Adenauer esita ad accettare I'ambasciatore designato dall'URSS

Adenauer esita ad accettare I'ambasciatore designato dall'URSS Adenauer esita ad accettare I'ambasciatore designato dall'URSS Il governa di Bonn non ha ancora concesso il gradimento a Zorin, l'uomo che diresse il colpo di Stato di Praga-I sovietici sospendono il ritorno degli ex-prigionieri tedeschi (Nostro servizio particolare) Bonn, 4 novembre. Se il governo federale non darà U suo gradimento per la nomina ad ambasciatore a Bonn dell'attuale vice-ministro degli Esteri sovietico Valerian Zorin, c'è il caso che i russi non facciano rimpatriare gli altri prigionieri tedeschi da loro trattenuti. In questi termini, piuttosto brutali, comincia la storia dei rapporti diplomatici fra Bonn e Mosca. I fatti sono questi: I russi hanno proposto, come loro rappresentante a Bonn, Valerian Zorin, ma il governo tedesco non si è ancora deciso a dare il suo gradimento. Di conseguenza i sovietici, dopo avere liberato circa cinquemila criminali di guerra tedeschi, hanno sospeso il rimpatrio di altri quattromila ex-prigionieri. Dal 20 ottobre non è più giunto in Germania un solo reduce dall'URSS. Ci si chiede perchè i sovietici abbiano sentito la necessità di < sollecitare > in tal modo l'asseìtso di Bonn. Ed è significativo il fatto che negli ambienti politici della capitale si esprimano molte riserve sulla figura del futuro ambasciatore russo. A Zorin si attribuisce la paternità del putsch di Praga del 19Ji8, allorchè i comunisti cechi conquistarono il potere dopo avere liquidato il governo democratico. Si sospetta quindi che, una volta a Bonn, Zorin saprebbe sfruttare abilmente molte possibilità politiche, con l'appoggio dei comunisti delle due Germanie e con una abile azione sull'opposizione socialdemocratica. L'ultimo episodio in ordine al < caso Zorin > è di oggi. A Mosca, il vice-ministro degli Esteri russo, intrattenendosi con i corrispondenti stranieri durante il ricevimento alla Legazione d'Etiopia, ha affermato esplicitamente di essere stato nominato ambasciatore a Bonn. Il ministro Von Brentano interrogato in proposito dai giornalisti durante una conferenza stampa, ha smentito seccamente.- < Il governo federale non ha espresso ancora il suo gradimento per la personalità in questione ». Il preludio alla ripresa di « buone relazioni » fra Bonn e Mosca non sembra molto iìico Ginevra servano di base a una nuova Conferenza dei ministri degli Esteri. Spero comunque che i sovietici non abbiano detto, per quello che riguarda la riunificazione, la loro ultima parola ». Questa sera, appoggiando pur con scarsa convinzione la iniziativa presa dagli alleati a Ginevra, la delegazione degli osservatori della Repubblica federale tedesca presso la conferenza dei « quattro » diretta dall'ambasciatore Herbert Blankenhorn, ha pubblicato un comunicato, nel quale esprime la speranza che i sovietici cipare legge elettorale tedesca prima del 1° gennaio 1956 e consentiranno così che abbiano luogo libere elezioni nel settembre del prossimo anno. Il comunicato precisa che il progetto occidentale è stato elaborato questa mattina nel corso di una riunione congiunta tra i tre ministri degli Esteri occidentali e gli osservatori tedeschi (anche se questo elemento non è tale da renderlo meglio accetto ai russi). Un episodio — assai meno raggiante. Nei riguardi dell'Unione Sovietica, in genere, le posizioni e l'atteggiamento degli ambienti politici sono molto rigidi. Si definisce lo < spirito di Ginevra » un trucco e una manovra del Cremlino per trarre in inganno l'Occidente. Si può dire, anzi, che i tedeschi stiano facendo di tutto per convincere gli Occidentali a un atteggiamento di estrema prudenza. Le posisio?ii di Bonn sono molto precise e di esse si è fatto portavoce proprio oggi a Ginevra, in colloqui con i ministri occidentali, l'ambasciatore tedesco presso il Consiglio atlantico, Blankenhorn: c Niente sistema di sicurezza e niente disarmo se la Russia non cederà sitila questione della riuniflcazione ». Si teme, nella Repubblica federale, che i tre ministri alleati possano cedere alle pressioni di Molotov, e accettino di discutere il tema del disarmo, trascurando a problema germanico. E' sintomatico ancora che von Brentano abbia oggi dichiarato: <C'è la possibilità che le attuali conversazioni di j accetteranno di parte- j all'elaborazione della -. grave peraltro — di tensione psicologica fra l'U.R.S.S. ed un Paese vicino, è segnalato da Mosca. Tra il segretario del Partito comunista Kruscev e l'Ambasciatore turco a Mosca, Seyfullah E sin, si è avuto un vivace scambio di battute polemiche durante il pranzo ufficiale, che i rappresentanti diplomatici dei Paesi intervenuti alla Conferenza afro-asiatica di Bandung hanno offerto ieri in onore del Primo Ministro birmano U Nu. Kruscev ha vivacemente criticato ■ la Turchia per la sua adesione al patto di Bagdad e ne ha chiesto le ragioni all'ambasciatore turco. Questi rispondeva che il suo Governo aveva aderito all'alleanza per ragioni puramente difensive. Il segretario del P. C, che appariva assai meno cordiale del solito, ricordava come il fondatore della moderna Turchia, Kemal Ataturk, fosse stato un acceso anti-imperialista. L'Ambasciatore replicava affermando che anche l'attuale presidente turco, Celai Bayar, è altrettanto ostile all'imperiali- smo. L'episodio in se stesso non ha strascichi, ina illustra la persistente tensione dei rapporti fra i governi di Mosca e di Ankara. Tale tensione è del resto confermata dall'assenza dei capi sovietici dal ricevimento, avvenuto la scorsa settimana presso l'Ambasciata di Turchia nel giorno della festa nazionale. Merita registrare una notizia interna tedesca, di un vivo interesse: secondo i calcoli della Federazione delle industrie germaniche, un, quarto della produzione industriale complessiva dell'Europa occidentale esce dalle fabbriche della Germa nia-Ovest, mentre la produzio ne britannica ammonta al SS per cento. m.