movimenti nazio nali e sociali. C'è un solo modo di evitare che anche il Medio Oriente diventi un teatro di piena competizione fra i due blocchi; e che il conflitto arabo-israeliano fornisca lo spunto più prossimo per una guerra mondiale. Esso è di rinunziare ai patti superflui o illusori e ai monopolistici accordi economici (vedi adesso il latente conflitto fra petrolieri inglesi e americani per l'oasi di Buraimi) combinati con le oligarchie dittatoriali e sfruttatrici che gravano sul collo dei popoli arabi. E, in loro vece, avviare un piano di pacificazione e sistemazione graduali, ma effettive, fra arabi e Israele e per tutto il Medio Oriente: piano di cui quello esposto qualche mese fa da Dulles, e di cui non si è inteso più parlare, potrebbe essere un primo stadio, Nè l'opera di pacificazione e sistemazione può esser condotta efficacemente in assenza, o peggio, in opposizione a una delle grandi Potenze, ma invece con il concorso di tutte. Ciò che sarà anche il mezzo migliore per sorvegliare e impedire manovre perturbatrici e sopraffattrici di chicchessia. Luigi Salvatorelli iimimimimmmmimimmmmimmmiim

Persone citate: Dulles, Molotov