Townsend è tornato in Belgio senza aver rivisto Margaret di Riccardo Aragno

Townsend è tornato in Belgio senza aver rivisto Margaret Townsend è tornato in Belgio senza aver rivisto Margaret L'opinione britannica ammira il dignitoso riserbo del colonnello e rimprovera alla Famiglia reale di averlo trattato con freddo distacco - Le proteste per la rinuncia colpiscono anche l'istituto monarchico - La Chiesa anglicana è attaccata con un'asprezza insolita in Inghilterra (DaJ nostro corrispondente) Londra, 4 novembre. TI comandante Townsend è ripartito oggi per Bruxelles, senza naturalmente avere più visto la principessa Margaret. A bordo della propria macchina e con scorta di polizia, egli si è recato all'aeroporto di Lydd, dove ha caricato l'automobile sull' aeroplar\o. Circa mezz'ora dopo l'uomo di cui la Oran Bretagna ha parlato di più in queste ultime tre settimane, era al di là della Manica. Si è chiusa così la vicenda ohe ha scatenato in Oran Bretagna una tempesta di sentimenti e polemiche senza precedenti, e che non si è ancora chiusa. Per Peter Townsend non v'è che rispetto, ammirazione e compassione sincera. Egli, dice la gente, si è comportato con tutta la dignità e la modestia del caso, ha mostrato pazienza e discrezione con la stampa e col pubblico. Ma più d'imo lamenta ch'egli sia stato trattato con un distacco e una freddezza forse eccessiva dalla Famiglia reale, entro la quale egli era vissuto per nove anni. . La principessa ha trascorso la giornata di oggi a leggere l'enorme massa di corrispondenza che le è giunta da ogni parte del mondo. Anche i giornali sono stati inondati di « lettere al direttore* e a giudicare da quanto viene pubblicato, le opinioni del pubblico sono profondamente divise. Anzi questa divisione di opinioni sembra diventare più netta e profonda a mano a mano che passano i giorni. In generale il numero delle tetterò che approvano la decisione è sensibilmente inferiore a quello delle lettere che la disapprovano. Ma la proporzione dipende dai giornali: mentre nei giornali popolari la opposizione è più energica, in quelli detti « di opinione» si nota maggiore comprensione per i princìpi tradizionali. Alcuni giornali come il Times e il Daily Telegraph, che hanno applaudito alla rinuncia e sostenuto che non si è verifica- ta alcuna forma di pressione, non hanno finora pubblicato alcuna lettera. La prima della lunga serie del Daily Express, invece, era firmata da un vicario della Chiesa anglicana, il quale, dopo avere osservato che i prelati non hanno espresso alcuna opinione quando il Primo Ministro sir Anthony Eden — divorziato — contrasse ii suo secondo matrimonio, scriveva: tlo protesto contro questa discriminazione ipocrita*. Il motivo dell'ipocrita è molto frequente e que'.'.j dell'opposizione alla Chiesa di Stato si ripete in una quantità di lettere di tenore abbastanza viplento: « Se è compito del Cristianesimo spegnere quel raggio di felicità che la principessa aveva negli occhi, non c'è da stupirsi se le chiese sono quasi completamente vuote ». /I reverendo Pernival Prescott, della Chiesa episcopale di Edimburgo, si dichiara « disgustato dall'atmosfera di terrore e intimidazione che stata creata dal clero. Si sono comportati come se fossimo nel più oscuro Medioevo. La ragazza ha ricevuto un ultimatum da un prelato che le ha detto: "Se sposate quest'uomo, andate all'Inferno ". Se quello di Margaret era vero amore, il clero anglicano ha commesso un peccato dinanzi a Dio ». E ancora: « La felicità di una creatura è assai più importante che non i pregiudizi di un gruppo di vecchioni... Duemila anni fa il culto dei britannici era il druidismo: ina ancora oggi, ogni tanto, si assiste a un sacrificio rituale ». Vt è chi si dice lieto della decisione dell'arcivescovo di Canterbury, chi afferma che < staccare la Chiesa dallo Stato è un problema urgente », e chi annuncia di avere già comunicato a chi di dovere la propria decisione di abbandonare la Chiesa anglicana, « cosi poco cristiana ». Questo ritorno di anticlericalismo, del tutto insolito in Gran Bretagna, era certamente inatteso negli ambienti ufficiali. Il fatto che si tratta di religione di Stato ha indubbiamente fatto dimenticare a molti che le chiese di Gran Bretagna sono frequentate solo da una percentuale piccolissima della popolazione. Questa minoranza, tuttavia, non ha mancato di acclamare la decisione della principessa, accomunandola molto spesso con il motivo della tradizione, dell'esempio della famiglia reale. « Margaret è un purosan gue» afferma una lettera. «Con gratulazioni per il coraggio mostrato, per l'appoggio dato alla sorella e per avere evitato una crisi costituzionale ». < La mia fede nella monarchia — secondo un altro — cominciava a vacillare: la principessa l'ha rinsaldata >. A quest'opinione però risponde chi afferma: < In seguito a quanto è avvenuto, mi sento repubblicano e chiedo la separazione fra Stato e Chiesa ». Con il passare dei gloriti i personaggi passano in secondo ordine e i principi vengono dibattuti con maggiore chiarezza. Anche in mezzo alla sensazione generale che il clero anglicano abbia peccato per mancanza di carità cristiana — non esprimendo mai comprensione 0 pietà per il dilemma che i due protagonisti dovevano affrontare — molti ammettono che Chiesa e Stato avevano tutto il diritto di esprimere la propria opinione, come l'avevano i giornali e il pubblico. Una delle rivelazioni più importanti di questa reazione, è l'atteggiamento che viene spesso assunto verso l'istituzione della monarchia. « Margaret ha scelto l'ombra anziché la sostanza », « ha rmunciato all'uomo che ama per una pompa vuota e inutile», e così via. Una lettera dice: c Se Margaret si fosse sposata, la nazione avrebbe perduto una parte della sua identificazione quotidiana con il trono»; ma risponde un altro: « Credete davvero che la gente, prima di risolvere un problema, si chieda che cosa farebbe la regina, che cosa farebbe il duca di Edimburgo T La vita della famiglia reale è talmente lontana dalla realtà della vita dei cittadini, che non si penserebbe mai di seguirne l'esempio, come non si pensa di mantenere residenze come Buckingham Palace, o i castelli di Windsor, di Sandringham, di Balmoral o di Edimburgo ». Comunque la vittima principale di questa polemica popolare continua ad essere la Chiesa. Si cita dal grande autore de <Le vite degli eminenti vittoriani » Lytton Strachey: « La Chiesa d'Inghilterra porta con se tutti i segni dell'imperfezione umana. E' il risultato di una rivoluzione e di un compromesso, delle esigenze dei politicanti e dei capricci dei principi, dei pregiudizi dei teologi e delle necessità dello Stato». Ma forse di tutte le lettere che sono state stampate dai giornali britannici in questi giorni, la più patetica è la seguente: « Se la rinuncia di Margaret ha un significato questo è che noi divorziati non abbiamo più diritto ad amare, Mio marito scappò dc.po due anni di matrimonio. L'ho aspettato quattro anni. Poi mi sono risposata. E' angoscioso scoprire che ora posso essere rimproverata di essere felice », Il Manchester Guardian, in un articolo di fondo pubblicato stamane, sembra concludere la vicenda nel più esatto dei modi quando scrive: *La sola cosa sicura è che il popolo britannico non è soddisfatto della soluzione dell'affare e i suoi effetti potranno essere profondi ». Riccardo Aragno 11 col, Townsend sul campo d'aviazione di Lydd (Telefoto)

Persone citate: Anthony Eden, Lytton Strachey, Pernival Prescott, Peter Townsend, Townsend, Windsor

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Edimburgo, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra