Oggi depone a favore di Egidi l'uomo che lo indusse a confessare

Oggi depone a favore di Egidi l'uomo che lo indusse a confessare Riprende il processo per l'uccisione di Annarelfa Bracci Oggi depone a favore di Egidi l'uomo che lo indusse a confessare E' il teste che quattro anni fa accasò l'imputato con lo stesso impegno con cui ora intende difenderlo "E' stata una macchinazione ordita in carcere • dice Orazio Auteri • Per me Lionello è innocente,, (Nostro servizio particolare) Roma, 2 novembre. Orazio Auteri sarà,1 domani mattina, puntuale all'appuntamento con,la Giustizia. E' partito oggi dà Catania per Roma ed ha ottenuto di essere accompagnato da due carabinieri. Ha intenzioni molto bellicose, a quanto sembra, e vuole raggiungere due obbiettivi. Il primo è noto da tempo: scagionare, nei limiti delle proprie possibilità, Lionello Egidi da tutte le accuse. Il secondo è sorto dopo gli ultimi sviluppi di questa nuova edizione del processo: difendersi dalle molte insinuazioni che hanno fatto sul suo conto coloro che gli sono stati compagni nell'avventura romana: Giuseppe Fleres e soprattutto Michelangiolo Fichera. Salvo imprevisti, domani mattina si concluderà così il penultimo atto del processo a Lionello Egidi per passare poi alla discussione per la quale sono previste non meno di sei udienze prima di giungere alla sentenza. La partenza per Roma di Orazio Auteri è stata tranquilla. A chi gli ha chiesto qualche spiegazione, ha fornito chiarimenti con molta calma, ma con molta decisione: «Ho pregato i carabinieri di accompagnarmi a Roma — ha detto — per due motivi: innanzi tutto perchè nessuno mi desse noie durante il viaggio; poi perchè potessi rientrare a Catania senza il timore che un giorno mi si accusasse di qualche reato mal commesso, come mi è accaduto di recente ». Un altro argomento lo Interessa moltissimo: la sua posizione nei confronti dei suoi examici, Michelangiolo Fichera e Giuseppe Fleres. Michelangiolo Fichera, infatti, aveva detto di aver assistito in Assise d'Appello alla scena < cinematografica > svoltasi negli uffici della Squadra Mobile, in Questura, ma di non avervi partecipato: ideatore e organizzatore della macchinazione ai danni di Egidi era stato Orazio Auteri. A sua volta, di lui il suo ex-amico Giuseppe Fleres aveva detto che era un tipo poco raccomandabile, e che era noto a Catania per essere' stato in passato un confidente della polizia. , «Michelangiolo Fichera — ha voluto precisare Orazio Auteri mentre si accingeva a salire sul treno per Roma — ha fatto nè più nè meno quello che ho fatto io nel tentativo di rendere un servizio alla Giù etizia In un momento in cui tutta l'Italia era convinta della colpevolezza di Lionello Egidi. Insieme perciò assumemmo l'incarico dal vice-capo , della squadra mobile dott. Angilella di affrontare il presunto assassino di Annarella Bracci nella sua cella di sicurezza per indurlo a confessare il delitto di cui era accusato. Michelangiolo Fichera oggi dice di essere stato soltanto un assistente del film che s'è girato in questura: dovrebbe avere invece il coraggio di affermare che fu attore quanto me. Nella « ope razione», Fichera prese una parte attivissima e sarebbe ingenuo pensare che lui, uomo vissuto e molto esperto, si sia prestato ad un .gioco simile senza la sua piena e precisa volontà ». Ed infine l'argomento che ad Orazio Auteri più sembra stare a cuore: l'innocenza di Lionello Egidi: «Debbo dire in tutta coscienza, e lo giuro sui miei bambini, che mai Lio nello Egidi ha confessato o a me o a Michelangiolo Fichera di essere l'autore del delitto. Io, per quel che mi consta, lo ritengo assolutamente innocente. E sono amaramente pentito di averlo tratto in inganno con una macchinazione che fu suggerita a Michelangiolo Fichera e a me dai funzionari della squadra mobile di Roma e che lo indusse, soltanto perchè spaventato, a confessare un delitto mal commesso ». E' inutile dire però che troverà domani mattina tutta l'accusa pronta a cogliere la benché minima incertezza nel suo racconto, decisa a porre in rilievo le sue eventuali contraddizioni, Con quali mezzi questa battaglia sarà intrapresa? Ricordando ai giùdici che con lo stesso accento di sincerità con cui ora Orazio Auteri difende Lionello Egidi, nell'udienza del 12 dicembre 1951 lo accusò. Fu in quella occasione che, «con grande dignità quasi alla ricerca ansiosa di un gesto che. volesse significare-solidarietà per quel che aveva fatto», Orazio Auteri, un uomo di quasi cinquantanni, alto, bruno, dalla parola estremamente facile e convincente, sostenne che «impressionato per il delitto di cui si era reso colpevole Lionello Egidi » sentì « il bisogno morale di collaborare con la Giustizia», Non ebbe alcuna importanza che nessuno desse credito al fatto che egli insistesse troppo su quella sua particolare esigenza: Auteri sembrò non cogliere nemmeno lo sguardo ironico con cui giudici,, difensori e persino accusatori accolsero le sue parole. E andò avanti nel suo discorso per circa due ore raccontando che Lionello Egidi gli aveva confidato di aver ucciso Annarella Bracci. «Anzi — aggiunse Auteri con un gesto della mano come a significare l'orrore che ancora gli faceva quel ricordo — non volli che Egidi continuasse a narrare. Lo interruppi quando affrontò l'ultima parte della sua triste avventura con la bambina. Quell'uomo mi faceva schifo. E mi precipitai fuori dal commissario dott. Angilella al quale riferii quello che Egidi mi aveva accennato ». Negli orecchi dei giudici erano rimaste quasi incomprensibili le parole che poco prima aveva pronunciato l'allora vicecapo della squadra mobile dott. Angilella quando, ad una domanda dell'avv. Pacini di parte civile, al quale interessava sapere se per caso Auteri e Fichera erano due confidenti della polizia aveva spiegato: «Nel modo più assoluto no. Sono due cittadini ansiosi soltanto di collaborare con la Giustizia ». Un mese dopo i due « cittadini », svelarono i retroscena della loro collaborazione e come avevano convinto Lionello Egidi a scrivere alla moglie alcuni foglietti dai quali l'accusa potesse trovare elementi per sostenere la propria tesi' _ „ 8» S-