Come i deputati americani giudicano l'Unione Sovietica

Come i deputati americani giudicano l'Unione Sovietica Una novità del 1955: parlamentari statunitensi a Mosca Come i deputati americani giudicano l'Unione Sovietica Le conclusioni politiche: accrescere i traffici commerciali, ma restare vigilanti ti armati - Contrastanti giudizi sulla vita quotidiana dei russi: c'è chi ne vanta la gaiezza, e chi ha avuto l'impressione di trovarsi in una grande prigione (Nostro servizio particolare) Washington, novembre." Ogni anno, durante le vacanze parlamentari, decine di senatori e deputati partono in missione per i più diversi Paesi del móndo, naturalmente a spese del contribuente. Quest'anno al sono messi in viaggio ben 41 membri della Camera Alta e 106 della Camera dei Rappresentanti; i più hanno ispezionato l'Europa occidentale, che resta sempre la terra d'elezione per queste ferie politiche; altri hanno puntato su Città del Capo o su Tokio, sul Cairo o sulla Nuova Calcelo»-.la; infine nove senatori e diciotto « rappresentanti» — dò che costituisce la grande novità del 1955 — hanno attraversato la cortina di ferro e si sono recati in Russia. La somma spesa dal Tesoro americano per questi viaggi (o direttamente in dollari, o in varie monete locali, prese dai fondi speciali per gli aiuti all'estero) è tenuta segreta; certo è ragguardevole, e qualcuno, al Congresso come nell'alta burocrazia, comincia a chiedersi se non sarebbe opportuno porre un limite più severo a queste missioni. E' vero che tutte sono autorizzate dalle Commissioni parlamentari, di cui i deputati fanno parte, e che costoro debbono' studiare precisi problemi e preparare dei rapporti; però in alcuni casi vengono lamentati scandali ed abusi. Sembra che questi Inviati speciali del Congresso alano il terrore delle ambasciate. Qualcuno pensa di poter chiedere qualsiasi cosa, altri provocano serie complicazioni. Pare che a Londra un parlamentare ubriaco fradicio sia finito, completamente nudo e cacciando grida di guerra, in una camera d'ospedale; che a Stoccolma un senatore si sia comportato In modo poco edificante, in pubblico, con la moglie dell'addetto militare; ed in Germania due generali sono stati tirati giù dal letto alle tre di notte da un deputato, che voleva un Immediato rapporto Ma si tratta di casi isolati, dai quali sarebbe ingiusto condannare un sistema che in parecchie circostanze si è rivelato utile. Per esempio, 1 parlamentari ritornati dallU. R. S. S. hanno fatto delle dichiarazioni che, pur nelle loro contr? adizioni, conducono ad una unica e fruttuosa conclusione: opportunità di accrescere gli scambi di persone e di beni attraverso la cortina di ferro, e necessità di mantenere Intatto lo sforzo militare dell'Occidente, dal momento che non si può sperare in un mutamento del regime sovietico. Certo fra i vari giudizi appaiono dei contrasti notevoli. Il repubblicano Robinson (del Kentucky) ammette: <Ho dovuto cambiare le mie precedenti opinioni sulla Russia dopo aver visitato il Paese >, mentre 11 suo collega Rhodes (dell'Arizona) afferma: <Non ho mutato le mie idee; anzi, l'atmosfera creata dallo stato di polizia mi è sembrata ancor più soffocante di quanto non immaginassi». E mentre 11 repubblicano Hilllng (dalla California) è stato sorpreso dall'umorismo e dalla gaiezza del russi, 11 democratico Cooley (della Carolina elei Nord) afferma c di non aver mal visto il sorriso sul volto di un solo russo, di non aver trovato mal la minima traccia di letizia nei loro cuori >. A Leningrado, dice, gli sembrava di essera In un campo di concentramento, ed In genere 1 sovietici gli son parsi tristi ed infelici. Hennings, senatore democratico del Missouri, è rimasto impressionato « dall'impegno intenso e se-rio dei russi che lavorano nei campi, nelle fabbriche e nella ricostruzione». Il senatore repubblicano Dvorshak (dell'Idaho) ha trovato ingiustificata la tesi che l'atteggiamento conciliante di Mosca sia da attribuirsi all'imminenza di una crisi economica: « Le condizioni generali — dice — non sono così floride come negli Stati Uniti, ma è evidenti che il tenor di vita è mi gllorato». La stessa opinione l'esprime 11 senatore Alien Frear, democratico del Dela■ware, che ha trovato Gl'economia sovietica più solida dì quanto non immaginasse >. Egli è rimasto pure impressionato dalla simpatia e dalla facilità, con cui i russi accostano gU stranieri; ed anche il senatore repubblicano Toung parla della cordialità popolare ed osserva: < L'economia russa progredisce più rapidamente, di quanto non avrei mal creduto possibile in un paese a regime comunista». Kefauvar, per parte sua, ritiene che la gravità della crisi agricola sia stata esagerata: «Certo — afferma — potrebbero disporre di più abbondanti prodotti alimentari ; tuttavia ne hanno abbastanza per mantenere, nell'assieme del paese, una vigorosa attività >. Egli pensa insomma che i russi non soffrano di una vera crisi alimentare e conclude: «Una rivolta mi sembra del tutto improbabile >. Tempo fa il senatore Malori* (repubblicano del Nevada) lamentava di essere stato « ingannato » dal Dipartimento di Stato e sosteneva la necessità di accrescere gli scambi con l'Est. Ora il senatore Ellender (della Louisiana) afferma che < bisogna fare tutti gli sforzi possibili Der superare la reciproca paura, dall'una e dall'altra parte del sipario d'acciaio », e si dichiara convinto che < non sarebbe poi troppo arduo convincere i russi della superiorità del nostro sistema di vita in confronto al loro ». < Non dobbiamo più andare in Russia — conclude questo parlamentare — per trovare dei difetti e dei motivi di critica, ma per spiegare i vantaggi del sistema occidentale ». Tutti quanti ritengono, d'altra parte, che gli obbiettivi sovietici a lunga scadenza non siano mutati, e che non ci si debba lasciar disarmare dalla politica del sorriso. Ma è egualmente vero che tutti i parlamentari americani sono rientrati dal loro viaggio con opinioni più moderate e più «sfumate » sull'Unione Sovietica. André Pierre (Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »)

Persone citate: Alien Frear, André Pierre, Cooley, Hennings, Rhodes, Robinson