Le Acli si propongono un'ampia azione sociale di Giovanni Giovannini
Le Acli si propongono un'ampia azione sociale II convegno a Bologna delle Associazioni cattoliche lavoratori italiani Le Acli si propongono un'ampia azione sociale Un discorso del cardinal Lercaro - I rapporti con la C. 1. S.L.-l primi interventi dei delegati (Dal nostro inviate speciale) Bologna, 4 novembre. Nel porgere 11 suo paterno saluto ai partecipanti al congresso nazionale delle ACLI il Cardinal Lercaro ha voluto ricordare che oggi, festività di San Carlo, è particolarmente consacrata a Bologna ai santi Vitale ed Agricola: «Erano — egli ha detto — un padrone e un servo, ma la fede cristiana li penetrò tanto entrambi che il padrone seguì l'esempio del servo e morì martire con lui. E' la forza vitale del crietianeslmo capace di creare novità potenti, come il lievito che solleva la massa della farina ». « La classe lavoratrice — ha proseguito l'arcivescovo di Bologna —, è al centro dell'umanità: ad essa e a tutta la società voi, col vostro fermento, riuscirete a dare un'impronta e una fisionomia cristiana. Ne abbiamo bisogno urgente perchè c'è un pericolo in ogni ritardo. E perciò dev'essere adeguato alle necessità attuali lo strumento creato appositamente allo scopo dalla Chiesa: le ACLI ». Le parole dell'eminente porporato sono state accolte con Indescrivibile entusiasmo dai settecento delegati delle Associazioni Cattoliche Lavoratori Italiani. L'entusiasmo sembra caratterizzare tutto questo quinto congresso nazionale dell'organizzazione, forte oggi di circa 800 mila iscritti effettivi, di 1.500 nuclei aziendali, di 6.000 circoli parrocchiali. Lo stesso slogan della assise bolognese rivela lo stato d'animo, 'le intenzioni, la volontà delle ACLI: « Un grande movimento operaio cristiano guida della classe lavoratrice ». Sorte dieci anni addietro come corrente socialcristiana nella Confederazione del Lavoro Unitaria, le Acli si trovarono nel '48 di fronte al dubbio sulla opportunità stessa della loro esistenza quando, con la rottura sindacale ven-e a costituirsi la C.I.S.L, Il dubbio venne risolto in altissima sede con una lettera dell'allora Segretario di Stato mons. Montini, nettamente favorevole alla conservazione delle Acli. < Cellule dell'apostolato cristiano», le aveva definite Pio XII nel discorso che aveva costituito il loro atto di nascita; e Jo stesso Santo Padre ha riaffermato la fiducia della Chiesa nelle Acli nel corso della solenne manifestazione del 1° maggio scorso che riunì a Roma 150 mila iscritti. In pratica i rapporti tra Acli e C.I.S.L. non sono sempre stati nè facili nè chiari: anche alla vigilia del congresso bolognese questo è stato il punto più delicato e dibattuto. Basti citare l'atteggiamento di uno dei maggiori esponenti, come l'on. napelli che, sviluppando la sua polemica contro la C.I.S.L., ritiene necessario tornare a una vera e propria < corrente sindacale cristiana» accanto o in seno alla Confederazione dell'on. Pastore. In attesa dell'Intervento del sindacalista torinese, veniamo alla cronaca di oggi e in particolare al discorso del presidente delle Acli on. Penazzato. Sono presenti anche il presidente della Democrazia Cristiana sen. Zoli, numerosi parlamentari (tra i quali Rapelli, Cappugi, Storchi, Manzini, Palenzona), il presidente dell'Unione internazionale sindacati cristiani signor Tessier. E' preannunciato per domani un discorso dell'on. Fanfani. Presiede i lavori e pronuncia il discorso d'apertura l'on. Bersani di Bologna. Ascoltiamo poi l'assistente centrale della Acli monsignor Quadri: «Abbiamo il dovere di impedire che il cristianesimo diventi una posizione di comodo o di paravento... e che la sua grandezza e la sua forza di rinnovamento sociale vengano immiserite da pastoie o intrighi di corridoio. La Chiesa — conclude il monsignore — vede nel movimento operaio una profonda causa di giustizia, uno dei momenti di quella redenzione completa della persona umana che Cristo ha iniziato con la sua morte ». L'on. Penazzato esordisce affermando che le Acli si ripropongono di divenire strumento di guida di tutti i lavoratori con iniziative concrete e orientamenti precisi in un momento in cui « c'è un certo senso di insoddisfazione per il dubbio che non si voglia una politica nuova, per le abbandonate o ritardate riforme ». Tale dichiarazione — precisa il presidente delle Acli — non vuol suonare critica al governo Segni, in carica da pochi mesi e con prospettive sempre positive, ma semplicemente vuol sottolineare la urgenza di ulteriori realizzazioni. L'esemplificazione dell'oratore è ampia: lotta contro la disoccupazione, piano Vanoni, obbligatorietà dei contratti di lavoro, politica fiscale e — soprattutto, pregiudiziale — « il più ampio riconoscimento della partecipazione dei lavoratori alle grandi decisioni economiche e politico-sociali». Quanto ai rapporti con la CISL, l'on. Penazzato riconosce che negli ultimi anni le Acli hanno troppo evitato di prendere posizione in materia sindacale, che occorre d'ora in poi una maggiore e più efficace « presenza » degli aclisti a sostegno dell'indirizzo cristiano sociale, che è necessario un maggior contatto tra le due organizzazioni. Nessuna concorrenza, quindi; ma non è mancato nemmeno l'ammonimento alla CISL di non voler sconfinare dal suo settore strettamente sindacale: «Al¬ tmvinddtrngsscAzS trimenti si porrà un problema di convivenza ». Quanto alla D. C, le Acli rivendicano un loro maggiore inserimento in tutte le funzioni, da quelle amministrative del Comune a quelle politiche del Parlamento. La D.C. infatti, conclude l'oratore, se deve rispondere no all'apertura a sinistra di un P.S.I. sempre legato al P.C.I., deve altresì porsi all'avanguardia del progresso sociale: nelle sue prime file ci saranno gli uòmini delle Acli. Giovanni Giovannini
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